Giorgino si oppone al rigassificatore

16 Gennaio 2023

[Aldo Lotta]

Il 16 gennaio si è tenuta a Cagliari, nel salone parrocchiale di Giorgino, una riunione per dire no al progetto di un rigassificatore nello storico borgo dei pescatori.

A fianco alla laguna di Santa Gilla, dove l’Autorità portuale, il Comune di Cagliari e la Regione stanno investendo decine di milioni di euro per la riqualificazione ambientale e paesaggistica. Il programma di Sardinia Lng prevede la realizzazione di un terminal Gnl nel Porto canale di Cagliari composto da un impianto di stoccaggio con una capacità di 22 mila metri cubi e un impianto per la rigassificazione del gas naturale liquefatto. Ossia la trasformazione dallo stato liquido (il gas che arriva con le navi criogeniche è a una temperatura di 162 gradi sottozero) a quello gassoso.

All’assemblea, programmata con diverse settimane di anticipo dal Comitato del Villaggio pescatori, con in testa Mariano Strazzeri, presidente del borgo, hanno partecipato numerosissime associazioni attive sui diritti umani e ambientali, molti cagliaritani e esponenti istituzionali. Al posto del sindaco della città è intervenuto l’assessore all’innovazione tecnologica, ambiente e politiche del mare, Alessandro Guarracino. Tra gli altri, sono anche intervenuti l’ex sindaco di Cagliari Massimo Zedda, la deputata Francesca Ghirra e l’ex euro parlamentare Giulia Moi (che ha ricordato come la Sardegna sia la regione più inquinata d’Italia). Rilevante anche la presenza di un rappresentante della Società Grendi, impresa storicamente attiva a Cagliari, attualmente nel porto canale, nel settore logistico e trasporto di merci, (che in caso di realizzazione del rigassificatore vedrebbe minata forse irrimediabilmente la propria capacità operativa).

L’evento è da sottolineare per la presenza, quindi, di una varietà e costellazione molto estesa di cittadini, capace di rappresentare gli interessi e diritti di un’intera comunità metropolitana, sia attraverso delle figure istituzionali elette (assente, purtroppo, una rappresentanza dell’amministrazione regionale) sia, soprattutto, grazie alla partecipazione di una fetta importante della società civile. Rilevante infatti la presenza numerosissima delle persone “comuni”  (tra loro molte donne, giovani, “vecchi” pescatori e persone impegnate in importanti progetti di ri-valorizzazione turistica del borgo) che avvertono con timore ma anche con rabbia il grave pericolo che incombe sullo storico villaggio e sulla città: in un luogo unico di Cagliari, tanto peculiare e rappresentativo sul piano storico, socio-culturale, turistico e di costume, l’incombente presenza dell’enorme rigassificatore a poche decine di metri dal borgo e a poche centinaia dal centro storico e commerciale di Cagliari appare follemente incongrua, fortemente invasiva, fonte di ulteriore grave inquinamento dell’aria nonché, in caso di incidenti, possibile causa di tragici eventi distruttivi.

Tra l’altro non essendo stata garantita, sulla base della legge Seveso III la possibilità di partecipare alle decisioni relative agli insediamenti nelle aree a rischio di incidente rilevante, sarà possibile per i cittadini avviare azioni legali, non essendo state  fornite loro adeguate informazioni o possibilità di partecipazione, in applicazione della Convenzione di Aarhus del 1998.

In conclusione, grazie alla mobilitazione civile e responsabile dei cagliaritani di Giorgino, (area che rimane, tra l’altro, inspiegabilmente semi-isolata da resto della città per la mancanza tuttora di un collegamento ciclo pedonale) questa assemblea ha rappresentato forse l’inizio di un risveglio di una Cagliari finora generalmente distratta riguardo ai gravi problemi dell’inquinamento e alla salvaguardia dei diritti costituzionali alla salute e al benessere sociale dei cittadini (secondo i dati di Climate Trace, ad esempio, sulla graduatoria italiana riguardo le emissioni di CO2 la raffineria petrolifera Saras Sya Sarroch Oil occupa il secondo posto con 2,97 milioni di tonnellate di CO2, con il 20% della capacità di raffinazione italiana, subito dopo l’ArcelorMittal di Taranto).

Ci auguriamo dunque che le prossime azioni vedano una partecipazione ancora più ampia e informata della città e dell’intera area metropolitana coinvolta in questo scellerato progetto.

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