L’origine del razzismo negli Stati Uniti

1 Luglio 2020
[David C. Nilson]

L’uccisione di George Floyd è stata una delle ultime causata da una mentalità che nasce con l’arrivo delle prime persone rapite o vendute lungo la costa occidentale dell’Africa a partire dal Seicento, a continuazione di un’usanza che probabilmente ha avuto inizio nel paleolitico, quando i George Floyd, come icone del ‘diverso’, del ‘minaccioso’, dell’uomo nero, hanno cominciato ad essere massacrati.

Nel 1862, durante la Guerra Civile, che ha visto la partecipazione di reggimenti composti da neri, per la maggior parte volontari, o discendenti di schiavi tra le truppe del nord (naturalmente i subalterni tutti neri sempre comandati da ufficiali bianchi) e la partecipazione anche di soldati molto meno volonterosi tra i secessionisti al seguito dei loro proprietari, Lincoln decretava la fine della schiavitù. Questo ha portato alla lunga scia di sangue che continua a segnare la storia degli Stati Uniti e ad esporre il suo lato più feroce e tragico.

Nel 1868 ci fu il massacro di Opelousas nella Louisiana. Dopo la fine della guerra, seguì la tragedia della Reconstruction, che mirava più a punire che a ricostruire il Sud. I neri, adesso con il diritto di voto, aderivano al partito di Lincoln, i Repubblicani; mentre i bianchi erano tutti del Partito Democratico e molti erano anche membri dei numerosi gruppi di White Supremacists (che più tardi confluirono nel Ku Klux Klan, ancora tra di noi). La maggioranza era bianca, ben armata e ansiosa di rimettere i neri ‘al loro posto’. Il massacro che i vincitori, e non solo loro, chiamarono race riot ‘sommossa razziale’ per suggerire che ad iniziarlo furono i neri – una tradizione che continua tutt’oggi.

Sempre nella Louisiana, questa volta a Colfax, nel 1873 per festeggiare la Pasqua, una milizia di bianchi “democratici” uccise più di cento neri Repubblicani. La scintilla fu l’elezione contestata del governatore dello stato nel 1872. Anche in questo caso il massacro divenne ‘sommossa razziale’.

Per non essere da meno, nella Carolina del Sud, nel 1876, ad Hamburg, cittadina abitata prevalentemente da neri, i club di ‘tiro a segno’ dei bianchi, contraddistinti dalle loro camicie rosse, torturarono e uccisero dei membri neri della locale milizia regolarmente autorizzata. Stranamente, novantaquattro dei bianchi vennero accusati di omicidio, ma non stranamente, furono tutti assolti. Anche qui, gli storici ancora dibattono sulla questione massacre/riot.

A Thibodaux, nel 1887, la Louisiana tornò a farsi avanti, ma qui si aggiunse un’altra causa dei massacri: quella dei diritti dei lavoratori, che macchiò gli Stati Uniti fino alla Seconda Guerra Mondiale. Durante la stagione della raccolta della canna da zucchero, i lavoratori scioperarono contro le loro condizioni di lavoro per tre settimane, fino all’arrivo dei gruppi paramilitari dei bianchi a protezione dei crumiri. Non si sa quanti scioperanti morirono, ma sicuramente centinaia.

Dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, in cui parteciparono dei reparti militari di soldati neri (sempre separati dai bianchi) i neri cominciarono a spostarsi in massa verso le città del nord nella vana speranza di trovare posti più ospitali dove vivere. Il 27 luglio 1919, il diciannovenne Eugene Williams di Chicago si tuffò nel Lago Michigan forse ignaro che tale lago era di fatto, ma non per legge, per soli bianchi. Morì annegato dopo essere stato colpito da pietre lanciate da un gruppo di ragazzi bianchi aizzati da un uomo bianco che la polizia si rifiutò di arrestare pur avendolo identificato. Questo segnò l’inizio di settimane di conflitti tra bianchi e neri che furono seguiti da altre in più città fino a guadagnare la nomea di Red Summer, l’estate rossa.

Nel 1921, a Greenwood, un rione di Tulsa, Oklahoma, viveva una prospera comunità di neri conosciuta come la Black Wall Street (la Borsa Valori dei Neri). A scatenare la violenza che portò alla distruzione dell’intero rione abitato dai neri fu il solito presunto stupro di una donna bianca da parte di un uomo nero, come al solito mai provato e mai neanche denunciato dalla presunta vittima. Ma bastava un pretesto qualunque per dare una lezione ai neri “che non stavano al loro posto”. Però, in questo caso anche i neri erano armati e pronti a difendersi. Un altro fatto eclatante fu l’uso da parte dei bianchi di aerei che sorvolarono la città, sparando e lanciando bombe incendiarie sulle persone e sugli edifici lasciando terra bruciata dove prima si trovava una comunità benestante.

Man mano che i neri si spostarono verso il nord e l’ovest degli Stati Uniti in cerca di opportunità per una vita migliore, si scontrarono con gli immigrati, per la maggior parte europei, con i quali si trovarono in concorrenza per i posti di lavoro. Ma mentre irlandesi, italiani, polacchi ed altri sono riusciti, non senza spargimento del loro sangue, a trovare posti di lavoro sempre più importanti e remunerativi, grazie anche alla pelle del giusto colore, i discendenti degli schiavi hanno continuato a trovare le porte chiuse ed essere le vittime di violenze inaudite, ma anche di un logoramento, giorno dopo giorno, fatto di sguardi poco amichevoli, ipocrisie tipo: “non ho niente contro i neri, ma non vorrei che mia figlia…”, oppure: “se arriva una famiglia di neri in un rione, le case perdono valore”. Quest’ultimo è un esempio lampante delle profezie che si auto-determinano: i prezzi scendono perché tutti i bianchi vogliono vendere in fretta e furia, sperando di riuscirci prima del tracollo e così provocano la caduta del valore con la loro stessa azione (È il mercato, bellezza!).

“I neri delinquono più dei bianchi”, quindi sono più nel mirino della “Police Force“, la forza di polizia – termine che sottintende che l’ordine si mantiene con la forza e non con la creazione di società più giuste ed economicamente più bilanciate, dove tutti possono aspirare a vivere una vita dignitosa; ma i loro reati vengono scoperti più frequentemente e vengono condannati, come è noto, molto più severamente dei bianchi.

“I neri sono poveri perché non hanno voglia di lavorare”, ma sono gli ultimi assunti e i primi ad essere licenziati quando il dio dei mercati si sveglia di malumore.

Mi sono sempre chiesto che fine avrei fatto se non fossi stato così intelligente da scegliere genitori bianchi, e quindi poter iniziare la corsa attraverso la vita una decina di metri più avanti degli altri. Come avrei reagito agli sguardi di disprezzo, allo “spiacente ma non assumiamo neri”, ai pochi seggi elettorali aperti nel mio quartiere nero stracolmi per scoraggiarmi dal votare; al gerrymandering – il disegno dei collegi elettorali in modo da incapsulare il voto delle minoranze; al poliziotto che mi ferma, forse perché sono nero e un po’ più alto del normale e non so se ne uscirò vivo.

Avrei partecipato alle periodiche “sommosse razziali” di gente esasperata dalla vita del ghetto infestato dalle gangs, che si sfoga colpendo i negozi simboli del consumismo? O mi sarei comportato da bravo, cioè avrei rinunciato a manifestare la mia rabbia in attesa che i problemi si risolvessero da soli? In televisione si vedono in ogni scioccante dettaglio le immagini dei neri che attaccano e bruciano i negozi. Ma dei massacri perpetrati dai bianchi a Ferguson, a Tulsa, e in tutte le altre città in quasi tutti gli stati dell’unione non ricordo di aver sentito o visto niente sulle stragi dei neri se non in qualche riga sui giornali, ma non nei testi di storia delle scuole, non al cinema, se non più recentemente con i film tipo “Mississippi Burning – Le radici dell’odio” (1988).

Adesso, con l’avvento degli smartphone e delle webcam, con le quali diventiamo fotogiornalisti, tutto il marcio comincia a venire alla luce. Si farà nuovamente il gioco del gattopardo, con qualche nuova legge che verrà ignorata fino alla sua abrogazione una volta passata la tempesta.

I berretti MAGA di Trump Make America Great Again, ‘fai di nuovo grande l’America’, dicono non tanto implicitamente che con la presidenza Obama (un nero!) gli Stati Uniti smisero di essere great. Ma in un Paese con una esigua minoranza (1%) di multimiliardari, pronti a pagare agli specialisti dell’evasione/elusione delle tasse forse più delle tasse che riescono a non pagare, e una massa di poveri, con il sistema sanitario più costoso del mondo (for profit, of course) che non dà assistenza a tutta la popolazione, forse si dovrebbe sentire la necessità di rivedere la definizione della parola great.

 

Fonti e letture:

https://en.wikipedia.org/wiki/National_Museum_of_African_American_History_and_Culture

https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_massacres_in_the_United_States

https://en.wikipedia.org/wiki/Category:Labor_disputes_in_the_United_States

https://en.wikipedia.org/wiki/Police_brutality_in_the_United_States

 

https://www.tulsakids.com/the-sounds-of-silence/

https://it.linkfang.org/wiki/Disordini_razziali_di_Tulsa

https://www.jhfcenter.org/reconciliation-park

https://en.wikipedia.org/wiki/Tulsa_race_massacre

 

Film:   https://espresso.repubblica.it/visioni/2020/06/16/news/spike-lee-come-fratelli-1.349991

https://time.com/5852476/da-5-bloods-black-vietnam-veterans/

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