Siti di interesse nazionale da disinquinare, ancora in alto mare
16 Maggio 2019[Stefano Deliperi]
I siti di interesse nazionale per le bonifiche ambientali (S.I.N.) “sono individuabili in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e pericolosità degli inquinanti presenti, al rilievo dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali” (art. 252, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
Sono puntualmente individuati con provvedimenti del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e attualmente sono 41. I livelli di inquinamento sono così elevati da rappresentare pesanti ripercussioni anche sulla salute dei residenti, come indicato chiaramente dall’aggiornamento del Rapporto SENTIERI – Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento, progetto finanziato dal Ministero della Salute e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (I.S.S.), avente quale obiettivo lo studio del rischio per la salute nei siti di interesse nazionale per le bonifiche (S.I.N.).
I dati emersi sono semplicemente drammatici, peggiori dei precedenti, e dovrebbero spingere qualsiasi persona di buon senso – in qualsiasi ruolo sia – a una rapida inversione di tendenza. Eppure sui due terzi dei S.I.N. è stato fatto soltanto il piano di caratterizzazione, nemmeno un serio intervento di bonifica ambientale, come emerge chiaramente dal Rapporto I.S.P.R.A. SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE – Edizione 2018.
In Sardegna vi sono i due S.I.N. del Sulcis – Iglesiente – Guspinese (istituito con D.M. n. 468/2001, individuato con D.M. 12 marzo 2003 e riperimetrato con D.M. 28 ottobre 2016), attualmente esteso 32.416 ettari a terra e 19.751 ettari a mare, e delle Aree industriali di Porto Torres (istituito con legge n. 179/2002, individuato con D.M. 7 febbraio 2003 e riperimetrato con D.M. 21 luglio 2016), attualmente esteso 2.748 ettari a terra e 1.874 ettari a mare.
Secondo il Rapporto I.S.P.R.A. (2018), nel S.I.N. del Sulcis – Iglesiente – Guspinese il piano di caratterizzazione è stato effettuato sia a terra che a mare per il 48% dell’estensione, mentre il progetto di bonifica/messa in sicurezza è stato approvato solo per il 9% per l’area a terra e il 10% per l’area a mare, ma gli interventi sono stati effettuati soltanto per l’8% per l’area a terra e il 6% per l’area a mare.
Nel S.I.N. delle Aree industriali di Porto Torres il piano di caratterizzazione è stato effettuato per il 71% delle aree a terra e per il 72% delle aree a mare, mentre il progetto di bonifica/messa in sicurezza è stato approvato solo per il 8% per l’area a terra e il 72% per l’area a mare, ma gli interventi sono stati effettuati soltanto per 12% per l’area a terra e il 2% per l’area a mare.
Una miseria, sotto tutti i punti di vista. In queste situazioni quantomeno sarebbe necessario non aumentare i già pesanti carichi inquinanti nelle aree interessate. Ma le intenzioni non sono queste. Per esempio, a Portoscuso ci si vende l’anima pur di far ripartire – a spese pubbliche – il ciclo dell’alluminio primario (Alcoa, Eurallumina) pur paventandosi un disastro sotto il profilo ambientale e sanitario,1 pur avendo prospettive negative sul piano economico. Nemmeno la disponibilità all’esame di proposte alternative, come quella della trasformazione in polo dell’alluminio riciclato, meno inquinante, meno energivoro, con gli stessi posti di lavoro.
E’ un disastro annunciato, un bombardamento di metalli pesanti quotidiano e pluridecennale, ben più vicino di quello drammatico dello Yemen. Amministratori pubblici di ogni livello, uomini di Chiesa, sindacalisti, imprenditori, operai, cittadini, volete continuare così? Bene, allora ognuno si prenda la sua parte di responsabilità.
Stefano Deliperi è il portavoce del gruppo d’Intervento Giuridico onlus
qui il Rapporto I.S.P.R.A. SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALE – Edizione 2018
qui la Mappa dell’inquinamento: tutti i 58 siti a grave rischio sanitario in Italia (da Business Insider, 3 maggio 2019)
qui l’aggiornamento del Rapporto SENTIERI – l’incidenza del mesotelioma (2016)
1 Sul piano del deficit cognitivo delle giovani generazioni causato dagli alti livelli di piombo nel sangue vds. https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2017/03/31/piu-piombo-nel-sangue-uguale-meno-intelligenza/