Cagliari città capitale

16 Maggio 2015
cagliari
Roberto Mirasola

L’elezioni amministrative dell’anno prossimo a Cagliari rappresenteranno un momento importante non solo per la città e per l’area vasta ma anche per l’intera regione. La legge Del Rio che regolamenta, tra l’altro, la soppressione delle Province, ha istituito con legge ordinaria 10 città metropolitane ben definite alle quali si affiancano quattro città metropolitane individuate dalle regioni a Statuto Speciale. Tra queste vi è Cagliari. E’ probabile, dunque, che l’anno prossimo si eleggerà per la prima volta il sindaco metropolitano con relative competenze in campo di sviluppo strategico del territorio, gestione integrata dei servizi e via dicendo. E’ evidente dunque l’importanza della futura tornata elettorale.  C’è da dire però che la novità introdotta dal legislatore nazionale impone un giusto intervento legislativo regionale in forza dello Statuto. Ci auspichiamo che, il Disegno di legge predisposto e presentato dalla giunta regionale contenga il riassetto complessivo del sistema degli EE:LL sardi proprio in forza della competenza primaria. Avendo cura di definire quanti e quali livelli istituzionali dovranno occuparsi delle competenze conferite o conferibili tenendo in debito conto la natura, la quantità e la qualità del territorio sardo e dei comuni sardi. Questo se non si vogliono creare inutili competizioni, tra Regione e Comuni, tra Regione e città sarde (19) e tra le città, i Comuni e il Capoluogo come le polemiche attuali evidenziano. Il rischio potrebbe essere quello che esistano cittadini di serie A e di serie B ed è evidente come il ruolo che una città assume all’interno di una regione debba essere conquistato per i meriti che essa dimostra e per la capacità di rappresentare equilibri ed interessi propri e di area vasta. I cambiamenti oggi in atto a livello europeo che si ripercuotono a livello nazionale impongono alla città capoluogo di giocare un ruolo di primo piano per il futuro della stessa regione. E’ chiaro a tutti, che oggi le decisioni fondamentali per la vita delle persone vengono prese lontane dai territori interessati ed è del tutto evidente che le politiche di austerità imposte dalla BCE e dalla commissione Europea vengono prese a Bruxelles e a Francoforte disinteressandosi della volontà popolare oggi purtroppo quanto mai inascoltata. Proprio per questo occorre mettere a Sistema la Regione, le città sarde e il sistema delle autonomie comunali.  Allo stato attuale, l’U.E decide per gli stati membri, lo Stato Centrale decide per le Regioni, ne è un esempio la riforma del titolo V della Costituzione. La Regione Sardegna, ad esempio, non avrà più voce in capitolo su temi quali: finanza pubblica, fisco, scuola, università, ambiente e beni culturali. Tutto ciò è inaccettabile, per queste ragioni parliamo del principio di autodeterminazione sancito dall’O.N.U. Ciò significa che si deve aprire una nuova fase per la Sardegna, superando quella dell’Autonomia e affermando invece quella dell’Autodeterminazione. In tutto questo Cagliari deve assumere un ruolo di Città guida, cosa che del resto appartiene già alla sua storia. Ricordiamoci i moti popolari del maggio 1906 che ebbero origine dal eccessivo rialzo dei prezzi a fronte di salari bassissimi e videro la città protagonista. Cagliari città Capitale della Sardegna quindi, capace di mettere in rete Comuni e città sarde e queste in relazione con la Regione, sollevando temi politici vitali per la nostra terra quali: vertenza entrate (a tutt’oggi irrisolta), aprire un tavolo di confronto in conferenza Stato Città per rinegoziare i criteri di partecipazione al Patto di stabilità interno che mortifica sempre di più i cittadini. La politica deve prendere il soppravvento perché la semplice amministrazione oggi non è più sufficiente. Un nuovo modello di sviluppo sostenibile deve sostituirsi a quello oggi esistente, ponendo al suo centro il rapporto ambientale che deve salvaguardare  la salute delle persone e la qualità della vita. Sostenibile vuol dire zero rifiuti e energia pulita, fine del consumo del suolo e volume zero in città e nell’area metropolitana. Ciò significa No alla costruzione e apertura di nuovi grandi centri commerciali a Cagliari e nell’Hinterland (Selargius e a Elmas) come invece oggi si vuol fare. La grande distribuzione distrugge il tessuto sociale urbano, rendendo vani i lavori di arredo urbano a tutt’oggi in corso,  portando i profitti al di fuori della Sardegna,  creando solo precariato e ulteriore disoccupazione cosi come la crisi di Auchan dimostra. Bisogna invece puntare all’utilizzo della legislazione comunitaria  di sostegno e di finanziamento, in now out e tecnologia, cultura, ricerca, mobilità sostenibile, riqualificazione urbana che guardino al futuro. Questa è la sfida che partiti politici, sindacati e associazioni di categoria devono raccogliere se si vuole avere ancora una speranza di futuro per la nostra terra e i nostri figli.

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