Dica sì

1 Giugno 2011

4 SI. Acqua, nucleare, legalità

Red

Quattro volte sì. Anche se saranno tre, se il referendum contro il nucleare verrà annullato, perché una c’è già stata, in Sardegna, contro il nucleare. Ma sarebbe bene esprimersi, sarebbe giusto, sarebbe democratico. Ciò che è difficile quando le regole le fa e le modifica a suo piacimento il governo Berlusconi.
Se non ci sarà il voto sul nucleare (si dice che il parere della Cassazione arriverebbe il 6 di giugno!) lo sforzo sarà ancora più duro. E i movimenti dovranno continuare a fare (laicamente) miracoli. Li hanno già fatti, regalandoci con il loro lavoro sociale la prima vera crisi dell’era Berlusconi.
Questa volta sarò molto difficile, ma si può fare. Per sperare si dovrà andare palazzo per palazzo.

Nelle piazze sono andate donne, operai, precari. La scuola pubblica. I lavoratori del sapere. I movimenti contro privatizzazione dell’acqua e nucleare. Nelle fabbriche la FIOM ha segnato un punto di grande resistenza al modello Marchionne. La CGIL è stata ‘costretta’ ad andare in piazza. Ecco la radice della crisi del centro-destra, che ha fatto vincere Pisapia , De Magistris e Zedda.

Un sì contro il nucleare, contro il furto della risorsa primaria della vita umana, l’acqua, un sì ai processi per i potenti. Sì universali, che uniscono le persone e fanno sentire comuni i beni e i diritti, dove si annullano i nazionalismi e vince l’unità.

Sta nella rivolta della società l’unica possibilità di sconfiggere davvero il berlusconismo, che si annida nei consigli di amministrazione degli interessi forti e nei circoli scientifici di destra e di sinistra.
Diamoci una mossa, perché il momento non è malvagio.

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