Monumenti chiusi

1 Luglio 2008

Serranda chiusa
Giuseppina Manca di Mores

E’ la prima volta che in Sardegna i lavoratori impegnati nella gestione nelle aree archeologiche e dei musei locali scioperano. Ricordiamo i tempi nei quali non era consentito il servizio di biglietteria, l’era delle mance, i sostegni finanziari regionali, la mancanza di autonomia e la difficoltà di fare impresa in questo settore; e poi la legge Ronchey e le prime convenzioni fra Ministero e Comuni per il passaggio della gestione delle aree archeologiche (la prima in assoluto, anche in Italia, fu realizzata ad Alghero), la questione delle guide turistiche, le normative europee.
Il piano triennale sui beni culturali della Sardegna, in particolare sulla gestione delle aree, ha procurato una inevitabile tensione, ma apre finalmente su questo tema un confronto che non poteva essere più eluso. L’importanza del nostro patrimonio, la necessità di un forte miglioramento nella sua gestione, utile sia per la tutela che per lo sviluppo del turismo culturale, richiede maggiori competenze e professionalità, legate però ad una conoscenza profonda del territorio di riferimento e delle sue tematiche e problematiche che deve essere considerata, nella stessa gestione, requisito primario e irrinunciabile. I lavoratori del settore sentono il rischio che l’importante lavoro cognitivo in esso coinvolto venga svuotato a favore di gruppi di gestione esterni legati a forti lobbies. Che esistono. Essi temono per il loro posto di lavoro. Una Regione sensibile a lavoro, qualità ambientale, identità non potrà non tenerne conto.
Da diversi decenni archeologi, storici dell’arte, interpreti, guide e accompagnatori turistici, impiegati e operai, addetti alla comunicazione, all’amministrazione ed alla manutenzione, società impegnate anche in attività di scavo e restauro e ancora altre figure professionali, hanno comunque garantito l’apertura di importanti aree, con visite attestate per alcuni siti su medie – migliorabili ma non trascurabili – dalle tremila alle seimila visite mensili. Lavoro a volte tenuto nella precarietà dalle istituzioni di tutela e dagli enti locali, non sufficientemente motivato o preparato a produrre, favorire e sostenere azioni d’impresa mature; a volte autonavigante in quella zona grigia fra assistenzialismo e appoggio politico di questo o quello. Ma questi lavoratori non sono senza diritti e vogliono esserne protagonisti attivi. La possibilità di superare l’ottica assistenziale per arrivare a un lavoro di alta qualità per tutti sta nello spazio, possibile, degli incontri e della costruzione condivisa del Piano Triennale.
Pubblichiamo il volantino del Comitato ‘Nessuno a casa” dei lavoratori dei beni culturali.

Abbasanta, 12 giugno 2008
Stato di agitazione
Siti e musei chiusi il 15 giugno 2008

I lavoratori in agitazione rivendicano la stabilizzazione.
Si è tenuta il 12 giugno 2008 presso il Nuraghe Losa di Abbasanta una conferenza stampa indetta dai lavoratori che prestano servizio nei Beni Culturali della Sardegna.
I lavoratori hanno deciso di prendere in mano la situazione e quindi il loro futuro, sostenuti anche dalle centrali cooperative e dai sindacati dei lavoratori. Il tema posto all’attenzione dei giornalisti è stato quello della necessità della stabilizzazione degli operatori dei Beni Culturali. Gli occupati che fin dal 1985 garantiscono i servizi nei luoghi della cultura, nonostante ci sia finalmente una legge di settore (14/2006), vedono seriamente minacciato il proprio posto di lavoro per la cronica situazione d’incertezza in cui versa il comparto e viste le ventilate gare d’appalto che di fatto non garantirebbero nessuno dei lavoratori occupati.
Al riguardo occorre sottolineare che molti lavoratori hanno già perso il posto di lavoro, mentre gli altri sono già in possesso della lettera di licenziamento conseguente alla mancanza di finanziamenti certi. Finanziamenti regionali garantiti solo al 30 settembre 2008.
Da qui in avanti, in attesa che la rivendicazione trovi adeguata risposta anche nel predisponendo Piano Operativo Regionale, verranno attuate le seguenti azioni:
1. Prima serrata dei siti aderenti al comitato “Nessuno a Casa” prevista per il 15/06/08, data in cui verrà garantito esclusivamente il presidio delle aree archeologiche e dei musei
2. Una serie di incontri nelle Province tra operatori e amministratori al fine di raccogliere il massimo consenso attorno alla rivendicazione.
Qualora fossero disattese le istanze della rivendicazione il comitato attuerà ulteriori azioni di lotta che coinvolgeranno tutto il comparto regionale.

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