Proconsoli e direttori
18 Ottobre 2018[Ottavio Olita]
Se possedessi l’elegante ironia, il graffiante sarcasmo di Giommaria Bellu basterebbero tre battute per rispondere all’ignobile editoriale con il quale Guido Paglia – l’ennesimo ‘proconsole’ inviato in Sardegna per ‘normalizzare’ gli eventi – assume la direzione di Sardinia Post. Per zittirlo basterebbe ricordargli il ‘Caso Tulliani’ o la nomina a responsabile della Comunicazione e delle Relazioni Esterne della Rai, contrapposte alla specchiata pulizia umana e professionale di Giommaria. Ma siccome io sono – come da definizione di Paglia – “uno di quelli come lui” (Bellu), sento il bisogno, quasi il dovere di sfogare la mia indignazione rievocando fatti, non chiacchiere.
Da collega di Giommaria ho sperimentato che l’unico “Verbo” da lui conosciuto è l’arma del dubbio. Esercizio costante, continuo, anche a danno di sé. Da La Nuova Sardegna a inviato speciale di Repubblica non ha mai cambiato metodo di lavoro. A lui si deve, nel silenzio ufficiale italiano, la scoperta della prima terribile tragedia dei naufragi dei disperati del mare tenuta nascosta e da lui raccontata in “I fantasmi di Portopalo”.
Passato poi alla vicedirezione de l’Unità, quando quell’esperienza si concluse non è andato ad elemosinare “qualche poltrona”, ma ancora una volta ha ricominciato da capo, con Sardegna 24 prima e Sardinia Post poi inventando modelli editoriali che hanno rappresentato innovazione e sperimentazione, con il coinvolgimento di una nuova generazione di giornalisti. Un editore vero sarebbe stato orgoglioso di questi successi. Evidentemente, divenuto punto di riferimento per tanti lettori, lo strumento informativo costruito dal niente da Giommaria deve ora servire ‘per altro’, soprattutto in vista delle prossime elezioni regionali.
Un giornalista del genere poteva prestarsi passivamente ad “attività sinergiche” con l’imprenditore-armatore? Per Guido Paglia sembra invece quasi obbligatorio che il giornalista faccia il marchettaro per il suo editore e tutto questo lo dichiara nel nome del “Rispetto”. Se svolgerà le sue mansioni di “informatore neutrale” con il “Rispetto” che ha mostrato per Bellu, ne leggeremo delle belle.
Infine la dichiarazione forse più offensiva per il mondo giornalistico sardo. Il “proconsole” dichiara che si impegnerà ad individuare qualcuno che, conoscendo a fondo i problemi della Sardegna, si impegni ad essere “neutrale”: cervello piatto e nessuna funzione critica. Non vorrei essere nei panni di chi verrà “individuato” e scelto sulla base dei criteri chiaramente illustrati dal plenipotenziario di Onorato, soprattutto perché avrà il compito di costruirsi un parco lettori completamente diverso da quello esistente.
Quel che è successo a Sardinia Post meriterebbe una riflessione ben più ampia, rispetto alle sole sorti di un bravo giornalista come Giommaria Bellu. L’informazione del sud dell’isola è monopolizzata da un solo editore il quale si affida ad un unico direttore per tre testate importantissime come L’Unione Sarda, Videolina, Radiolina.
Chiusa la redazione di Cagliari, La Nuova Sardegna si è rinchiusa nel tradizionale territorio sua roccaforte storica. Ora una delle voci più indipendenti e seguite viene di fatto messa a tacere.
Sicuro che non si possa e debba fare proprio niente?
18 Ottobre 2018 alle 14:55
Pienamente d’accordo per quanto letto. Ho deciso di non acquistare la rivista non più firmata da Bellu. Mi terrò come preziosa collezione Tutti i numeriche dal primo all’ultimo acqustati con la firma di un vero giornalista… perdi più Sardo che non guasta.
18 Ottobre 2018 alle 16:43
Semplicemente e sinteticamente, caro Ottavio, hai fatto/scritto anche per me – e non solo – che in situazioni simili non riuscirei ad essere esaustivo ed efficace allo stesso modo! Auguri a Giommaria che, certamente, saprà ancora dare il suo migliore contributo alla nostra Sardegna e a tutti noi.
19 Ottobre 2018 alle 22:50
Quanta verità, caro Ottavio, nelle tue parole. A Giommaria Bellu, che non conosco ma di cui ho letto tantissimo, tutta la mia solidarietà e vicinanza