Uno stop al Far West: sospesa la centrale eolica offshore nei mari sardi

16 Luglio 2022

[Stefano Deliperi]

La Capitaneria di Porto di Cagliari ha comunicato (nota prot. n. 31244 del 14 luglio 2022) di aver proceduto alla sospensione della conferenza di servizi decisoria per il rilascio della concessione demaniale marittima trentennale per la realizzazione della centrale eolica offshore flottante Repower Renewable s.p.a. nel mare della Sardegna meridionale, già convocata per il 18 luglio 2022.

La Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, intende realizzare una centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori (15 MW di potenza ciascuno) per una potenza complessiva di 495 MW, cavidotti, connessione a terra nel porto industriale di Sarroch (qui l’avviso relativo all’istanza).

Unici atti di opposizione pervenuti in termini sono del Comune di Domus de Maria e dell’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (3 marzo 2022), che ha coinvolto anche il Ministero della Transizione Ecologica, la Regione autonoma della Sardegna, i Comuni rivieraschi (Cagliari, Quartu S. Elena, Maracalagonis, Sinnai, Villasimius, Capoterra, Sarroch, Pula, Domus de Maria, Teulada).

Recentemente – e fuori termine – sono pervenuti gli atti di opposizione dei Comuni di Villa san Pietro (8 luglio 2022), di Pula (7 luglio 2022), di S. Anna Arresi (6 luglio 2022), di Sarroch (7 luglio 2022), mentre sono pervenute richieste di integrazione da parte del Vigili del Fuoco (30 giugno e 7 luglio 2022), dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna (7 luglio 2022). L’’Assessorato dell’Agricoltura della Regione autonoma della Sardegna ha chiesto una proroga dei termini (7 luglio 2022).

Le verifiche della Capitaneria di Porto di Cagliari e le perplessità della Presidenza del Consiglio.

Dagli accertamenti svolti dalla Capitaneria di Porto è emerso che “per quanto riguarda il posizionamento del cavo sottomarino, recapitante, come detto, nel Comune di Sarroch, lo stesso attraversa un’area di ancoraggio (denominata ‘Echo’) attualmente destinata ed utilizzata dalle navi che approdano nei terminali petroliferi di Sarroch (ordinanza Capitaneria di Porto Cagliari nr. 09/2021 del 28/01/2021). Inoltre, lo specchio acqueo richiesto dista circa 9 miglia nautiche dal limite esterno di un’area di interdizione temporanea per lo svolgimento delle attività militari addestrative presso il poligono militare di Capo TeuladaCon riferimento all’Ufficio Circondariale Marittimo di Sant’Antioco, lo stesso ha evidenziato criticità legate all’eventuale restrizione alle attività di pesca derivanti dal posizionamento dell’impianto, in virtù della disposizione contenuta nell’art. 152 del D.Lgs. 259/2003”.

Inoltre, “con riferimento al traffico navale, dall’analisi dei dati, sono emersi flussi di traffico di unità navali che, pur non attraversando rotte obbligate, interessano comunque lo specchio acqueo relativo all’istanza in argomento, ubicato a circa 20 miglia a sud della Sardegna”.

La Capitaneria di Porto di Cagliari ha chiaramente evidenziato “la necessità di una pianificazione preliminare delle aree da destinare all’ubicazione degli impianti eolici” e “ha avanzato  formale  quesito (nota  prot.  nr.  26514  del  15/06/2022)  al  Ministero  delle  Infrastrutture  e  delle  Mobilità sostenibili chiedendo che fossero impartite le opportune ed urgenti disposizioni per il prosieguo dei delegati procedimenti amministrativi aventi ad oggetto il rilascio delle concessioni demaniali marittime per la realizzazione di impianti eolici off-shore, a seguito delle osservazioni avanzate dal Rappresentante unico delle  Amministrazioni  statali  istituito  presso  la  Presidenza  del  Consiglio  dei Ministri, il quale ha espresso delle perplessità in merito alla correttezza dell’iter amministrativo seguito, formalizzate poi con nota prot. nr. DICA-0017452-P del 23 giugno 2022”.

La stessa Società energetica, “preso atto dei pareri e delle osservazioni ad oggi pervenute nell’ambito  del  procedimento  per  il  rilascio  della  concessione  demaniale”, ha preferito avviare la procedura di scoping VIA (art. 21 del decreto legislativo n. 152/2005 e s.m.i.) per far individuare dal Ministero della Transizione Ecologica i contenuti dello studio di impatto ambientale finalizzato alla procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).  La procedura di scoping VIA è stata avviata (5 luglio 2022) e la Società energetica ha chiesto (13 luglio 2022) la sospensione della procedura di concessione demaniale marittima “in attesa della  definizione  della  procedura  di  valutazione  dell’impatto  ambientale”.

I motivi del “no” al Far West eolico nei mari della Sardegna.

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

E’ proprio il caso della trasformazione della Sardegna in piattaforma produttiva destinata alla servitù energetica, come esplicitato chiaramente da Terna s.p.a. e  avallato dall’attuale Ministro della Transizione Ecologica Antonio Cingolani.

Qualche sintetica considerazione.

L’amministratore delegato del Gruppo ENEL Francesco Starace, circa un anno fa ha affermato che lo “scenario ipotizza l’installazione, a Thyrrenian link in esercizio, di un gigawatt di batterie e circa 4/5 gigawatt di potenza di rinnovabili in più rispetto a quanto abbiamo adesso. Oltre agli ovvi benefici ambientali, come la scomparsa di fatto dell’anidride carbonica prodotta dalle fonti fossili, un piano del genere svilupperebbe investimenti sull’intera filiera da qui al 2030 di 15 miliardi di euro, un indotto più che doppio e una occupazione tra i 10 e i 15mila addetti qualificati e specializzati”.

A oggi in Sardegna non esistono impianti di conservazione dell’energia prodotta.

Con la realizzazione del Thyrrenian Link, il nuovo doppio cavo sottomarino di Terna s.p.a. con portata 1000 MW, 950 chilometri di lunghezza complessiva, da Torre Tuscia Magazzeno (Battipaglia – Eboli) a Termini Imerese, alla costa meridionale sarda.   Dovrebbe esser pronto nel 2027-2028, insieme al SA.CO.I. 3, l’ammodernamento e potenziamento del collegamento fra Sardegna, Corsica e Penisola con portata 400 MW, che rientra fra i progetti d’interesse europeo.

Al termine dei lavori, considerando l’altro collegamento già esistente, il SA.PE.I. con portata 1000 MW, la Sardegna avrà collegamenti con una portata complessiva di 2.400 MW.  Non di più.

In Sardegna, al 20 maggio 2021, risultavano presentate ben 21 istanze di pronuncia di compatibilità ambientale di competenza nazionale o regionale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 MW, corrispondente a un assurdo incremento del 150% del già ingente comparto eolico “terrestre” isolano. 

Complessivamente dovrebbero esser interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli da. un’ottantina di richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici.

Le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 agosto 2021 risultavano complessivamente pari a 5.464 MW di energia eolica + altri 10.098 MW di energia solare fotovoltaica, cioè 15.561 MW di nuova potenza da fonte rinnovabile, a cui devono sommarsi i dieci progetti per centrali eoliche offshore finora presentati, che dichiarano una potenza pari a circa 7 mila MW.

In tutto sono più di 22.500 MW, cioè più di undici volte i 1.926 MW esistenti (1.054 MW di energia eolica + 872 di energia solare fotovoltaica, dati Terna, 2021).

Significa energia che non potrà essere tutta utilizzata in Sardegna, non potrà esser trasferita verso la Penisola, non potrà essere conservata.  

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè lo Stato, cioè la Collettività di tutti noi) per essere in buona parte sprecata.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Una vergognosa speculazione energetica con un bel po’ di soldi pubblici e incentivi, tanto per cambiare.

Cosa ben diversa sarebbe se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offrente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro e procedure.

Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

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