Marco, caro compagno

1 Aprile 2021

[Franco Meloni]

Che dispiacere grande. Lo conoscevo perlomeno dal 1972. Ai tempi dell’impegno politico con il manifesto-pdup-democrazia proletaria.

Al di là delle appartenenze contingenti per me è sempre stato un “dirigente di riferimento”. Di lui mi ha sempre colpito la pacatezza, il richiamo alla necessità e alla pratica del ragionamento sempre e comunque. Anche quando ci si accapigliava.

Dopo i tempi eroici, seppure senza l’assiduità che ci coinvolgeva, non ci si perse mai di vista. Lui ha continuato ad esserci, sempre, in compagnia di Luigi Pintor e del suo pensiero, specialmente nelle pagine del manifesto sardo, da lui rifondato ma mai gestito con intenti proprietari, al contrario sempre aperto e disponibile, al servizio delle masse popolari (come si diceva un tempo). E in tutte le occasioni di dibattito politico che non ha mai smesso di animare.

Intransigente nei principi, quelli antichi e nobili della sua formazione comunista, che ritrovava vivere nella Costituzione, per lui (e per noi) il “vero programma” da portare avanti nell’unico grande compromesso accettabile con tutte le forze progressiste della società. Con particolare attenzione al mondo cattolico, nel suo convinto apprezzamento del “messaggio politico” di Papa Francesco.

Sempre moderato nel linguaggio e disponibile al confronto nel saper proporre quei valori fondanti nelle vicende del tempo presente. Lo avevo sentito poco tempo fa al telefono. Lo chiamai io per chiedergli un parere sulla “fase politica” perché nella confusione e nella disgregazione generale lui riusciva a darti indicazioni concrete, proprio per il suo ancoraggio a quei valori. Dopo una prima conversazione rapida mi richiamò con tutta calma e insieme mettemmo giù delle idee.

In premessa mi rimproverò come coautore di un “appello per la Sardegna” che lui condivideva in pieno, ma che gli sembrava riduttivamente rivolto al mondo cattolico, mentre occorreva stabilire patti con tutti, di diversi orientamenti, nella riproposizione del modello costituzionale. Ovviamente concordai. E ci demmo appuntamento per costruire insieme occasioni di dibattito e iniziative politiche, ulteriori rispetto a quanto già stavamo e stiamo facendo.

Facemmo perfino una lista di argomenti, ma Marco, non ti aspettavi certo di lasciarci così presto. E men che meno noi, nonostante sapessimo delle tue condizioni di salute, ultimamente non buone, ma che tu tenevi riservate, con la discrezione che ti ha sempre distinto. Ci hai lasciato un’agenda con un sacco di impegni da realizzare.

Cercheremo di fare tutto, in stretto raccordo in particolare con il manifesto sardo e le altre entità democratiche e tu idealmente sarai con noi. Condoglianze e affettuosa vicinanza a tua moglie Maria Grazia, alle figlie Valeria e Laura e familiari. E ai compagni e amici del manifesto sardo, della sinistra sarda e oltre.

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