Finanziamento del reddito di cittadinanza

22 Febbraio 2014
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Gianfranco Sabattini

Un problema assai dibattuto riguardo al reddito di cittadinanza concerne le modalità del suo finanziamento; per intenderne il significato, conviene considerare succintamente il “dibattito teorico” che ha condotto alla formulazione del concetto di “RdC” come moderno strumento di riforma sociale ed economica, senza stravolgimenti rivoluzionari della logica capitalistica sottostante il funzionamento delle attuali economie industrializzate, ma anche senza “complicazioni” insormontabili riguardo al reperimento delle risorse necessarie per il suo finanziamento.
Nel 1986, alla fine della First International Conference on Basic Income, svoltasi all’Università Cattolica di Lovanio, è stato costituito il Basic Income European Network (BIEN). La conferenza ha inaugurato così la prima fase di riflessione sull’uso del “”RdC”, ma ha anche concorso a consolidarne l’uso nelle politiche pubbliche. Tuttavia, la letteratura sull’argomento evidenzia che, nell’anno in cui si è svolta la conferenza, molti economisti inglesi erano ancora propensi ad usare, in luogo dell’espressione reddito di cittadinanza, quella di “dividendo sociale”. Alla fine della conferenza, per il nome del Network è stato scelto l’acronimo BIEN (che in lingua francese significa “bene”) al quale è stato associato l’acronimo olandese GOED, corrispondente all’espressione inglese Great Order for European Dividend. Tutti così hanno potuto trovare la “pace dei sensi” sul come denominare il movimento a supporto dell’adozione del “RdC” come strumento di politica economica.
Secondo l’economista olandese Walter Van Trier, per una storia dell’origine del significato dell’espressione “reddito di cittadinanza” occorre però fare riferimento a un periodo anteriore al 1986; un periodo durante il quale il nome di dividendo sociale veniva comunemente impiegato per designare la proposta politica di corrispondere incondizionatamente un reddito ad ognuno dei componenti il sistema sociale. E’ importante indagare sull’origine del significato dell’espressione utilizzata per indicare il reddito di cittadinanza, perché consente di capire come, già a partire da un tempo anteriore al 1986, si intendesse finanziare la corresponsione di un reddito sociale incondizionato.
Può sembrare strano che il grande economista inglese James Edward Meade, nonostante la sua generalizzata disponibilità ad accettare l’espressione reddito di cittadinanza per indicare un sistema di sicurezza sociale alternativo al welfare State, abbia sempre conservato nei suoi lavori l’espressione dividendo sociale. Il suo modello di organizzazione del sistema sociale, formalizzato in “Agathopia” (luogo dove sarebbe conveniente vivere, illustrato per la prima volta dal premio Nobel alla conferenza organizzata nel 1988 in Italia dalla Lega delle Cooperative e descritto in un piccolo volume pubblicato in lingua italiana nel 1989), è fondato infatti sul pagamento automatico di un dividendo sociale corrisposto incondizionatamente, in una misura identica, a tutti i cittadini individualmente considerati.
In assenza di riferimenti riguardo al momento preciso in cui ha avuto origine l’espressione “dividendo sociale”, la lettura di Agathopia potrebbe indurre a pensare che James Meade possa averla scoperta solo in tempi a noi vicini. Non è così. I suoi allievi suggeriscono che egli ha avuto contezza dell’idea di dividendo sociale dal lavoro di Lady Juliet Rhys-Williams, la quale nel 1943 ha scritto un libro dal titolo Something to Look Forward Too, in cui l’autrice proponeva un “Nuovo Contratto Sociale”, implicante la corresponsione incondizionata e universale di un reddito sociale alternativo a quello previsto dal Rapporto-Beveridge sulla sicurezza sociale. James Meade, nel 1948, in un suo lavoro, “Planning and the Price Mechanism”, ha presentato l’idea di Lady Rhys-Williams come una stimolante proposta per una riforma strutturale del modello di sicurezza sociale istituzionalizzato alcuni anni prima nel Regno Unito.
James Meade ha riassunto la proposta di Lady Juliet Rhys-Williams come segue: ella ha suggerito la corresponsione di un pagamento in moneta o di un dividendo sociale ad ogni singolo cittadino, uomo, donna o bambino. La somma pagata deve sostituire tutti i benefici sociali corrisposti sulla base del sistema di sicurezza sociale esistente, quali i sussidi ai disoccupati, il pagamento delle pensioni ai lavoratori collocati a riposo per raggiunti limiti di età, i sussidi per malattia e quelli corrisposti ai minori di età. Ogni uomo, donna o minore deve percepite il dividendo sociale, sia nel caso di malattia che nel caso si trovino in perfetto stato di salute, sia in caso di occupazione o di disoccupazione e indipendentemente dall’età. Non deve essere prevista nessuna prova dei mezzi, né devono esistere dei test per provare che si tratta di soggetti impegnati nella ricerca di lavoro, oppure di soggetti realmente ammalati. I medici possono cessare di rilasciare certificati di malattia e procedere, quindi, a tempo pieno nella cura dei loro ammalati. Gli uffici per l’occupazione possono cessare di preoccuparsi dei disoccupati e impegnarsi maggiormente nell’avviare verso nuove opportunità occupazionali chi si trova involontariamente ad essere disoccupato. Il Ministero della Sicurezza Sociale può addirittura essere chiuso. Tutti i sussidi personali universali concessi incondizionatamente a tutti i cittadini possono prendere il posto dell’intero apparato dell’attuale sistema di sicurezza sociale.
La proposta di Lady Juliet Rhys-Williams, secondo James Meade, era da condividersi, perché presentava quattro grandi vantaggi: 1. realizzava una semplificazione burocratica del sistema economico; 2. garantiva una maggiore libertà personale; 3. realizzava una “equalizzazione” dei redditi personali; 4. garantiva un’efficace strumentazione per un più razionale controllo della spesa pubblica.
Per tutti i motivi esposti, secondo James Meade, la proposta di Lady Juliet Rhys-Williams meritava un’attenta e seria considerazione, in quanto rendeva possibile una razionalizzazione degli attuali metodi di distribuzione del costo della sicurezza sociale. La valutazione di Meade delle proposta di Lady Juliet Rhys-Williams è stata riportata per esteso perché prefigura inequivocabilmente uno dei modi possibili di finanziamento del reddito di cittadinanza o del dividendo sociale, come lo stesso Meade lo chiamava; si tratta, come è facile desumere, di un modo che presuppone una radicale riforma del welfare State adottato e di una sua sostituzione con un sistema di sicurezza sociale completamente alternativo. Fine, questo, che è proprio del “RdC”; ma esiste anche un altro modo di finanziare il “RdC”, forse ancora più avanzato e più prossimo alle esigenze di un sistema sociale in crisi come quello italiano.

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