Ritorno al Medioevo

1 Settembre 2021

[Amedeo Spagnuolo]

Le donne subiscono ingiustizie di varia natura da sempre, al punto che, ancora oggi, ci sono persone che, in maniera molto superficiale, affermano che, proprio per questo, la subordinazione della donna nella nostra società rientri nella normalità altrimenti le donne non avrebbero aspettato la fine del ‘700 e, in seguito, il movimento delle suffragette per rivendicare i loro diritti.

È ovvio che ci troviamo di fronte alle solite banalizzazioni maschiliste (e non solo) condite da un bel po’ d’ignoranza che non tengono in alcun conto il contesto storico nel quale sono state costrette a vivere le donne nei secoli passati ovvero obbligate a subire un’oppressione legittimata e caricate d’impegni faticosissimi (la cura della casa, dei figli, della terra e dei mariti, spesso, depressi e ubriaconi) che non le consentivano nemmeno di pensare a come organizzare una qualche forma di ribellione.

Personalmente, ho vissuto in maniera diretta una delle tante forme d’ingiustizia che le donne hanno dovuto subire nel corso dei secoli a causa di un sistema economico – sociale strutturato a “misura di maschio”. Mi riferisco alla vicenda che ha coinvolto mia madre, ma come lei ha interessato la stragrande maggioranza delle donne di quel periodo. Lei amava tantissimo leggere e studiare, probabilmente se avesse continuato gli studi, chissà, sarebbe diventata una ricercatrice, un’insegnante, una maestra o semplicemente una persona con un titolo di studio superiore che l’avrebbe gratificata e resa felice e, invece, fu costretta ad abbandonare gli studi dopo la scuola elementare perché a quei tempi a studiare dovevano essere i figli maschi, tanto il compito principale assegnato alle donne era quello di fare un “buon matrimonio”.

Ricordo bene la tristezza negli occhi di mia madre quando noi figli le chiedevamo di spiegarci perché non avesse studiato, lei che aiutava con entusiasmo tutti noi a fare i compiti e mostrava di aver imparato tutto quello che sapeva da autodidatta. Rispondeva con poche parole, dure e rancorose: “mia madre, un giorno, mi disse che non sarei andata più a scuola dopo le elementari, in casa c’era bisogno di aiuto, alla scuola e all’istruzione ci avrebbero pensato i maschi. In quel momento pensai che sarei morta dal dolore, la persona che mi aveva messo al mondo stava spazzando via con un colpo di spugna i miei sogni. A quel tempo si poteva solo obbedire, ma di nascosto le mie letture continuarono e solo in quel modo riuscii a sopravvivere”. Insomma, la storia delle donne, in tutto il mondo, è una storia di soprusi e ingiustizie perpetrata scientemente dai maschi, in alcuni casi affiancati da donne “collaborazioniste”, per dominare politicamente ed economicamente l’altro sesso, anzi per essere precisi, gli altri sessi.

D’altro canto, quello che sta succedendo in Afghanistan, lasciando perdere per un attimo le gravi responsabilità del mondo occidentale, non è altro che un processo volto a riaffermare con cinismo e brutalità il potere degli uomini, in questo caso i talebani, su una società che timidamente si stava aprendo alle legittime rivendicazioni delle donne. L’affermazione a molti sembrerà sicuramente azzardata tenendo conto delle motivazioni geopolitiche che muovono gli eserciti in quell’area e non solo. Se però osserviamo con attenzione ciò che accade in Oriente ci rendiamo conto che in tutti quei paesi in cui si è consolidato un potere teocratico e maschilista il nemico numero uno da combattere diviene la donna, questo perché, in quell’area, la liberazione della donna porterebbe, inevitabilmente, a un ricollocamento dell’islam su posizioni “moderate” che ovviamente ridurrebbe in maniera consistente il potere degli uomini e il loro controllo asfissiante sulla vita quotidiana delle donne. Allo stesso tempo danneggerebbe anche l’ipocrita mondo occidentale che, grazie alla, per adesso, utopistica liberazione della donna nelle cosiddette società orientali, si ritroverebbe di fronte un mondo islamico più forte e competitivo da tutti i punti di vista e quindi molto più difficile da continuare a colonizzare.

La realtà afghana di questi giorni, invece, ci racconta una storia del tutto diversa e terribile ovvero la ricaduta nel medioevo delle donne. Infatti, solo l’ingenuità di qualche politico italiano sprovveduto può credere nelle parole rassicuranti dei talebani che in questi giorni scorrazzano per le vie di Kabul. Tra un po’, temo, assisteremo di nuovo a quello che il governo talebano tra il 1996 e il 2001 ha imposto alle donne di quel paese. In quegli anni i talebani, ossessionati dalla figura femminile, costrinsero le donne ad accettare comportamenti assurdi, incredibili e al di fuori di qualsiasi più cruda immaginazione: erano recluse in casa e potevano uscire solo con la presenza di un maschio che fungeva da tutore; obbligo d’indossare il burqua e divieto assoluto di utilizzare cosmetici; proibito ridere, lavorare e frequentare la scuola; l’uomo non poteva rivolgere la parola a una donna e questa doveva sempre tenere lo sguardo rivolto in basso al cospetto di un uomo, guai stringergli la mano; dalla televisione, dalle radio e dagli uffici pubblici furono cacciate via di colpo tutte le donne; addirittura le donne non potevano più andare in bicicletta o praticare uno sport; se una donna veniva sorpresa per strada da sola rischiava di essere fustigata in piazza da folle di esaltati; incredibilmente era vietato anche il rumore dei tacchi e di calzari troppo rumorosi. Non parliamo poi delle migliaia di donne giustiziate per adulterio. In questa terribile situazione non si contano le donne che si lasciarono morire o si suicidarono anche dandosi fuoco.

La vera domanda ora è: cosa farà l’Occidente per porre rimedio al disastro causato? Con l’assurda convinzione di esportare la democrazia con le armi ha occupato l’Afghanistan per venti anni per poi abbandonarlo vergognosamente nelle mani dei talebani che stanno già girando casa per casa a reclamare il loro bottino: giovani donne non sposate dai 12 ai 45 anni da schiavizzare e violentare!

Fonte immagine: Kabul © Ap

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI