Sardegna chiama Sardegna si è costituita ufficialmente come associazione

9 Luglio 2025

[red]

Domenica 6 luglio, a Villanovaforru, una rappresentanza di Sardegna chiama Sardegna ha costituito formalmente l’associazione politica, dopo 2 anni e 8 mesi di movimento.

Fino al primo congresso previsto per settembre, il progetto sarà accompagnato da un Gruppo di Cura provvisorio, composto dal Presidente Maurizio Onnis, dai Portavoce politici Cristiana Cacciapaglia e Danilo Lampis, dai restanti componenti del gruppo Alessio Silvestrini, Lorenzo Argiolas, Bakis Murgia, Enrico Lallai, Silvia Putzu, Sabrina Tomasi, Enrico Lobina, Gigi Pisu, Ivana Cucca, Claudia Puligheddu e Anita Secci. Del Comitato di Garanzia fanno parte: Gianfranco Bitti, Natalino Carai, Grazia Costeri e Antonio Vincenzo Molinu. Da oggi prende il via la campagna di adesioni, con la possibilità di associarsi facilmente cliccando nella sezione “Entra in azione” del sito www.sardegnachiamasardegna.eu 

Dichiarano Cristiana Cacciapaglia e Danilo Lampis, portavoce del movimento: 

«Quella di domenica è stata una tappa importante, ma non l’inizio del nostro percorso. Sardegna Chiama Sardegna è attiva dal novembre 2022 e in questi anni ha promosso decine di incontri pubblici, assemblee tematiche, proposte, campagne e mobilitazioni. Abbiamo lottato contro la speculazione energetica, denunciato l’uso clientelare delle risorse pubbliche, difeso con forza il diritto al lavoro, alla salute, all’istruzione e alla mobilità. Ora ci costituiamo ufficialmente per rafforzare le nostre battaglie, organizzarci meglio e aprire ulteriormente le nostre porte a tutte le persone interessate, garantendo massima trasparenza e partecipazione ai processi decisionali. 

Siamo convinti che la politica non possa più essere un affare per pochi, né un qualcosa di lontano dalla vita delle persone; che il destino della Sardegna non possa continuare a essere scritto da interessi esterni o da classi dirigenti autoreferenziali. Per questo costruiamo una comunità politica aperta: un’associazione reticolare, radicata e libera da ogni subordinazione, che mette al centro – tra i tanti temi – la giustizia sociale ed ecologica, la democratizzazione e l’autodeterminazione politica ed economica dell’isola, la lotta alle disuguaglianze e il protagonismo dei territori, la promozione delle lingue e dei diritti di cittadinanza. Vogliamo una Sardegna dove restare non sia un sacrificio, ma una scelta possibile. Una terra dove studiare, lavorare, curarsi non siano privilegi. Con istituzioni che investono sui giovani, sulle comunità, sui diritti, su un’economia giusta, solidale, sostenibile.

Con questo passo proseguiamo nella direzione di costruire un’alternativa politica credibile, coraggiosa e libera dai soliti schemi. Continueremo a farlo con metodi inclusivi e partecipati, al fine di favorire la formazione di una nuova classe dirigente capace, coerente e diffusa sui territori».

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