Più tutela per la Sella del Diavolo
13 Maggio 2025[Stefano Deliperi]
La Direzione generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale ha avviato la consultazione pubblica finalizzata alla modifica delle vigenti prescrizioni di massima e di polizia forestale (PMPF) esecutive con decreto assessoriale n. 3022/3 del 31 marzo 2021 (qui il testo delle PMPF) per garantire maggiore tutela alla Sella del Diavolo e al Colle di S. Ignazio, in attuazione della deliberazione Giunta regionale del 17 aprile 2025, n. 21/9 (+ Allegato), ha adottato la Proposta di integrazione dell’art. 5 del decreto dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente n. 3022/3 del 31 marzo 2021, recante l’approvazione delle prescrizioni di massima e di polizia forestale in relazione al Territorio in località Sella del Diavolo e del Colle di Sant’Elia, nel Comune di Cagliari.
E’ previsto l’inserimento del seguente comma 2 bis all’art. 5:
“2-bis. Nel territorio in località Sella del Diavolo e del Colle di Sant’Elia in Comune di Cagliari, sottoposto a vincolo idrogeologico e delimitato mediante l’allegato 3, sono vietati i transiti veicolari anche sportivi, compresi i velocipedi, ovvero le biciclette, incluse quelle a pedalata assistita.
Fanno eccezione allo stesso divieto:
a) i transiti consentiti ai sensi del Codice della Strada lungo la strada a fondo artificiale che conduce al Faro di Sant’Elia;
b) i transiti dei mezzi di servizio e di soccorso;
c) il transito delle biciclette, incluse quelle a pedalata assistita, lungo la pista della larghezza minima utile di metri due, che conduce dal Faro di Sant’Elia al Fortino di Sant’Ignazio, individuata nel medesimo allegato 3”.
Si ricorda che, ai sensi dell’art. 5, comma 5°, “le violazioni sono punite con la sanzione amministrativa di cui all’art. 3 della L. 950/67 fatta salva l’applicazione degli artt. 24 e 26 del R.D.L. 3267/1923.” Al cambio attuale sanzioni amministrativa da euro 51,65 a 516,46.
Dopo la pubblicazione sul sito web istituzionale della proposta di modifica delle PMPF e la valutazione delle eventuali osservazioni, la Direzione generale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale predisporrà la definitiva modifica, poi promulgata con il previsto decreto assessoriale.
Finalmente sono giunte, quindi, le prime azioni concrete di salvaguardia dei preziosi habitat naturali della Sella del Diavolo..
Da anni i piani di gestione delle ZSC/SIC “Torre del Poetto” (codice ITB042242) e “Monte S. Elia, Cala Mosca e Cala Fighera” (codice ITB042243) sulla Sella del Diavolo impongono i divieto di transito ciclistico e sono palesi il degrado e l’erosione crescenti sugli habitat naturali protetti della Sella del Diavolo determinati dalla perdurante percorrenza con mountain bike e dalla realizzazione di percorsi ciclistici abusivi con danneggiamento della vegetazione e del suolo, denunciati numerose volte dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) nella colpevole ignavia delle amministrazioni pubbliche responsabili della gestione delle aree appartenenti alla Rete Natura 2000 composta da 128 fra SIC, ZPS e ZSC, in grande parte gestiti dalla Regione autonoma della Sardegna, come nei casi della Sella del Diavolo, tanto da costituire oggetto di “investigazione” da parte della Commissione Europea nell’ambito della procedura EU Pilot 6730/14 attualmente in corso sulla carente applicazione in Italia della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) sta conducendo da anni una sistematica campagna per la salvaguardia e la corretta fruizione pubblica della Sella del Diavolo, il cui progressivo degrado emergeva già chiaramente dall’approfondita perizia “Sistema pedo-vegetazionale e degrado da processi di erosione antropica nell’area della Sella del Diavolo (Cagliari)” (marzo 2023) predisposta per il GrIG dal dott. biol. Francesco Aru e dal dott. geol. Daniele Tomasi.
Ora, “il Corpo Forestale ha invece accertato che nel territorio … in località Sella del Diavolo e del Colle di Sant’Elia in Comune di Cagliari, caratterizzato da fragili equilibri naturali dell’ecosistema, l’azione intensa dello sport di mountain bike, praticato anche nella modalità downhill e in versanti con pendenza inferiore al 35%, ha arrecato i seguenti danni rilevanti e attuali al suolo e alla vegetazione:
a) l’interruzione della copertura forestale in corrispondenza della rete di sentieramento, associata alla mineralizzazione del suolo eventualmente non eroso;
b) il continuo infittimento del reticolo di sentieri praticati dalle mountain bike, il cui sviluppo nei territori in oggetto ammonta attualmente a m. 36.491;
c) l’erosione del suolo fino alla matrice rocciosa a causa dell’attrito delle ruote delle biciclette sui percorsi, in particolare lungo le linee di massima pendenza;
d) l’innesco di fenomeni di ruscellamento incanalato nei percorsi delle mountain bike, con conseguente ulteriore erosione;
e) il compattamento del suolo eventualmente non eroso, con conseguente danneggiamento delle radici delle piante e compromissione dell’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti.”
Conseguentemente,
“– il degrado è assai severo in quanto la pedogenesi sul substrato calcareo delle località in esame è un processo lento, influenzato dall’alto pH, dalla scarsità di nutrienti e dalla difficile colonizzazione vegetale;
– l’energia scaricata sul suolo risulta nettamente più alta per la mountain bike rispetto a quella dell’escursionista a piedi, specialmente nelle fasi di frenate intense;
– sussiste la necessità di contenere i danni sopra elencati, anche laddove derivanti dall’attività sportiva con l’uso di mountain bike nei suoli sottoposti a vincolo idrogeologico aventi acclività inferiori al 35%;
– nella località Colle di Sant’Elia, il transito delle biciclette, incluse quelle a pedalata assistita, lungo la pista individuata nell’allegato 3, della larghezza minima utile di due metri e che conduce dal Faro di Sant’Elia al Fortino di Sant’Ignazio, non è invece suscettibile di generare ulteriori fenomeni di degrado, né di ostacolare le attività di prevenzione e controllo dei fenomeni di degrado che la presente deliberazione intende evitare.”
Il GrIG esprime la sua soddisfazione e il suo apprezzamento per una decisione seppur tardiva, fornirà in questi giorni le proprie formali osservazioni positive alla procedura e auspica la rapida entrata in vigore di una norma attesa da fin troppo tempo per la salvaguardia di habitat naturali a grave rischio di degrado.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)