La sinistra e le macerie

7 Marzo 2019

Foto Roberto Pili

[Graziano Pintori]

Gli interventi di Ligas, Dadea e Loddo, pubblicati sull’ultimo numero del manifesto sardo, sono lo specchio in cui si riflettono le macerie prodotte dall’inconfutabile sconfitta elettorale del centro – sinistra, della sinistra e dell’indipendentismo in Sardegna. Allo stesso modo non posso non accennare al risultato disastroso del M5S, ridotto a un terzo dei consensi ottenuti alle precedenti politiche. Fra le altre cause delle rovine elettorali della sinistra, secondo me, pesa lo sradicamento, anche ideologico, dal proprio bacino storico di riferimento: proletari, disoccupati, operai, migranti, cioè gli ultimi e i penultimi della scala sociale. Dagli interventi sopraccennati si rileva, oltre all’iniquità della legge elettorale in vigore e alla necessità primaria di modificarla, l’esigenza di riprendere i temi e i motivi che hanno provocato le macerie elettorali, per immetterle nel riciclo virtuoso del riutilizzo al fine di ricreare nuovi modelli, nuove energie, nuovo humus su cui ricostruire un soggetto politico di sinistra adeguato alla modernità dei tempi. Tutto ciò si rende ancora più necessario perché il governo Giallo/Verde, politicamente superficiale nei confronti dei dettami della Costituzione, mette in cantiere la questione delle regioni ricche e regioni povere, la cosiddetta Autonomia Differenziata, ossia la “Secessione dei ricchi” così definita da Prof. Viesti. Un progetto di legge che potrebbe sconvolgere l’unità della Repubblica, perché, fra l’altro, renderebbe ancora più precari il Sistema Sanitario Nazionale, la Scuola Pubblica, già aziendalizzata e frammentata nei rivoli regionalistici, infine, la tutela del patrimonio ambientale e culturale nazionale.

Colgo la notevole vittoria di Zingaretti alle primarie del suo partito, senza tralasciare il significato di un commento politico, letto da qualche parte: ”Il popolo è ben oltre i meriti del partito”. Una riflessione che condivido e mi aiuta a sostenere, visti i risultati elettorali non solo della Sardegna, che siamo all’ora X dell’esperienza politica economica in salsa PD/Forza Italia. Oppure, per dirla in altro modo, siamo al cambio di guardia che mette in soffitta quel “compromesso storico” tra i due partiti appena ricordati, uniti dagli immarcescibili matrimoni tra economia e finanza, lavoro e parassitismo, produzione e speculazione, profitto e sfruttamento. Invece è d’obbligo prendere atto che in questa fase la società è imbottigliata e resa più truce dal governo Giallo/Verde, la cui coperta del reddito di cittadinanza non copre certi atti previsti dal Contratto. Per esempio: gli atti che prevedono di dover spaccare tutto in due parti, compresi quei modelli che assumono consistenza e significato dall’unitarietà storica, culturale, politica ecc: italiani e stranieri, regioni ricche e regioni povere, nord e sud. Poi, sempre più a ribasso, si manda avanti la volgare cultura dei binomi: prima gli italiani poi il resto del mondo, marciapiedi e/o case chiuse, sicurezza e accoglienza, porti ciechi e primalecanzoniitaliane, buoni e cattivi, sovranismo e populismo, nazionalismo e folclore ecc.

Caro Roberto non riesco ad accostare al tuo intervento, a quelli di Ligas, Dadea, Olita, quanto sostenuto dal Prof. Pubusa, il quale scrive che non riuscite a cogliere “la novità del M5S quale forza elettorale, seppure discutibile, che tratta temi dai quali non si può prescindere (etica, lavoro, ambiente ecc.). La risposta, a mio parere, è data dallo stesso Prof. Pubusa quando usa il termine “discutibile”. In questa parola, secondo me, rientra l’originale solitudine in cui il movimento grillino si pone, con le sue ubbie, rispetto alle altre organizzazioni politiche, rendendosi indisponibile a qualsiasi ipotetico confronto e coinvolgimento per ricostruire un nuovo centro – sinistra, o centrosinistra, o sinistra. Il “discutibile”, sempre secondo il mio parere, è colmo di gravi responsabilità dal momento in cui il M5S ha scelto di dare vita a un governo nazionale apertamente di destra, liberticida, arrogante, nazionalista e permanentemente impegnato a dare la caccia a dei nemici. Nemici molte volte inventati per tenere alto il consenso e le scelte securitarie, da cui l’uso delle armi per la giustizia “fai da te”; norme già contenute nel decreto sicurezza che il M5S dovrà votare e approvare.

Il Movimento 5S ha contribuito a creare e sostenere caparbiamente un governo irriverente nei confronti delle istituzioni e degli avversari politici, sempre più sbeffeggiati e offesi. Chiudo appagato dal fatto di essere riuscito a riferire delle gravi responsabilità del M5S nel governo, trainato dai verdi padani della Lega Nord, senza usare i termini “fascista, fascistizzazione, razzismo e xenofobia”.

1 Commento a “La sinistra e le macerie”

  1. andrea pubusa scrive:

    Caro Pintori,
    finalmente hai capito una cosa, e cioè che i miei interventi non si accostano quanto a contenuto a quelli (rispettabili) di Ligas, di Dadea, di Olita e… ai tuoi.
    Quanto all’aggettivo “discutibile”, vuol dire semplicemente che le posizioni e le opinioni del M5S debbono essere – come tutte le altre – sottoposte a vaglio critico senza sconti e senza pre-giudizio.
    Cordialmente
    Andrea Pubusa

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