È iniziato il processo contro la Rwm

4 Marzo 2023

[Arnaldo Scarpa e Cinzia Guaita]

È iniziato ieri mattina il processo penale contro 9 persone accusate di falso ideologico (artt. 479 e 483 del Codice Penale), anche in concorso fra loro (art. 110), nell’ambito di alcuni procedimenti edilizi relativi a nuovi reparti integrati, realizzati dalla ditta RWM Italia s.p.a. e  destinati alla produzione di bombe da guerra, nei comuni di Iglesias e Domusnovas.

Risultano imputati: Fabio Sgarzi (amministratore delegato di RWM), Leonardo Demarchi (funzionario tecnico RWM), Palmiro Palmas, Ignazio Pibia e Mauro Pompei (professionisti incaricati da RWM), Anna Rita Perseu e Lamberto Tomasi (funzionari del Comune di Iglesias), Elsa Ersilia Ghiani e Giuseppe Matzei (funzionari del Comune di Domusnovas).

Secondo il PM, le loro false dichiarazioni, sia amministrative che tecniche, hanno consentito alla RWM di realizzare, tra l’altro, i nuovi reparti di produzione, denominati R200 e R210 e il Campo Prove R140 (un’area a cielo aperto adibita alla prova di materiali esplodenti, con rilascio in atmosfera dei prodotti dell’esplosione).

L’avvio del processo arriva subito dopo la definitiva conferma della sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato illegittimi i provvedimenti autorizzativi degli stessi ampliamenti, per i quali la proprietà dovrà eventualmente ripetere l’iter autorizzativo “ab imis”, dalle fondamenta.

Il Comitato Riconversione Rwm è stato indicato dal GIP come parte offesa e il tribunale ne ha oggi confermato l’ammissione al procedimento in qualità di Parte Civile, insieme ad altre sette organizzazioni ambientaliste, sindacali, nonviolente e per la pace, non accogliendo l’opposizione dei difensori degli imputati.

Crediamo che si tratti di due circostanze, quella penale (in ipotesi) e quella amministrativa passata in giudicato, che sollevano numerose preoccupazioni circa l’esercizio della responsabilità sociale da parte delle amministrazioni locali e delle società private che producono dividendi per gli azionisti grazie al territorio che le ospita e ai suoi lavoratori.

Una fabbrica di bombe è sempre pericolosa, come dimostra l’inserimento dello stabilimento nella categoria ad elevato rischio di incidente rilevante, anche perché inquina le coscienze e limita lo sviluppo.

È inoltre evidente che l’ampliamento della ex polveriera deve essere tenuto nel suo complesso sotto osservazione dalla società civile e dalla politica, in quanto oggetto di una sentenza definitiva del Consiglio di Stato e del processo penale in corso presso il Tribunale di Cagliari, mentre i sindaci del territorio tentano di sminuire le questioni sul tappeto e l’amministratore delegato cerca di gettare discredito sulle organizzazioni pacifiste accusandole di “confondere”.

Noi però rimaniamo convinti dell’idea che debba essere il tribunale a fare luce sulle reali “confusioni”.

Il processo riprenderà tra pochi giorni, con udienze già fissate, il 14 marzo per la richiesta delle prove e il 21 aprile per l’esame dei quattro testi del PM.

Il Comitato confida pienamente nella possibilità che possa essere fatta completa chiarezza.

Corsie preferenziali e comportamenti opachi, o peggio, illegali, non fanno altro che aumentare il sentimento di sfiducia della popolazione nei confronti della politica e del mondo dell’impresa e generare ulteriore sconcerto.

Il Sulcis-Iglesiente si trova in una crisi economica senza precedenti e l’unico modo efficace per affrontare la situazione, al di là delle emergenze, è tutelare e valorizzare le eccellenti risorse umane, ambientali e turistiche del territorio, con uno sguardo rivolto al futuro della collettività, dei nostri figli e dei nostri nipoti.

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