Francesca Ghirra: “Il Cpr di Macomer deve essere chiuso”
8 Luglio 2025[red]
La nota della deputata dell’Alleanza Verdi e Sinistra Francesca Ghirra a seguito di una nuova visita ispettiva nel Centro di Permanenza per i Rimpatri di Macomer.
Ho effettuato un nuovo accesso al Cpr di Macomer, il nostro terribile lager di Stato.
Un posto disumano, una struttura fatiscente e inadeguata ad accogliere chiunque, dove ogni giorno si verificano episodi di grave malessere e autolesionismo.
Ieri i trattenuti erano 44 su 50 posti disponibili, provenienti per lo più da Algeria e Marocco.
Ho potuto solo visionare l’elenco con nomi, età e provenienza, potrò quindi essere più precisa quando riceverò i documenti che ho chiesto tramite un accesso agli atti.
Sabato ci sono stati 4 nuovi ingressi di algerini provenienti da uno sbarco e 2 rilasci, uno di particolare rilievo, visto che si tratta della prima applicazione della sentenza della Corte Costituzionale da parte della Corte d’Appello di Cagliari.
Rispetto a febbraio ho potuto riscontrare alcune novità positive rispetto alle loro possibilità di contatto con l’esterno: dispongono di telefoni vecchio stile, che ricaricano con il loro pocket money giornaliero, e hanno accesso a videochiamate di 20 minuti un giorno si e un giorno no.
Dal punto di vista sanitario continuano a presentarsi le solite difficoltà di accesso alle cure, per quanto sia stata acquistata una poltrona odontoiatrica (che ancora non è in funzione) e il giovedì sia possibile essere visitati a turno da un medico dotato di apparecchiature ecografiche.
Quando ci sono urgenze non possono chiamare direttamente il 118, che può effettuare gli accessi solo se chiamato tramite i medici e gli infermieri del centro.
Mi hanno raccontato alcuni episodi gravi di cui intendo verificare l’entità tramite la consultazione del registro degli eventi critici – che mi dovrà essere inviato insieme agli altri documenti richiesti – ma anche attraverso un nuovo esposto alla Procura della Repubblica.
Alla privazione della libertà si aggiungono condizioni di vita estremamente complicate, tra cui l’assenza di condizionatori o ventilatori, che rende particolarmente dura la vita nel centro, tanto che alcuni trattenuti hanno portato i materassi nel cortile e dormono all’aperto.
Altra questione su cui occorre porre l’attenzione è la riattivazione delle celle di isolamento, stanze prive di letti in cui vengono tenuti per giorni coloro che manifestano problematiche gravi o comportamenti violenti, molto preoccupante per la deriva manicomiale della gestione del CPR.
Ogni accesso conferma che i CPR sono buchi neri del diritto e devono essere chiusi.