Legge elettorale da cambiare: ora si deve e si può

30 Giugno 2025

[Fernando Codonesu]

Non vogliamo più votare con la legge attuale! La legge elettorale va cambiata, si deve e si può, ma succederà davvero?

A proposito della legge elettorale, nel programma del campo largo, pagina 188, è scritto “Nelle modifiche alla legge elettorale dovranno essere introdotti meccanismi per una più appropriata rappresentanza territoriale; per una più efficace rappresentatività politica e di genere, attraverso un approccio proporzionalistico, l’individuazione di una nuova soglia di sbarramento e il mantenimento della preferenza individuale “.

Diciamo subito che la legge elettorale va cambiata senza bisogno di qualche super esperto (un nuovo “personaggio” che si autodefinisca Rombo di tuono?) che arrivi da oltre Tirreno per scrivere la legge statutaria e la legge elettorale sarda.

Per favore risparmiateci almeno questo!

In Sardegna, nelle strutture regionali, nelle università, in alcuni partiti e nella società sarda vi sono tutte le competenze necessarie e sufficienti per arrivare ad un testo di legge più democratico di quello attuale. Intanto perché per raggiungere tale obiettivo non ci vuole un grande sforzo, ma sicuramente ci vuole intelligenza, serietà e consapevolezza politico-culturale per avere un testo di legge che consenta la massima rappresentanza politica, territoriale e di genere e che consenta ai sardi di essere degnamente rappresentati nel Consiglio regionale.

Ad oggi nel dibattito politico pubblico vi sono in campo diverse proposte riassumibili fondamentalmente nelle seguenti:

a) il 10 marzo c.a. la Scuola di cultura politica Francesco Cocco ha presentato una proposta di legge elettorale organica, con un testo strutturato che partendo dalla legge attuale consente di attuarne il superamento garantendo, tra le altre cose, la rappresentanza politica, territoriale e di genere che sono gli elementi di base che caratterizzano una buona legge elettorale.

Il testo è stato elaborato nel corso di un anno di lavoro e fa tesoro della precedente attività svolta sul tema dal 2016 al 2019 come Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari (CoStat). E’ stato inviato a tutti i gruppi politici presenti nel Consiglio regionale, al Presidente del Consiglio Piero Comandini, alla Presidente della Regione Alessandra Todde e a circa 300 Sindaci della Sardegna. La richiesta a tutti i gruppi è stata di sottoscrivere la proposta e provvedere al suo deposito nella Commissione riforme (prima commissione del Consiglio regionale).

Il testo è stato fatto proprio dal gruppo AVS del Consiglio regionale e depositato in data 11 giugno. Ovviamente per ciascun consigliere o gruppo politico presente in Consiglio vi è la possibilità di aggiungere la propria firma e sostenerne la discussione in Commissione.

Il testo va visto come una base di partenza, non di arrivo: un testo aperto a modifiche e integrazioni.

Infatti, sosteniamo ancora una volta che la sua sottoscrizione da parte di altri consiglieri e gruppi politici non significa che se ne debbano condividere tutti i punti: è ovvio che la Commissione potrà modificarla e integrarla come ritiene opportuno, soprattutto se si rispetta il principio che la legge elettorale deve essere condivisa tra la maggioranza e la minoranza.

b) Dal canto suo, Renato Soru (Progetto Sardegna), già nel citato incontro pubblico del 10 marzo ha presentato una proposta semplice ed efficace allo stesso tempo che consente di superare il problema della rappresentanza politica. La proposta consiste nell’eliminazione della soglia di sbarramento per tutti, ovvero nessuna soglia, né per le liste né le coalizioni!

Questo equivale a dire che vi è la possibilità di accedere ad un seggio in Consiglio per tutte le liste che prendono un numero di voti tale da conseguire un quoziente intero.

In altri termini si tratta di ragionare in termini di una “soglia implicita” e non espressa, soglia che più volte ho definito personalmente come “soglia concettuale”. Sostanzialmente è equivalente a quella riportata nella nostra proposta, pari al 2% per tutti, ancorché numericamente espressa.

Il vantaggio della proposta di Renato Soru consiste nella semplicità ed efficacia e che in quanto tale potrebbe essere immediatamente approvata, senza bisogno di lunghe e defatiganti discussioni, se ci fosse la volontà politica di farlo.

Va detto però che ha un punto debole perché lascia inalterati i due altri aspetti non risolti della presente legge, la rappresentanza territoriale e quella di genere.

c) Lucia Chessa guida un insieme di Comitati territoriali, riuniti in “SarDegna Iniziativa Popolare”, e alcuni mesi fa ha promosso una grande raccolta di firme degli elettori sardi mirata alla predisposizione di una legge elettorale totalmente proporzionale

d) Sulla stessa lunghezza d’onda, ovvero per una legge elettorale totalmente proporzionale, in tutti i territori della Sardegna vi è stato e continua un grande lavoro di democrazia partecipativa inizialmente promosso e organizzato da Sardegna chiama Sardegna che ha coinvolto una ventina di associazioni e di Sinistra Futura, gruppo che fa parte della maggioranza in Consiglio regionale. Il raggruppamento è attivo come “Gruppo promotore Ricostruiamo la democrazia sarda” ed è rappresentato nella prossima iniziativa pubblica da Danilo Lampis.

Il lavoro è partito un anno fa ed è attualmente in fase conclusiva.

e) Vi è ancora un altro testo di legge depositato in Commissione nel mese di ottobre 2024, proposto e firmato in solitaria dal capogruppo del PD, Roberto Deriu, un testo chiaramente presidenzialista e maggioritario.

Come Scuola di cultura politica riteniamo che tutte le proposte possano e debbano essere discusse in Commissione: è quello il luogo dove devono essere valutate le “compatibilità” tra le proposte per ricavare un testo finale efficace ed in grado di risolvere le criticità presenti nell’attuale testo, su cui non ritorno in questa sede.

Ritorno, però, sul fatto che le prime quattro proposte provengono dalla società civile e non dal Palazzo e presentano molti elementi di compatibilità. Sono testi componibili e la loro componibilità dovrebbe avvenire in Commissione e a maggior ragione nel dibattito che auspichiamo possa avvenire quanto prima in Consiglio regionale.

Le quattro proposte possono e devono essere viste come iniziative politiche complementari che nascono da altrettanti affluenti del grande fiume della democrazia sarda di cui tutti noi facciamo parte.

Siamo convinti che non dobbiamo evidenziare le poche differenze pur presenti tra le proposte, semmai discutiamo anche queste per arrivare alla possibile sintesi, ma dobbiamo far leva unitariamente sui tanti punti di convergenza e su questo metodo invitiamo i consiglieri regionali ad agire di conseguenza.

Giovedì tre luglio, presso la Fondazione di Sardegna, discuteremo di questi temi con i protagonisti citati, Maria Laura Orrù, Renato Soru, Lucia Chessa, Danilo Lampis e Michele Ciusa con a seguire il dibattito col pubblico.

Punti qualificanti della nostra proposta firmata e depositata da AVS

E’ una legge diretta all’elezione contestuale del Presidente e del Consiglio regionale che, al fine dell’attribuzione del premio di maggioranza, introduce la possibilità del ballottaggio con un secondo turno per i due candidati presidente che hanno conseguito i maggiori numeri dei voti.

Abolisce il voto disgiunto rendendo omogeneo il quadro politico relativo al presidente e alla sua maggioranza così come alla coalizione di minoranza.

Garantisce la possibilità di accesso al Consiglio regionale anche alle forze politiche minori con l’abbassamento della soglia di sbarramento, che diventa unica, fissandola al due per cento (2%) per le liste e i gruppi di liste coalizzate e non coalizzate che intendono concorrere alla competizione elettorale.

Fatte salve le liste di partiti e movimenti già presenti nel consiglio regionale o facenti parte di partiti nazionali, tutte le nuove liste devono essere sottoscritte da un numero di elettori adeguato a garantire anche alle forze minori di poter partecipare alla competizione elettorale.

Garantisce la possibilità di accesso al Consiglio regionale a tutti i candidati presidente purché siano candidati in una circoscrizione locale e superino la soglia prevista per le liste. Per tale motivo non si prevede un seggio riservato al candidato presidente che arriva secondo.

La possibilità di accesso al Consiglio a tutti i candidati presidente evita di riservare un seggio al candidato che arriva secondo come accaduto fino ad ora. E ancora, tale possibilità tempera il bipolarismo forzato tipico del presidenzialismo e può concorrere positivamente a elevare la qualità politica della rappresentanza in Consiglio regionale.

Garantisce la rappresentanza territoriale che trova compimento (art.3bis) con la modifica e ridefinizione delle circoscrizioni per renderle tendenzialmente più omogenee in termini di popolazione residente, superficie afferente e numero di seggi per ciascuna di esse. In ogni caso, anche a circoscrizioni elettorali inalterate, garantisce la rappresentanza territoriale con l’attribuzione di un seggio in Consiglio per il candidato di ogni circoscrizione che prende il maggior numero di voti.

Garantisce la rappresentanza di genere introducendo le tre preferenze come si fa con il sistema elettorale in vigore per l’elezione dell’europarlamento. Nel caso di doppia preferenza si considerano valide solo se espresse per generi diversi; nel caso di tre preferenze espresse si considerano valide solo quelle che comprendono due preferenze per lo stesso genere e una per l’altro genere: in caso diverso le preferenze sono nulle e la scheda è valida solo come voto di lista e per il presidente collegato.

Il conseguimento dell’attribuzione dei seggi pari al 60% è reso più difficoltoso perché viene assegnato al primo turno solo in presenza delle due condizioni consistenti nel raggiungimento della soglia del 45% dei voti e della maggioranza assoluta dei votanti. L’introduzione dell’ulteriore vincolo della maggioranza assoluta dei votanti è introdotto quale stimolo e sollecitazione ai partiti e gruppi politici organizzati per un maggiore impegno sulla partecipazione popolare alle elezioni.

In difetto del soddisfacimento di queste due condizioni si prevede un secondo turno di ballottaggio tra i primi due candidati presidente che hanno avuto il numero di voti più alto, per ottenere un premio di maggioranza per il presidente eletto pari al 55%, quindi in diminuzione rispetto a quello previsto per il primo turno.

Questa proposta di legge prevede e disciplina il voto per gli emigrati all’estero e in altre regioni italiane sia attraverso il meccanismo di rimborso integrale delle spese di viaggio sia con l’introduzione del voto per corrispondenza e, al fine di aumentare la partecipazione degli elettori, del voto elettronico da attuarsi attraverso uno specifico progetto tecnico rivolto a tutto l’elettorato.

Questa proposta, inoltre, copre il vuoto normativo ora vigente sulle leggi di iniziativa popolare e e referendaria, a seguito della sentenza n.49/2009 della Corte costituzionale, reintroducendo e modificando parte della normativa in vigore prima del 2008.

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La locandina dell’iniziativa a cura della Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco e il gruppo AVS in Consiglio regionale che si svolgerà il 3 luglio alle 17.30 nella Fondazione di Sardegna a Cagliari

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