The Shukran, il social network dell’uguaglianza

16 Maggio 2016
theShukran
Roberto Loddo

The Shukran è un nuovo social network dove puoi dire Grazie. Una piazza virtuale che mette in collegamento persone in diverse parti del Mondo. Shukran in lingua araba vuol dire grazie. L’idea degli sviluppatori è quella di far trasmettere da ogni foto postata un dono, un gesto che merita un grazie, un atto che trasmette uguaglianza e rispetto. Questo nuovo social network attraverso le immagini ci propone di farci conoscere mondi diversi nella loro reale quotidianità. Illies Amar, 22 anni è un ragazzo italiano di origini algerine che studia Medicina all’Université Libre de Bruxelles, è attivo in diverse associazioni che sostengono le persone più fragili e svolge il ruolo di amministratore delegato all’interno del social network The Shukran. Abbiamo parlato con lui di questo luogo prezioso che si propone di generare dialogo tra le due sponde del mediterraneo e costruire un ponte fra il mondo orientale e occidentale.

I social sono sempre meno social, sono divenuti pettegolezzo, esibizione e talvolta sono uno spazio che toglie agli utenti la capacità di immedesimazione con l’Altro e che alimenta la malainformazione online a colpi di tweet e post su Facebook.

L’azzeramento delle identità nei social network ha prodotto effetti dannosi per l’interazione tra le persone: manie di protagonismo, la continua sfida delle persone nel dire qualcosa ad ogni costo, fare i paladini della giustizia e gli esperti di qualsiasi argomento. Inoltre non ci può essere nessuna reale interazione se non si ha conoscenza dei luoghi e dei modi di vita delle altre culture che ci circondano.

The Shukran vuole creare relazione con il mondo che ci circonda superando le frontiere ma con un atteggiamento di ringraziamento e di rispetto. Una sfida difficile dove nessun social network esistente è riuscito nell’intento.

I social sono nati con l’intento di mettere in relazione le persone, creare rete tra gli individui, ma hanno tralasciato la cosa più importante, cioè la connessione fra identità, tra differenti identità culturali. The Shukran vuole mettere al centro della relazione tra gli utenti proprio le diversità culturali di ogni comunità.

Shukran vuol dire grazie, ma si può apprezzare davvero la quotidianità degli altri senza questa ricerca spasmodica del like e dei followers?

Sì ma prima di apprezzare la quotidianità degli altri dobbiamo imparare ad apprezzare la nostra quotidianità. Dovremmo apprezzare di più i piccoli gesti quotidiani che ci circondano e da li finalmente potremmo apprezzare anche la quotidianità degli altri. Molto spesso non riconosciamo questi gesti e ci passiamo sopra come un treno, forse per abitudine o routine, ma conoscere il proprio quotidiano e riconoscere il quotidiano dell’Altro è il primo passo per la creazione di sinergia tra le persone e le loro culture.

Cosa differenzia TheShukran dagli altri social?

La nostra sfida è stata quella di riportare tutte le persone che abitano The Shukran sullo stesso piano di relazione. Abbiamo abolito questo sistema gerarchico e verticale degli amici, dei followers e dei Vip. I due pilastri di TheShukran sono Coesistenza e riconoscenza reciproca. Nella nostra piattaforma non ci sono polemiche aggressive, non c’è violenza e nemmeno offese, la comunità di The Shukran è pacifica e accogliente.

A chi è venuta l’idea di questa piattaforma?

The Shukran nasce da un’idea di seconde generazioni italiane di varie origini: marocchine, tunisine, algerine, pakistane, egiziane e tante altre ancora che assieme a giovani europei hanno voluto dar vita ad un luogo di scambio e di autentica conoscenza di identità altra. L’idea è nata dall’esigenza di creare un social network che abbia veramente dei principi condivisibili da ogni persona, che metta in pratica e rappresenti i valori cardine della società, coesistenza, rispetto reciproco, valorizzazione della propria identità e dialogo.

Da chi è composto il vostro team?

Raccoglie giovani studenti universitari come me, sviluppatori, esperti di start up, grafici, esperti di comunicazione, blogger, avvocati, esperti di diritto e tanti studenti impegnati in vari settori ma uniti dal desiderio di diffusione di idee di pace, conoscenza e fratellanza.

Come si fa a costruire elementi di pluralità e umanità attraverso i social network?

The Shukran è nato in Italia, ma è curioso come i primi tre Paesi in classifica nel numero di utenti siano Indonesia, Afghanistan e Malesia, un dato che ci fa comprendere l’esistenza di una volontà di farsi conoscere da parte di un’area del sud-est asiatico che sente il bisogno di raccontare la propria vita al resto del mondo. Le varie fotografie che ci arrivano da The Shukran ci aiutano a guardare, osservare e conoscere questo pezzo di mondo, la sua società e altri luoghi sconosciuti.

Il dramma del terrorismo e delle guerre nel mondo sta alimentando l’islamofobia, e sono sempre più crescenti gli episodi di xenofobia e razzismo. E’ come se si aggiungessero un po’ alla volta mattoni fatti di pregiudizi alla costruzione di barriere tra le nostre culture e religioni. È possibile cambiare rotta con un social network?

Ti rispondo con le parole di Cat Stevens che a seguito di queste orribili stragi di esseri umani ha dichiarato che giudicare una religione per alcuni individui che commettono questi atti è come giudicare un’automobile dal proprio autista ubriaco. Noi di The Shukran cerchiamo di abbattere questi pregiudizi attraverso semplici fotografie che si presentano come finestre verso il mondo della vita quotidiana dell’Altro, fotografie che trasformano in reale i suoi momenti di vita quotidiana, dalla gioia alla solitudine.

Si può sconfiggere il pregiudizio con una foto?

Una foto può essere una finestra aperta sul mondo, dove si guarda senza pregiudizio, dove le fotografie caricate non solo rappresentano la testimonianza del quotidiano, ma sono anche una risposta di conoscenza contro il pregiudizio e l’intolleranza.

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