“Italia90”, due giovani artisti sardi in mostra a Milano

16 Giugno 2021

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Ha inaugurato lo scorso 10 giugno a Milano “ITALIA90”, mostra collettiva dedicata alle promesse del panorama fotografico contemporaneo, a cura di Condominio e visitabile dal 10 giugno al 19 settembre 2021 in Via Melchiorre Gioia 41 a Milano,

Sono due gli artisti sardi in mostra: Marco Loi (1997), artista e designer di Samugheo, con il progetto “Il rumore di una terra invisibile”, selezionato nel 2020 per il premio “BLURRING THE LINES” organizzato da FOTODOK, Urbanautica Institute, European Cultural Centre, Faservice, Fujifilm, and Paris College of Art, “un’indagine sui confini di uno spazio invalicabile e negato, occupato dalle più grandi basi militari d’Europa situate in Sardegna. Dagli anni Cinquanta fino ad oggi in questi territori si svolgono importanti esercitazioni pre-belliche da parte di forze armate italiane ed estere. La presenza di una delimitazione di filo spinato e di una censura costante ci esclude continuamente dallo spazio protetto, rendendo impossibile la piena rivelazione di una visibilità canonica, dando origine ad un vuoto spaziale, una realtà profonda e nascosta che non ci è dato conoscere”; Ambra Iride Sechi (1992), fotografa e artista visiva originaria di Las Plassas, con il progetto incentrato sui “Buono Lavoro”, primo classificato nella sezione fotografia al “XII Premio Nocivelli” nel 2020, “uno strumento di retribuzione per prestazioni occasionali introdotto in Italia dalla legge Biagi-Maroni nel 2003 con l’obiettivo di far emergere il lavoro sommerso nelle categorie di impiego più a rischio. Emblema della flessibilità, i voucher sono stati spesso utilizzati impropriamente per dissimulare il lavoro nero e mascherare il lavoro subordinato, diventando schermo di una regolarità solo apparente.

Nessun contratto, nessun dovere, nessun diritto al di fuori di quella singola ora di lavoro dichiarata da un voucher.”

ITALIA 90 è il risultato della omonima open call lanciata da CONDOMINIO ad aprile 2020, e rivolta agli artisti nati dopo il giorno 01/01/1990, italiani o con base in Italia. 

La call, che nel suo nome ha un chiaro ed esplicito riferimento ai gloriosi Mondiali di calcio, ha come l’obiettivo di raccogliere un numero di autori e progetti, in grado di delineare i tratti caratterizzanti della generazione futura che oggi si occupa del linguaggio fotografico in tutte le sue declinazioni contemporanee.

Inaugurata lo scorso 10 giugno, la collettiva ITALIA 90 che presenta i lavori dei 15 artisti selezionati tra più di 300 candidature e da una giuria di professionisti composta da Federica Chiocchetti (Curatrice), Niccolò Fano (Gallerista – Matéria gallery), Elisa Medde (Editor – Foam magazine), Giangavino Pazzola (Curatore – Camera Torino), Francesco Zanot (Curatore) e Alba Zari (Artista), 

gli artisti in mostra sono: Eleonora Agostini, Selen Botto, Matteo Buonomo, Giacomo Colombo, Alessandra Draghi, Tiziano Ercoli, Marco Loi, Sofia Masini, Rawan Mazeh, Giulia Parlato, Niccolò Quaresima, Silvia Rosi, Federica Sasso, Ambra Iride Sechi, Rocco Venezia.

www.condominioarte.xyz  CONDOMINIO è uno spazio co-sharing dedicato alla promozione della fotografia contemporanea e della cultura dell’immagine. Facendo propri i principi di collaborazione e condivisione, con le sue iniziative CONDOMINIO incoraggia la valorizzazione di realtà e pratiche esistenti con lo scopo di creare uno spazio di incontro e sinergia tra artisti, curatori, gallerie, publishers e appassionati. Con sede a Milano, in prossimità della zona Isola, le attività di CONDOMINIO si articolano in 4 macro-aree: Exhibitions, Education/Events, Calls e Co-showing.

Marco Loi (1997) è un artista e designer sardo. Nel 2020 ha conseguito la laurea all’ISIA di Urbino. I suoi lavori esplorano temi socio-politici attraverso diversi medium: dalla fotografia, alla grafica fino alle pratiche manuali di tessitura tradizionale.

“Il rumore di una terra invisibile è un’indagine sui confini di uno spazio invalicabile e negato, occupato dalle più grandi basi militari d’Europa situate in Sardegna. Dagli anni Cinquanta fino ad oggi in questi territori si svolgono importanti esercitazioni pre-belliche da parte di forze armate italiane ed estere. Nel corso degli anni queste attività hanno avuto un forte impatto sull’ecosistema, causando danni irreversibili all’equilibrio ambientale. 

Il progetto si propone di indagare la questione ambientale cercando di penetrare questi luoghi eterotopici la cui visibilità è violentemente occultata, tentando di superarne i limiti dell’invisibile e dell’irrappresentabile. Attraverso una successione di simboli, tracce, limiti e indizi, il sistema narrativo cerca di rispondere ad una domanda principale: come si può parlare attraverso l’immagine di un luogo la cui visibilità è violentemente protetta?

La struttura narrativa mette in dialogo immagini geografiche di paesaggi invisibili, elementi naturali prelevati dalle aree militari, immagini storiche d’archivio e immagini notturne a infrarossi che si presentano nel progetto utilizzando un linguaggio del controllo che dall’esterno simula il vocabolario visivo della fotografia di sorveglianza.
In quest’ultimo caso in particolare esiste un’implicazione politica nell’uso della macchina fotografica che tenta di osservare e documentare, accentuando il tentativo di rendere visibile l’invisibile.

La presenza di una delimitazione di filo spinato e di una censura costante ci esclude continuamente dallo spazio protetto, rendendo impossibile la piena rivelazione di una visibilità canonica, dando origine ad un vuoto spaziale.

L’unica visibilità possibile porta con sé anche un al di là: mostra continuamente l’esistenza di una realtà profonda e nascosta che non ci è dato conoscere.”

Ambra Iride Sechi (1992), fotografa e artista visiva, vive e lavora tra Marsiglia e la Sardegna. Nei suoi lavori esplora il potenziale politico e poetico delle immagini attraverso un approccio multidisciplinare, indagando tematiche come memoria, comunità e relazioni sociali.

“In una scatola da scarpe, come testimoni stropicciati, sono conservati gelosamente i voucher raccolti da quando, qualche anno fa, Ambra Iride Sechi ha iniziato a lavorare in un locale per guadagnare qualcosa continuando intanto i suoi studi. 

Buoni lavoro che raccontano indirettamente del malcostume di molti datori di lavoro di pagare in nero almeno parte del salario dei dipendenti, usando questi scontrini come copertura legittima e ufficiale. Evitare la stipula di un contratto di lavoro regolare, lasciando però in un limbo senza diritti categorie fragile e precarie, mentre al contrario si pensava, attraverso questo strumento, di potere fare emergere il sommerso e offrire protezione e una forma di stabilità a disoccupati, casalinghe, studenti, disabili. 

Uno scontrino dalla doppia faccia. Una legge, la Biagi-Maroni, nata con uno scopo e rovesciata nella sua applicazione con l’abilità che conosciamo e di cui facciamo spesso esperienza. Partendo da questa duplicità, l’artista manipola, trasforma attraverso diverse tecniche fotografiche le immagini di partenza, facendo emergere su un unica superficie ciò che è stampato sul fronte e sul retro: l’impronta della luce, quello del tempo trascorso si fondono idealmente attraverso il processo chimico dei sali d’argento, tecnica dei primordi della fotografia, instabile e fantasmatica, eterea e fragile. 

Come frammenti della propria esistenza, trattenuti dalla luce, sfumati nella memoria, i fotogrammi assomigliano a resti fossili di una realtà sempre duplice, complessa, mai lineare. Tutto galleggia in superficie, si mescola secondo correnti di cui facciamo fatica a capire origine, direzione e destino. Ogni tanto gli artisti provano a immergervi la mano, in quelle acque, cercando di riconoscere cosa rimane nell’incavo del palmo, tra le dita. E raccontarlo.”

Testo di Claudia Losi, dal catalogo del XII Premio Nocivelli, 2020

Nell’immagine: Opera di Ambra Iride Sechi

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