Laotse e l’emigrazione

1 Gennaio 2010

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Bertolt Brecht

Arnaldo “Bibo” Cecchini, Presidente del Corso di Laurea in Pianificazione Territoriale Urbanistica e Ambientale (Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica, Facoltà di Architettura di Alghero) così ci invia la bellissima poesia di Brecht che volentieri pubblichiamo:

“Care colleghe, cari colleghi, care amiche, cari amici,
stiamo per entrare nell’ultimo anno della prima decade del nuovo millennio.
Speriamo che possa essere un punto di svolta.
Vi allego una poesia di B. Brecht, che ci ricorda l’importanza di rendere accessibile a tutti la conoscenza e la possibilità di apprendere, e questo non solo perché “serve”. Buon 2010!”

Leggenda sull’origine del libro Taoteking dettato da Laotse sulla via dell’emigrazione

1
Quando fu, e già logoro, ai settanta,
anche il Maestro ebbe voglia di quiete.
Ché nel paese ancora una volta era debole il bene
e ancora una volta più forte cresceva la malvagità.
E lui cinse i calzari:
2
E prese su quanto aveva di bisogno.
Poco. Però, una cosa e l’altra, e c’era
la pipa che sempre fumava, la sera,
e il libro che sempre leggeva.
E, a occhio, pan bianco.
3
Godè la valle ancora e la dimenticò
quando ai monti volse la via.
E il suo bue godeva l’erba fresca,
ruminando, con il vecchio in groppa,
ad un passo che per lui bastava.
4
Ma nel quarto giorno fra i dirupi
gli sbarrò la strada un gabelliere:
“Hai qualcosa di prezioso?”, “Nulla”.
E il ragazzo che guidava il bue disse:”Insegnava”.
Tutto dichiarato, dunque.
5
Ma quell’uomo, in un suo lieto animo,
chiese ancora: “E che cosa ne ha cavato?”
E il ragazzo: “Che cede all’acqua docile,
a lungo andare, la pietra più tenace.
Quel che è duro la perde, capisci?”
6
Per andare finché c’era, di quel giorno,ancora luce
pungolava il ragazzo ora il bue.
E già dietro un pino nero scomparivano quei tre
quando improvvisamente si riscosse
l’uomo e gridò: “Ferma, ehi!
7
Che storia è, questa dell’acqua, vecchio?”
“Ti interessa?” Il vecchio si fermò.
“Io sono solo un gabelliere”, disse,
“ma, chi alla fine vinca, interessa anche me.
Dillo, se tu lo sai!
8
Tu scrivimelo! Dettalo al ragazzo!
Non si può portar via certe cose con sé.
Ce n’è, da noi, di carta e inchiostro.
E anche da cena. Quella è casa mia.
È una proposta, no? “
9
Con lo sguardo allora il vecchio scese
su quell’uomo. Giubba a toppe. Scalzo.
E la fronte tutta fitte rughe.
Oh, non gli parlava un vittorioso.
E mormorò: “Anche tu?”
10
Per dir di no a una cortese preghiera
era il vecchio, o pareva, troppo vecchio.
E così disse forte: “Chi domanda si merita risposta”.
Poi il ragazzo: “E vien freddo”.
“Bene, una breve sosta”.
11
Dal suo bue scese il Saggio
e scrissero per sette giorni in due.
Li nutriva, il gabelliere, e soltanto sottovoce
in quei giorni bestemmiava con i suoi contrabbandieri.
E il lavoro si compì.
12
E una mattina il ragazzo porse
al gabelliere ottantuna sentenze.
E per qualche provvista ringraziando
pei dirupi dietro il pino presero.
Più di così chi può esser cortese?
13
Ma non solo al Saggio si dia lode
che sul libro col suo nome splende!
Ché strappargliela si deve, prima, al Saggio la saggezza.
Anche sia grazie dunque al gabelliere
che la seppe volere.

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