Essere antifascista oggi

1 Giugno 2009

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Salvatore Panu

“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo”. (Pier Paolo Pasolini, Vie Nuove n. 36, 6 settembre 1962). l primo Festival Sociale delle Culture antifasciste è un evento di 5 giorni che si terrà a Bologna, nel parco delle Caserme Rosse, dal 29 maggio al 2 giugno. Il festival è autogestito, ed ha bisogno dell’aiuto di tutti per lo svolgimento delle sue attività. E’ organizzato da una rete informale di donne, uomini, singoli, gruppi, associazioni e movimenti che si riconoscono nei valori dell’antifascismo. Le giornate includono un lungo programma di attività culturali e performative scaricabile al sito www.fest-antifa.net. Caserme Rosse “il lager di Bologna” ha un’importanza storica enorme, non ancora sufficientemente conosciuta. Le Caserme Rosse sono state un grande e poco noto centro di detenzione, smistamento ed anche di eliminazione dei rastrellati dal nazifascismo in cui finirono decine di migliaia di persone, civili e militari, fra l’8 settembre 1943 ed il 12 ottobre 1944. Per l’inaugurazione, venerdì 29 maggio sono stati invitati a deporre corone di alloro ANPI ed ANPPIA provinciale, ANEI ed ANED, con l’Associazione Combattenti e Reduci, associazioni vittime della strage del 2 agosto 1980, dell’aereo di Ustica e della banda della Uno bianca. A seguire vengono inaugurate le mostre “Oltre quel muro – La Resistenza nel Lager di Bolzano 1944-45” a cura di Leonardo Visco Gilardi  e “Rom e Sinti in Europa dai giorni della tragedia ai giorni della Resistenza” a cura di Mario Abbiezzi (CIPES, Mi).
Sono tempi difficili, e lo scenario odierno è assai peggiore di quello descritto da Pasolini. Ora che, con la crisi economica, il benessere va scemando, resta solo la stupidità, l’incultura, il perbenismo, l’arroganza, il grigiore di violenze e soprusi quotidiani. La marea dello “sviluppo” si ritira e lascia solo scorie e detriti. In questo quadro, il neofascismo si manifesta con nuove forme, alcune evidenti, altre molto più subdole e mascherate, tutte aggressive e violente. Cerca di ricostruirsi una legittimità sociale, utilizzando immaginari e slogan dell’ideologia politico-istituzionale della “sicurezza” che semplifica, nasconde, mistifica, propaganda miti razzisti e istiga all’odio sociale. L’incredibile aumento degli episodi di violenza in Italia nei confronti di attivisti politici, gay, lesbiche, trans, migranti, rom e sinti, senzatetto, mendicanti e di quanti appaiano “non allineati” sono solo la punta dell’iceberg di una diffusa cultura dell’intolleranza. Questi episodi trovano terreno fertile nel cortocircuito tra politica e società che fa dell’egoismo, dell’arroganza e della sopraffazione i nuovi valori culturali della “modernità”. La reazione della società civile diventa più difficile e complessa e, certamente, molte delle forme note dell’attivismo e della contestazione antifascista risultano superate dall’evolversi del panorama sociale. Diventa forte il bisogno di confrontare percorsi e condividere risorse e saperi con tutti coloro che sentono la necessita di opporsi ad una delle peggiori derive razziste, xenofobe e sessiste della politica e della società italiana. Portiamo nel cuore e nella mente l’impegno e il sacrificio di ieri dei nostri partigiani, i valori di giustizia sociale, di libertà ed eguaglianza che hanno animato la loro resistenza. Da qui il desiderio di rispondere, con le armi della cultura e della critica, alla violenza predicata e praticata con le parole, le leggi, i cancelli dei CIE, con i bastoni delle ronde e con le sempre più frequenti aggressioni ad opera di gruppi neofascisti. Sentiamo forte la necessità di non rimanere in silenzio in un clima generale di smobilitazione dei valori della Resistenza, dei diritti fondamentali dell’uomo e delle stesse basi della convivenza civile. Vogliamo ri-affermare nella società che la casa, la salute, la cultura, l’ambiente, la dignità nel lavoro, sono diritti di TUTTI e di TUTTE senza distinzioni di sesso, di religione o di nazionalità. Pensiamo che delegare il progresso politico, sociale e culturale della nostra realtà sia un grossolano errore. L’autodeterminazione rappresenta per noi uno strumento privilegiato da cui partire per ricostruire una sensibilità comune forte, capace di indignarsi di fronte alla prepotenza, l’esclusione, l’ingiustizia. Per questo, invitiamo fin da ora singoli, gruppi, associazioni e movimenti a collaborare alla costruzione di questo festival sociale. Un grande momento di condivisione per socializzare percorsi, condividere e confrontare idee, proposte e risorse; l’occasione per sperimentare nuovi linguaggi e ridisegnare immaginari collettivi; per stimolare la nascita di nuove relazioni e dotarci di una “scatola degli attrezzi” per analizzare e agire nei confronti del fascismo che minaccia il nostro tempo. I 5 giorni del festival saranno attraversati da tavoli di discussione tematici, seminari, workshop tecnici, presentazioni di libri, video, progetti, concerti e spettacoli teatrali, rassegne di fumetti e mostre fotografiche, e quant’altro riusciremo a costruire grazie agli stimoli e alla disponibilità di coloro i quali vorranno contribuire alla sua realizzazione. Vogliamo sperimentare un metodo nuovo già nella costruzione dell’evento, decentrato e partecipato, aperto ai contributi di quanti si riconoscono nella cultura e nei valori dell’Antifascismo. La centralità dell’iniziativa sarà data ai diversi contenuti, espressione di una cultura che amiamo definire antifascista, che affonda le sue radici nei concetti di giustizia, eguaglianza e solidarietà. Durante i 5 giorni, oltre alle assemblee generali, sono previsti un centinaio di eventi, dibattiti, conferenze, proiezioni, mostre, concerti, performance teatrali, interventi poetici, presentazioni di libri e fumetti, laboratori. Tutti questi eventi, che tematizzano l’antifascismo e le pratiche antifasciste oggi si articolano in diverse aree tematiche : ambiente, antiproibizionismo, crisi economica, donne, glbtq, movimenti, migranti, neofascismo, revisionismo, storia e memoria, scuola. Segnalo come momento di grande partecipazione e adesione il laboratorio delle bande partigiane cui hanno aderito Banda Roncati (BO), Ottoni a scoppio (MI), Fiati sprecati (FI), Titubanda (Roma), Fanfare de la Troisieme Rive (Francia), Banda Rossa (BO). Il corteo in città in programma con partenza dalle Caserme Rosse alle ore 15 del 1° giugno prevede la deposizione di corone di alloro, alle ore 17,00 circa, nel momento in cui giungera’ in Piazza Nettuno, davanti al Sacrario dei Caduti della Resistenza. La deposizione interessera’ il sacrario stesso, le lapidi dell’ANED e dell’ANEI, la lapide che ricorda l’assassinio di Anteo Zamboni e la Brigata partigiana Garibaldi in Yugoslavia (formata da solo militari e carabinieri italiani). L’ultima corona verra’ deposta nel primo cortile di Palazzo d’Accursio alla lapide che ricorda l’assalto fascista al consiglio comunale del 21 novembre del 1920, atto fascista che provoco’ la morte di 10 cittadini ed il ferimento di altri 50. Durante il corteo musicale l’associazione Versitudine insieme all’Associazione “Fare Poesia” di Pavia terranno degli interventi poetici lungo il corteo a cura di Pino de Marchi, Tito Truglia e Eddy Kanzian. *Cut-up di testi e del programma prodotto dall’assemblea generale

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