Airaudo: “Il nuovo soggetto deve avere ambizioni unitarie”

1 Febbraio 2016
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Daniela Preziosi

Pubblichiamo l’intervista di Daniela Preziosi a Airaudo pubblicata su Il Manifesto. (Red)

«Anche a Torino il Pd si allarga a destra. Prima l’endorsement di Enzo Ghigo, fondatore di Forza Italia e ex presidente della Regione. Poi la strizzata d’occhio a Comunione e liberazione attraverso Giampiero Lea e la ’sentinella in piedi’ Silvio Magliano (riferimenti politici di Cl in Piemonte, ndr)». Giorgio Airaudo, candidato sindaco della lista Torino in comune tiene a dire che non solo a Milano il Pd imbarca a destra. «Tanto più – ragiona – che il centrodestra fa il nome di Osvaldo Napoli, che anche lui è dell’Anci. Nel calcio si chiamerebbe ’biscotto’: quando la squadra debole favorisce la squadra forte».

Anche a Torino nasce il partito della nazione?

Più che della nazione, nasce il partito di Renzi. La versione 2.0 del partito del leader. Perché, come dice lui, “chi fa lo schifiltoso con i voti perde”. Basta che lo lascino fare quel che vuole. A Torino non c’è stato neanche bisogno di un manager come Beppe Sala per fare quest’operazione. Tanto Fassino non vede non sente non parla, di Renzi nulla sa.

Vuol dire che Fassino prende le distanze da Renzi? Perché?

Perché c’è un ampio elettorato di sinistra che non si riconosce nelle politiche del governo nazionale. Per questo Fassino prova a presentarsi come un semplice buon sindaco.

Però la sua sinistra ha governato con Fassino. Oggi cosa gli contestate, in concreto?

Da presidente dell’Anci, con la storia e l’autorevolezza che ha, poteva mettersi a capo di una proposta nazionale per fronteggiare la crisi. Per esempio sull’emergenza casa, visto che Torino è la capitale nazionale degli sfratti incolpevoli. Poteva concretamente difendere il suo territorio dalle politiche di tagli.

Grazie a lei a Torino è in corso un miracolo: la sinistra è unita.

Non è un miracolo, è un percorso. E poi oltreché unita qui la sinistra è andata oltre sé. Non avremo simboli di partito, solo il simbolo della lista. Aggregheremo ambientalisti, come quelli di Green Italia, società civile, ex pd. Siamo usciti subito dall’alternativa fra irrilevanti dentro il gioco renziano e irrilevanti fuori in attesa di tempi migliori. Penso a Milano: si sono divisi per sapere quale minoranza proverà a condizionare il renziano di turno. Ma condizionare Renzi è una chimera.

I voti di Balzani e quelli di Majorino sommati, anche non tutti, farebbero maggioranza. Insieme avrebbero vinto. Ma anche avendo perso restano due minoranze importanti e corpose.

Ma le due minoranze non si sono sommate. Credo che su questo Pisapia abbia delle responsabilità. E comunque c’è un errore di valutazione all’origine: il disegno di Renzi non si può condizionare da dentro. Al proprio interno è ipermaggioritario: la rottamazione non prevede minoranze, solo buoni e cattivi. E così sono passati dal guidare un processo, come ha fatto Pisapia, a chiedere che il renziano manager ex centrodestra tenga conto anche di loro. Pisapia è stato usato per far finire l’esperienza arancione.

È il voto, a volte si perde. Se fosse a Milano cosa farebbe ?

Quello che abbiamo fatto a Torino. Metterei insieme tutte le alternative. Il tema della sinistra è unire ed essere credibili.

Sarebbe credibile sfilarsi dalle primarie perché si è perso?

Le primarie milanesi sono state immaginate come strumento di difesa dell’esperienza di Pisapia. Lo capisco. Anzi, poteva funzionare. Ma non se ti presenti diviso in due.

Airaudo, glielo chiedo, come fanno tutti: invece a Torino volete solo far perdere Fassino?

Abbiamo l’ambizione di essere un’alternativa di governo. E anche di un altro modo di governare. Serve un nuovo municipalismo. Non diremo mai ’non è colpa nostra, il problema non è di nostra competenza’. Bisogna occuparsi dei problemi delle persone: dalla casa al lavoro.

Faccia un esempio concreto.

Sul lavoro, il green new deal di cui parlava un grande torinese come Luciano Gallino (il sociologo recentemente scomparso, ndr) deve partire dai municipi. Un comune può decidere che il lavoro pubblico non sia retribuito al di sotto dei contratti nazionali, anche quello dei soci lavoratori delle cooperative sociali. Basta un’azione concreta e possibile: nei bandi degli appalti bisogna scrivere che sotto i minimi contrattuali non si può andare.

Le amministrative coincidono con la nascita del soggetto di sinistra. È una coincidenza fortunata o un limite rispetto alle alleanze locali, che si auspicano più ampie?

Il nuovo soggetto deve avere ambizioni unitarie. Ci si può anche arrivare per aggregazioni successive, ma bisogna arrivare velocemente a una proposta unitaria. In questo paese c’è un mucchio di persone che chiedono politiche alternative, ma chiedono che tu gli metta a disposizione uno strumento che sia utile, che li faccia contare. Quindi vanno bene tutti i processi che aggregano. L’assemblea del 19 febbraio deve riaprire un processo, ma deve avere l’intelligenza di non chiuderlo. Bisogna accumulare forza per un’alternativa da proporre al paese. Anche perché le elezioni politiche non sono lontane.

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