Le criticità del Piano Regionale dei Servizi Sanitari in Sardegna

3 Gennaio 2022

[Mario Fiumene]

Nella bozza di riforma della Regione Sardegna dal titolo Piano Regionale dei Servizi Sanitari c’è una anomalia. Infatti manca una terza S quella del Sociale. A parte questa stranezza, alcuni giorni dopo aver presentato il piano qui menzionato, l’assessore competente ha presentato un Piano Sociale: non è chiaro il motivo di questa scelta.

Approfondiamo quanto è stato scritto nella bozza dei Servizi Sanitari territoriali: la prima impressione è che si riesumano le principali riforme delle cure primarie e dei servizi territoriali già proposte anni fa. Chi cercava la cornice di politica sanitaria si può ritenere soddisfatto (ma solo in parte). Si tratta infatti (a prima vista) di una cornice anche molto robusta perché si rievocano (forse meglio dire, si riesumano) le principali riforme delle cure primarie e dei servizi territoriali approvate a livello nazionale negli ultimi venti anni. Qui di seguito l’elenco delle presunte novità. A mio parere di nuovo non hanno nulla:

Il Distretto (la riforma Bindi, DL 299/1999 modificava la legge 833/1978).

Il Ministro R. Bindi proponeva per il Distretto Socio-Sanitario un ambito di circa 100.000 abitanti, con variabilità secondo criteri di densità di popolazione e caratteristiche orografiche del territorio. (con questa proposta si andrebbero a ridurre alcuni degli attuali Distretti della Sardegna: si allarga l’ambito di territorio. C’è da chiedersi come viene interpretato il concetto di “prossimità”: ovvero avvicinare i servizi ai cittadini. Ancora il Ministro Bindi “il Distretto è deputato al perseguimento dell’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, sociosanitarie e socioassistenziali presenti sul territorio, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione, nonché di uniformità dei livelli di assistenza e di pluralità dell’offerta. Nella bozza Ras 2021 per gli ambiti Distrettuali sardi si prevede un numero di abitanti pari a 100.000. Attualmente vari Distretti hanno una popolazione tra i 40.000 e i 65.000. Aumentando l’ambito di competenza che fine fa il concetto di “prossimità”?

Case della salute (sperimentazione introdotta dalla Ministra Turco nella legge finanziaria del 2007).

Ecco cosa scriveva il Ministro Livia Turco: “la Casa della Comunità (CdC) rappresenta il modello organizzativo che rende concreta l’assistenza di prossimità per la popolazione di riferimento. È infatti, il luogo fisico, di prossimità e di facile individuazione al quale il cittadino può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria.” Nella bozza Ras 2021 si prevede che per ogni Distretto di circa 100.000 abitanti sia presente una Casa della comunità. La prossimità dove sarebbe?

Riorganizzazione dei servizi territoriali (Decreto Balduzzi del 2012).

Il Ministro R. Balduzzi scriveva: le AFT e le UCCP costituiscono il primo anello della rete di assistenza territoriale e sono parte integrante delle CdC, sia quando operano in esse, sia nella loro individualità, nei territori a minore densità abitativa. (la Sardegna ha una densità abitativa tra le più basse in Italia!) Nella bozza Ras si legge: Elemento cardine dell’organizzazione territoriale e la Centrale operativa territoriale (COT) quale luogo dove si incontrano virtualmente i responsabili dei percorsi/processi assistenziali e dove si raccolgono, classificano e smistano le richieste per indirizzarle verso l’appropriata soluzione. Nella bozza Ras 2021 si legge: Il bacino di utenza della COT, individuato sulla base delle funzioni sopra descritte, corrisponde orientativamente al bacino di utenza media di un distretto ma può comunque avere anche una valenza aziendale. Lo stesso, pertanto, da un lato non dovrà essere troppo esteso in quanto deve essere accessibile a tutti i professionisti della salute operanti su quello specifico territorio, dall’altro non dovrà essere eccessivamente ristretto (assai chiaro?!). Ma andando avanti nella lettura della bozza Ras 2021 leggiamo: Sulla base di ciò, si ipotizza quindi un bacino di utenza di livello distrettuale o sovra distrettuale quando questo non raggiunge i 100.000 abitanti. La prossimità dove sarebbe?

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