Si incollarono alla statua di Laocoonte: dal Vaticano una condanna ingiusta e sproporzionata

1 Luglio 2023

Foto Alessandro Penso

[red]

Il 29 giugno alle 11:30, alla fine della Messa per i SS. Pietro e Paolo si è tenuto in via della Conciliazione un die-in di solidarietà a Ester e Guido,  i due cittadini aderenti a Ultima Generazione che la scorsa estate si sono incollati al basamento della statua di Laocoonte presso i Musei Vaticani e il 12 giugno scorso sono stati condannati a 9 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 1.500 euro ciascuno (con sospensione di entrambe le sanzioni), cui si aggiunge il risarcimento di 28.000 € di danni. 

23 cittadine e cittadini di Ultima Generazione si sono sdraiati a terra, come prevede la forma di protesta del die-in, un atto solenne che simboleggia il futuro di morte che ci attende a causa della crisi climatica, sostenuta dai Governi. I partecipanti hanno esposto uno striscione con la scritta “Vi auguro di fare chiasso: fatevi sentire”, citazione di Papa Francesco, mentre altri hanno letto brani dell’enciclica di Papa Francesco “Laudato Si’”, con riferimenti alla crisi climatica e all’urgenza di agire. All’iniziativa hanno partecipato anche esponenti di Extinction Rebellion Roma.

Obiettivo dell’iniziativa: portare all’attenzione di Papa Francesco la condanna ingiusta e sproporzionata verso Ester e Guido, che con il proprio corpo sono stati strumento ed eco del grido del Pontefice della Laudato Si’. La Polizia ha impedito l’accesso in piazza San Pietro, identificando le prime persone che erano arrivate sul posto a metà mattina. Il die-in si è svolto in via della Conciliazione.

Il patrimonio artistico italiano è in pericolo. Ma non per colpa degli attivisti che usano colla, vernice e zuppe per farsi ascoltare. La colpa è della crisi climatica. Secondo l’Ispra più del 23% dei beni culturali registrati in Italia è esposto al rischio idraulico dovuto alle alluvioni: un fenomeno strettamente legato al mutamento del clima. Senza contare tutti gli altri siti di valore storico e artistico esposti a piogge acide, siccità, innalzamento dei mari, frane e smottamenti. Da Roma a Venezia, nessuna città è pronta per le condizioni che ci aspettano. Palazzi, statue e quadri hanno certamente un grande valore e sono decisamente in pericolo, ma mai quanto le vite umane, da tutelare in primo luogo”, ha dichiarato Ester, 27 anni, laureatasi la scorsa estate in storia delle arti e conservazione dei beni artistici a Venezia. 

Mentre il Vaticano portava a processo me e Guido per i fatti dello scorso agosto, in Emilia Romagna si faceva la conta dei danni post alluvione. Oltre quaranta situazioni critiche rilevate, tra biblioteche,  musei, ville d’artista, archivi e abbazie. Siamo un Paese che si vanta delle sue bellezze artistiche e che vi basa interi settori economici, ma che non sa tutelarle. Abbiamo visto rabbia e indignazione pubblica per alcune gocce di Attack o delle secchiate di vernice lavabile, peraltro su opere ancora integre e visibili al pubblico, ma si è parlato ben poco di tutta l’arte che abbiamo perso per sempre e che perderemo a causa del collasso climatico. Noi vogliamo vivere in un presente e in un futuro in cui non vadano perse né l’arte, né gli ecosistemi. È davvero chiedere troppo?”, ha aggiunto.

Il 12 giugno, i giudici vaticani del Tribunale di prima istanza hanno condannato Ester e Guido a 9 mesi, con pena sospesa. A Guido sono state comminate una multa da 1.500 euro per deturpamento e un’ammenda da 120 euro per aver trasgredito a un ordine legalmente dato dall’autorità competente (sanzioni sospese). A Ester una multa da 1.500 euro per deturpamento (sanzione sospesa). Entrambi sono stati poi condannati al risarcimento del danno, per una cifra complessiva di oltre 28.000 €. 

Laura, che era di supporto per documentare con un video (alla quale è stato preso il cellulare, da cui sono stati cancellati tutti i contenuti prima della restituzione), è toccata invece un’ammenda di 120 € per il reato di trasgressione “a un ordine legalmente dato dall’autorità competente” (sanzione sospesa). 

Ultima Generazione presenterà ricorso alla Corte di Appello contro la sentenza. Le parole di Papa Francesco nei confronti dei Governi e delle élite del fossile non sono meno severe delle nostre, altrettanto lucida è la consapevolezza dello scenario di miseria e guerre che ci prospetta il futuro.

Molti di coloro che detengono più risorse e potere economico o politico sembrano concentrarsi soprattutto nel mascherare i problemi o nasconderne i sintomi, cercando solo di ridurre alcuni impatti negativi di cambiamenti climatici. Ma molti sintomi indicano che questi effetti potranno essere sempre peggiori se continuiamo con gli attuali modelli di produzione e di consumo. Perciò è diventato urgente e impellente lo sviluppo di politiche affinché nei prossimi anni l’emissione di biossido di carbonio e di altri gas altamente inquinanti si riduca drasticamente, ad esempio, sostituendo i combustibili fossili e sviluppando fonti di energia rinnovabile. Nel mondo c’è un livello esiguo di accesso alle energie pulite e rinnovabili. C’è ancora bisogno di sviluppare tecnologie adeguate di accumulazione”. (LS 26).

È prevedibile che, di fronte all’esaurimento di alcune risorse, si vada creando uno scenario favorevole per nuove guerre, mascherate con nobili rivendicazioni…(omissis) Si richiede dalla politica una maggiore attenzione per prevenire e risolvere le cause che possono dare origine a nuovi conflitti. Ma il potere collegato con la finanza è quello che più resiste a tale sforzo, e i disegni politici spesso non hanno ampiezza di vedute. Perché si vuole mantenere oggi un potere che sarà ricordato per la sua incapacità di intervenire quando era urgente e necessario farlo?” (LS 57).

L’ambiente è un bene collettivo, patrimonio di tutta l’umanità e responsabilità di tutti. Chi ne possiede una parte è solo per amministrarla a beneficio di tutti. Se non lo facciamo, ci carichiamo sulla coscienza il peso di negare l’esistenza degli altri. Per questo i Vescovi della Nuova Zelanda si sono chiesti che cosa significa il comandamento ‘non uccidere’ quando ‘un venti per cento della popolazione mondiale consuma risorse in misura tale da rubare alle nazioni povere e alle future generazioni ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere’” (LS 95).

Le nostre azioni e i nostri corpi sono sempre stati coerenti con il grido di Papa Francesco: “Alziamo la voce per fermare questa ingiustizia verso i poveri e verso i nostri figli, che subiranno gli impatti peggiori del cambiamento climatico. Faccio appello a tutte le persone di buona volontà affinché agiscano in base a questi orientamenti sulla società e sulla natura” (messaggio per la “Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato”, del 1 settembre 2023).

Noi sentiamo di essere al fianco di Papa Francesco e di batterci insieme a lui per la giustizia climatica: “La crisi del clima investe in particolare i più poveri e fragili, coloro che ne sono meno colpevoli, richiamandoci insistentemente alle nostre responsabilità. Una questione di giustizia prima ancora che di solidarietà” (Papa Francesco 5 giugno 2023).

Scrivi un commento


Ciascun commento potrà avere una lunghezza massima di 1500 battute.
Non sono ammessi commenti consecutivi.


caratteri disponibili

----------------------------------------------------------------------------------------
ALTRI ARTICOLI