Essere umani, la rassegna di cinema all’aperto di CineMarmilla
1 Luglio 2025[red]
“Homo sum, humani nihil a me alienum puto”: la frase di Terenzio, divenuta proverbiale, allude alla difficoltà insita nell’essere umano di sottrarsi all’errore, ma potrebbe anche essere letta come una massima di accettazione di ogni esperienza e sfida che la vita ci presenta.
Nel loro ultimo libro, Vittorio Gallese e Ugo Morelli partono dalla domanda fondamentale “che cosa significa essere umani?” per scandagliare le infinite manifestazioni di una condizione che si esplica su più livelli interconnessi: biologico, corporeo, emotivo, etico, psicologico, storico e non ultimo sociale.
Partendo dal presupposto che noi umani siamo fatti di linguaggio, di corpo e di relazioni, la sesta edizione di CineMarmilla intende riflettere sulle possibili declinazioni del termine umano in un mondo devastato da guerre e disastri ambientali, in un tempo di crisi e instabilità che si ripercuotono sulle piccole e sulle grandi comunità, con ingenti – spesso dannose – conseguenze sull’assetto economico e politico globale.
Lungo la linea che collega l’essere alle traiettorie dell’umano, la rassegna di cinema all’aperto “CineMarmilla”, organizzata dall’Associazione Culturale Casa Natale Antonio Gramsci in collaborazione conil Comune di Ales, si pone l’obiettivo di esplorare il tema della humanitas nelle sue possibili diramazioni di senso. Anche quest’anno, la rassegna sarà articolata in tre serate che vedranno la partecipazione dei registi in dialogo col pubblico nel cortile di Casa Coni.
Nella serata inaugurale di giovedì 3 luglio, si terrà la proiezione di due cortometraggi e di un mediometraggio. Il primo film in programma è Issa di Stefano Cau (2019), piccolo film girato in Super8 che affronta una tematica quantomai attuale che riguarda le nostre comunità, soprattutto le più piccole e vulnerabili: lo spopolamento e il calo demografico che interessano la nostra terra. Seguirà la proiezione di Horizon di Daniele De Muro (2020), ambientato in una terra devastata dalle guerre e dal cambiamento climatico, un racconto distopico che ci porta a riflettere sulle crisi ambientali e su come queste si ripercuotono sulla capacità di resistenza dell’essere umano.
Muovendo da uno scenario di sopraffazione, che si riverbera nella celebre espressione hobbesiana dello homo homini lupus, De Muro ci pone una domanda cruciale: “che futuro possiamo immaginare per l’umanità?”. Last but not least, il documentario Cara a su ‘entu – Con il vento in faccia di Andrea Deidda (2023) si focalizza sulle esperienze dei giovanissimi fantini che lasciano la Sardegna per realizzare il loro sogno: correre il Palio di Siena. Si compone così un racconto corale fatto di ritratti e testimonianze in italiano e in sardo sulle opportunità e sulle conseguenze dell’emigrazione, con un occhio rivolto al futuro delle giovani generazioni.
La seconda serata della rassegna, giovedì 24 luglio, avrà per protagonista il documentario Nella colonia penale di Gaetano Crivaro, Alberto Diana, Ferruccio Goia e Silvia Perra (2025). Il film è il risultato di un lungo e caparbio lavoro di ricerca sul campo che ha portato al progressivo svelamento delle condizioni di detenzione nelle colonie penali della Sardegna, Isili, Mamone, Is Arenas e l’ex colonia dell’Asinara, oggi trasformata in un parco regionale. L’iter produttivo del documentario, prodotto da Mommotty, è iniziato durante la pandemia, quando le restrizioni relative alla circolazione delle persone e alla frequentazione di istituzioni totali come le carceri si sono fatte più rigide e punitive.
Le riprese in luoghi chiusi, le immagini dei dispositivi di controllo (sbarre, telecamere, mascherine) e le inquadrature “claustrofobiche” enfatizzano le condizioni di prigionia e isolamento in cui vivono i detenuti delle tre colonie penali ancora attive. Inoltre, la fotografia di Federica Ortu “ha permesso di omogeneizzare il processo collettivo di realizzazione del film, garantendone la continuità estetica” (Scarpa 2025). «Fin dal primo momento, quando abbiamo cominciato a lavorare sul progetto, abbiamo considerato le colonie penali non soltanto uno spazio di privazione della libertà, ma anche come la rappresentazione di uno stato di eccezione», hanno raccontato i quattro registi alla rivista “Nemesis” (Mulas 2025). La proiezione del documentario sarà un’occasione preziosa per riflettere su una realtà non sufficientemente nota e documentata, per oltrepassare idealmente quegli spazi di “sorveglianza e punizione” che dall’ambito umano si estendono anche al mondo animale (si veda l’episodio di Alberto Diana girato all’Asinara).
Arriviamo infine alla terza e ultima serata di CineMarmilla, giovedì 7 agosto: dopo aver attraversato paesi in via di spopolamento, terre desolate e spazi di reclusione, dopo aver viaggiato fuori dalla Sardegna per conoscere i fantini del Palio di Siena, torniamo sull’isola per una straordinaria rilettura in chiave locale dell’Odissea. In Némos andando per mare, Marco Antonio Pani parte dal tempo presente per narrare un singolare e affascinante viaggio dell’Eroe che si snoda tra sogno e rievocazione del mito, tra mari in tempesta e terre lontane, in un susseguirsi di incontri inattesi, gesta eroiche e gare poetiche che metteranno alla prova l’intrepido Odisseo, formidabilmente interpretato da Giovanni Masia (Panas, Capo e Croce. Le ragioni dei pastori). Il film di Pani, misurandosi con il poema simbolo della letteratura occidentale, presenta una serie di motivi attorno ai quali si interroga da sempre l’umanità: il viaggio come metafora di cambiamento e conoscenza; l’identità; il rapporto tra l’umano e il divino; il nostos come momento di riconciliazione con le proprie radici. L’impiego della lingua sarda nelle sue varietà dialettali e nella sua capacità di assumere forme espressive diverse e sempre cangianti – il parlato, il canto, il verso poetico – è un’ulteriore cifra stilistica del lavoro di Pani, abile nel coniugare la dimensione simbolica e la riflessione di natura politica attraverso l’intrecciarsi dei piani narrativi e temporali.
La rassegna è organizzata dall’Associazione Casa Natale Antonio Gramsci di Ales con il contributo del Comune di Ales; la curatrice della rassegna è Myriam Mereu, studiosa di cinema e audiovisivi e conduttrice di programmi radiofonici e televisivi in lingua sarda. Le proiezioni saranno a ingresso gratuito e inizieranno intorno alle 21.30. È prevista la partecipazione dei registi che dialogheranno col pubblico alla fine delle proiezioni. Per informazioni e prenotazioni: [email protected].
I film
Issa
Regia: Stefano Cau
Sceneggiatura: Stefano Cau
Colore, sonoro, Super8 film; 1,85:1 Academy
Produzione: ISRE (Istituto Superiore Regionale Etnografico)
Produttore esecutivo: Terra de Punt
Montaggio:
Musiche:
Anno: 2019
Durata: 12’
Distribuzione:
Lingue: italiano, sardo
Sinossi: Un piccolo paese isolato nelle campagne sta morendo dal momento che non nascono bambini da anni. Il paese è abitato da pochi anziani e da una sola ragazza incinta, che medita di andarsene. La ragazza tenta la fuga, ma quando si ritrova sola in mezzo alla campagna entra in travaglio. Gli anziani riescono a raggiungerla, la fanno sdraiare in un carro e la portano “in processione” nella piazza del paese, dove vogliano che partorisca: un sacrifico, un rito di fertilità. Sostenuto dall’Istituto Superiore Regionale Etnografico, mette l’accento sulla denatalità e sull’emigrazione dai piccoli paesi del centro della Sardegna.
Horizon
Regia: Daniele De Muro
Soggetto, fotografia e montaggio: Daniele De Muro con
Produzione: Daniele De Muro
Anno: 2020
Durata: 15’
Cast: Carlo Porru, Daniele Meloni, Viola Scuderi
Sinossi: Nelle terre di confine, attraversate da sopravvissuti in cerca di salvezza, l’uomo affronta la sua natura primordiale, in una realtà desolante dove la legge del più forte governa il mondo. Nascosto in un rifugio sotterraneo, il protagonista osserva il definitivo declino della società, fino a che un incontro speciale, riaccende in lui la speranza per il futuro dell’umanità.
Cara a su ‘entu – Con il vento in faccia
Regia e sceneggiatura: Andrea Deidda
Produzione: Andrea Deidda
Fotografia e montaggio: Andrea Deidda
Musiche: Emanuele Contis
Anno: 2023
Durata: 59’
Lingue: sardo, italiano
Cast: Giovanni Atzeni, Sebastiano Deledda, Salvatore Ladu, Eleonora Mainò, Antonio Mula, Paolo Arru, Stefano Piras, Giovanni Puddu, Michel Putzu, Andrea Sanna
Sinossi: Dai paesi della Sardegna emigrano giovanissimi per inseguire un sogno: correre al Palio di Siena. Diventare fantini di piazza del Campo però non è per tutti: la fame di gloria impone di lasciare la propria terra dove tutto è cominciato cavalcando a pelo nelle campagne e nei palii più polverosi. Una passione che impone sacrifici dalla mattina alla sera nelle scuderie, nell’attesa di qualcosa che potrebbe avverarsi. O forse no. Un racconto dietro le quinte, inedito, che si conclude nel momento esatto in cui lo spettacolo del Palio si apre al giubilo del grande pubblico.
Nella colonia penale
Regia: Gaetano Crivaro, Silvia Perra, Ferruccio Goia, Alberto Diana
Produttori: Laura Biagini, Nicola Contini, Matteo Incollu, Federica Ortu
Casa di produzione: Mommotty
Paese: Italia
Anno: 2024
Durata: 85’
Lingue: italiano, turco, arabo
Sinossi: In Sardegna, nascoste in luoghi quasi inaccessibili, esistono ancora oggi tre delle ultime colonie penali attive in Europa. Qui, in queste case di lavoro all’aperto, i detenuti scontano la pena dividendo il loro tempo tra le mura della cella e il lavoro: coltivano la terra, allevano animali da pascolo, svolgono compiti di manutenzione della stessa struttura in cui sono rinchiusi. A Isili, Mamone, e Is Arenas i detenuti sono perlopiù persone migranti. Ignoriamo la loro provenienza, il reato per cui sono stati rinchiusi, per quanto tempo ancora dovranno stare lontani dal mondo. Il lavoro scandisce il tempo fermo e dilatato della prigionia, in cui l’uomo e animale vivono a stretto contatto. Il dispositivo di sorveglianza e repressione sembra ripetersi immutato di fronte alla macchina da presa, di colonia in colonia. Cambiano i volti, le guardie e i condannati, ma il sistema di controllo rimane il medesimo. Nell’ex colonia penale dell’Asinara, quando il rapporto tra carceriere e carcerato viene meno, tra le rovine delle prigioni abbandonate emerge una nuova dialettica di sopraffazione, che vede a confronto l’animale in libertà di fronte all’essere umano.
Nella colonia penale è un film che si immerge in uno spazio di eccezione: un regime carcerario retaggio del passato, sul punto di scomparire, lontano dalla nostra società, ma di cui è allo stesso tempo una diretta emanazione della stessa.
Némos andando per mare
Regia, sceneggiatura e soggetto: Marco Antonio Pani
Prodotto da Mario Castagna
Direttore della fotografia Quique López Real
Montaggio Marco Antonio Pani,Ambrogio Nieddu
Musiche originali Stefano Guzzetti
Scenografia Pietro Rais
Costumi Stefania Grilli, Salvatore Aresu
Produzione esecutiva Emiliano Merzagora
Anno: 2025
Durata: 110’
Lingue: sardo, italiano
Cast: Giovanni Masia (Odisseo); Silvia Senes (Calipso); Piero Coccoi (Coccoi); Raffaele Busia (Rafaele); Raffaele Nonne (Cartuccia); Giovanni Maria Piga (Giommaria); Domenico Solinas (Domenico); Salvatore “Tore” Ventroni (Ventroni); Luana Fais (Nausìcaa); Francesco Spada (Re Alcinoo); Valentina Carta (Regina Arete); Martina Floris (Penelope); Salvatore “Tore” Concas (Zeus); Francesca Niedda (Atena); Arianna Pala (Atena bambina); Stefano Lai (Ermes); Vittorio Lai (Ermes bambino)
Sinossi: Sardegna, oggi. Durante una gara di improvvisazione poetica ispirata alle vicende di Ulisse, un pastore tra il pubblico si assopisce. Nel sogno, si ritrova protagonista di un viaggio immaginario, diventando egli stesso l’Eroe. Un viaggio che riflette le passioni, i desideri e le paure di un uomo di campagna di oggi, alle prese con un mondo in continuo cambiamento e con il proprio inevitabile avanzare verso la vecchiaia. Recitato interamente in sardo da attori non professionisti, Némos andando per mare è una rilettura in chiave favolistica dell’Odissea, ambientata in un’isola dalle radici profonde, ben piantate al centro del Mediterraneo: vicina a tutti, ma straniera per tutti, mitica e contemporanea al tempo stesso.
Stefano Cau, originario di Siddi, in Marmilla, è un autore di cinema indipendente. Da diversi anni collabora con alcune case di produzione sarde, dirige i propri lavori e parallelamente scrive sceneggiature e progetti per altri registi. Nel 2019 realizza Issa, cortometraggio con Anastasiya Bogach, prodotto dall’ISRE. Il film viene selezionato in concorso al Torino Film Festival 2020. Nel 2019 dirige Creaturas, cortometraggio sulla vita quotidiana di tre bambini in un piccolo paese della Marmilla. Il film è prodotto da Luches di Giovanni Columbu, Mommotty srl e Terra de Punt di Salvatore Cubeddu, nell’ambito della residenza artistica Indygena. Il film, girato senza sceneggiatura, indaga il rapporto dei bambini con il loro territorio. Nel settembre 2020 dirige il film Badabò, prodotto da Terra de Punt. In questo ultimo lavoro, anche questo privo di sceneggiatura, prosegue la ricerca sperimentata nei precedenti. Il film è girato quasi totalmente nel paese di Orroli, dove l’attrice protagonista improvvisa con gli anziani della comunità, interpretando un’assistente sanitaria per anziani, e seguendo un canovaccio che viene di giorno in giorno aggiornato secondo le suggestioni che provengono dalla comunità. L’ultimo suo cortometraggio, Pasqua pomeriggio (2024), è stato selezionato in diversi festival, tra cui il Bellaria Film festival e il Max3Min – Very Short Film Festival di Milano. Ha insegnato sceneggiatura e tecniche elementari di filmmaking in scuole primarie e secondarie di I grado, e in centri SPRAR. Interessato principalmente al cinema di confine tra il documentario e quello di finzione. Negli ultimi lavori cerca di filmare il territorio attraverso le persone che lo abitano.
Gaetano Crivaro (Crotone, 1983) è un documentarista e videoartista con base a Cagliari. I suoi film (tra cui I Love Benidorm, Good Buy Roma, El Vagon, Radio Migrante, Rondò final) ricevono premi e vengono selezionati in alcuni tra i più importanti festival del cinema (Premio del Pubblico al DocumentaMadrid10, concorso ufficiale a Visions du Réel, Festival dei Popoli, Bellaria FF, Filmaker Fest, Doc Buenos Aires, Ischia FF, Visioni Italiane, Yamagata FF, Cinemambiente, Laceno D’oro). Frequenta il Master en Documental de Creación di Barcellona, dove collabora alla realizzazione del film DEMONSTRATION di Victor Kossakowsky e sviluppa il suo progetto Stretto Orizzonte selezionato al Premio Solinas 2012. Nel 2013 si trasferisce in Sardegna, dove attualmente vive, e fonda il collettivo di ricerca L’Ambulante con cui realizza diversi progetti di ricerca dedicati al cinema sperimentale, d’archivio e analogico (REMIX, Cinema di Seconda mano, Smontare e rimontare immaginari, Videoritratti). Nel 2021 termina il film Rondò final, un esperimento d’archivio a tutto tondo, in concorso al Visions du Reél e al Festival dei Popoli, tra i tanti. Dal film nasce un libro, Tutto è archivio – Nulla è archivio, edito da Oreri – Iniziativa editoriale. È uno degli autori del film collettivo Nella colonia penale (2025). In fase di pre-produzione il film documentario Selvaggia Ossessione scritto insieme a Margherita Pisano, finalista al Premio Solinas – Documentario per il Cinema 2023.
Daniele De Muro è nato a Cagliari nel1984. La sua formazione artistica inizia nel 2009 frequentando i corsi di Cinema al CELCAM con Enrico Pau e Corrado Serri presso l’Università di Cagliari e di scrittura al CIF con Bepi Vigna. Dal 2010 si dedica alla realizzazione di numerosi progetti tra corti, videoclip, spot e promo film collaborando con importanti artisti della Sardegna, tra questi: firma la regia di Grazias a Deus dei Banda Beni, dello sperimentale A House by the Sea, del cortometraggio Horizon e la fotografia del corto di Jacopo Cullin per Special Olympics con Gigi Riva. Attualmente lavora alla scrittura del suo primo lungometraggio.
Andrea Deidda nasce a Cagliari nel 1987. Giornalista professionista e filmmaker, è laureato in Scienze Politiche e ha conseguito due master universitari in comunicazione e filmmaking. Lavora per giornali e Tv, collabora con case di produzione in qualità di regista, autore e operatore di ripresa di documentari. Ha realizzato il documentario Bar Seui (2019), l’instant doc Notte di giorno (2021), il cortometraggio di fiction Santamaria (2021) e nel 2023 il documentario Cara a su ‘entu – Con il vento in faccia, nel 2024 Seu innoi – sono qui.
Alberto Diana (1989) si è diplomato al Master in Documental de Creación all’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, dopo essersi laureato in Lettere all’Università di Cagliari. I suoi cortometraggi documentari sono stati presentati in numerosi festival italiani e internazionali. Nel 2019 il suo mediometraggio documentario Fango rosso è stato presentato in anteprima al Torino Film Festival. Nel 2023 ha realizzato il suo primo cortometraggio di finzione Frarìa, presentato anch’esso al Torino Film Festival.
Ferruccio Goia è un regista italiano con sede a Bergen. Con una laurea in Cinematografia, realizza documentari sociali e antropologici, concentrandosi in particolare sulle migrazioni. Ha prodotto documentari in Romania, Sudafrica, Slovenia, Sardegna e Norvegia, partecipando a vari film festival. Ha prodotto documentari sui rifugiati per conto delle Nazioni Unite. Attualmente lavora presso il Medielab, la Divisione di Sviluppo Accademico della Western Norway University of Applied Sciences, dove si occupa della produzione di documentari e contenuti educativi.
Marco Antonio Pani è nato a Sassari il 15 ottobre 1966. Si è formato negli anni ‘90 in Sardegna con un corso professionale per realizzatori televisivi e successivamente al CECC-Centre d’Estudis Cinematogràfics de Catalunya a Barcellona (Spagna), dove si è laureato in Regia Cinematografica. Lavora nel settore audiovisivo dal 1991, producendo più di quaranta documentari e diversi cortometraggi di finzione. Negli ultimi 15 anni ha insegnato audiovisivi in scuole e in workshop, master e corsi regolari presso università spagnole e italiane. È stato anche fondatore di Moviementu Rete Cinema Sardegna, un’associazione che ha riunito dal 2013 al 2020 la maggior parte degli artisti, tecnici e produttori dell’audiovisivo sardo. Fra le opere più riconosciute, il documentario Els Pintors Catalans a Sardenya”, il cortometraggio etnografico Panas, i documentari biografici Arturo torna dal Brasile e Ignazio. Storia di lotta, d’amore e di lavoro e il lungometraggio documentario Capo e Croce (co-diretto con il regista Paolo Carboni), selezionato ufficialmente al Festival del Cinema di Roma nel 2013 e premiato come Miglior Film Italiano al Festival Cinemambiente di Torino nel 2014. Dopo il corto “etno-geo-surrealista” Maialetto della Nurra e il documentario d’osservazione Padenti, approda al lungometraggio di finzione Némos andando per mare, vincitore del bando per lungometraggi di interesse culturale regionale della Regione Sardegna, e sostenuto dal Ministero della Cultura Italiano e dalla Film Commission di Sardegna. Dal 2020 è docente di Cinematografia, Regia documentaria e Tecniche di Documentazione Audiovisiva presso l’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, in Sardegna, Italia.
Silvia Perra si è diplomata in Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia, i suoi cortometraggi La Finestra e Il Rito sono stati selezionati in festival come Torino Film Festival, Angers Premiers Plans, Dokufest, FIPADOC tra gli altri. Come autrice ha ricevuto il Premio ARTE al MIA Market di Roma.