Diritto allo studio è diritto alla mobilità

1 Settembre 2016
Cattura
Riccardo Caoci
Il 1 Settembre entrerà in vigore il nuovo sistema tariffario regionale per il trasporto pubblico: questo servizio rappresenta uno strumento essenziale per l’accesso alla formazione degli studenti sia medi che universitari.

Ad oggi però la mobilità pubblica è causa anche di esclusione dai processi formativi e di diseguaglianze, dovute ad un servizio sempre più ridotto e ai costi sempre più esorbitanti: a poche settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico assistiamo ad un significativo aumento di spesa per i pendolari, in particolare per le famiglie di studenti medi ed universitari.
La delibera della Regione si traduce nel peggioramento di un welfare studentesco già precedentemente escludente. La retorica adottata dalla Giunta Pigliaru, incentrata sulla lotta all’abbandono dei percorsi formativi, si contraddice nei fatti con la decisione di aumentare il costo degli abbonamenti mensili per le fasce fino a 15km e 25km rispettivamente di 8,50€ e 8,00€ e di abolire gli sconti del 55% per gli studenti aventi un ISEE inferiore a 25.000 € e del 42% per ISEE superiore, con la conseguente normalizzazione del prezzo dei trasporti: il rincaro generale dei trasporti e la reintroduzione di un modello di tariffazione regressiva, che costa più a chi ha meno e viceversa, è frutto di una politica distante dai bisogni materiali di chi dovrebbe rappresentare e cieca rispetto alle problematiche tipiche della nostra regione.
Recentemente la Sardegna è stata soggetto da parte del SEO (Sardinian Socio-Economic Observatory) di un’indagine che ha individuato la presenza di 80.000 NEET, sigla che sta per Not (engaged) in Education, Employment or Training e definisce la situazione dei giovani dai 15 ai 29 anni che non studiano e non lavorano. Dati confermati da precedenti rilevazioni, infatti la nostra isola è seconda solo alla Calabria per indice di disoccupazione giovanile in Europa (56,4%, Eurostat 2016) e ha un tasso di dispersione scolastica da anni superiore al 25%. Rendere effettivo il diritto ad una mobilità gratuita per tutte e per tutti comporterebbe una spesa di circa 18 milioni di € ma è un passo più che mai necessario per garantire a tutti i soggetti in formazione dell’isola pari opportunità, oltre che per combattere disuguaglianze sociali originate da provenienza geografica e situazione economica.
L’ampliamento della durata dell’abbonamento da 9 a 12 mesi rappresenta un passo in avanti, ma non è sufficiente: la garanzia di una formazione libera, completa e autodeterminante passa dal diritto a vivere pienamente la città anche nei momenti non tradizionalmente intesi come formativi: paradossalmente ancora oggi l’assenza o la scarsità di servizio in diverse zone dell’isola relega non solo gli studenti, ma più in generale la cittadinanza, ad un isolamento sociale e culturale forzato.
Rivendichiamo la possibilità anche per chi abita in periferia di usufruire dei servizi dei grandi centri: la valorizzazione dei processi formativi passa necessariamente dalla possibilità di accedere liberamente, e quindi anche di raggiungere, luoghi e spazi della città quali biblioteche, cinema, musei, manifestazioni culturali, concerti e momenti democratici.
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Pubblichiamo il video del blitz notturno all’assessorato ai trasporti e nelle stazioni di piazza Matteotti per rivendicare gli abbonamenti gratuiti per gli studenti. E’ la provocazione degli universitari di Link Cagliari e dell’Unione degli Studenti della Sardegna che prima dell’alba hanno affisso dei manifesti per rilanciare la proposta di gratuità dei servizi di trasporto pubblico locale per tutti i soggetti in formazione dell’isola. L’azione avviene nel giorno in cui entra in vigore il nuovo sistema tariffario che elimina le agevolazioni per reddito. (Red)

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