Lettera aperta a Renato Soru

16 Gennaio 2009

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Marco Ligas

Signor Presidente, Lei si presenta per la seconda volta come candidato alla guida della nostra Regione. Ha fatto questa scelta con determinazione, prima promuovendo lo scioglimento anticipato del Consiglio Regionale e, successivamente, chiedendo agli elettori un’ulteriore legittimazione per governare. Non voglio soffermarmi sulle modalità con cui è avvenuta la sua (auto)candidatura, seppure ritenga che anch’esse non vadano mai sottovalutate. Ritengo ora più importante che Lei, prima delle prossime elezioni, esprima la sua opinione, e perciò anche le sue intenzioni programmatiche, relativamente ad alcuni temi.
Inizio dalla disciplina delle relazioni fra i vari Organi della Regione, sul ruolo che devono avere il Presidente, la Giunta e il Consiglio Regionale. Le faccio questa domanda che può apparire al tempo stesso superflua, perché esiste una legge statutaria che definisce questi ruoli, e impertinente perché vuole mettere in discussione le relazioni previste dalla stessa legge statutaria.
Lei sa bene come questa legge abbia provocato un dibattito molto ampio e anche divisioni all’interno della stessa maggioranza. Si è arrivati al referendum abrogativo, non è stato raggiunto il quorum ma i 2/3 dei votanti hanno optato per l’abrogazione. Dopo questa consultazione Lei ha promulgato la legge ma ha fatto una precisazione importante: promulgo per atto dovuto – ha detto. Non ha escluso perciò una disponibilità al dialogo sui contenuti della legge. Se non ricordo male questa disponibilità l’ha anche dichiarata espressamente. Poi però non è successo niente.
Io sono un sostenitore del sistema proporzionale però ritengo che i sistemi maggioritari non siano tutti uguali e che sia possibile, anche all’interno di un sistema maggioritario, contenere l’accentramento dei poteri. La legge statutaria che è stata approvata non presenta queste caratteristiche, non è opportunamente bilanciata, riduce il ruolo non solo dell’esecutivo ma anche quello dell’Assemblea elettiva. Non credo che questo tema sia secondario, coinvolge aspetti fondamentali della democrazia, della partecipazione, della collegialità, insomma del lavoro di gruppo.
E arrivo alla domanda/proposta: perché nel corso di queste settimane che ci separano dal voto non comunica agli elettori la Sua disponibilità al riesame di queste questioni? Non ritiene forse che per poter disciplinare la forma di governo della Regione, i rapporti fra i suoi Organi, i principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento di questa istituzione, sia indispensabile predisporre un’ampia partecipazione dei cittadini sardi al dibattito e al confronto?
Presidente, diversi elettori si interrogano ancora sul perché alcuni Assessori della sua Giunta siano stati sostituiti: è stato un gesto autoritario del Presidente, si chiedono, un licenziamento, o che altro?
Lei invita spesso i sardi a tenere la schiena dritta. È una sollecitazione che sottende dignità e rispetto di sé e perciò Le fa onore. Ma questa caratteristica l´apprezza sempre nei suoi collaboratori? E’ diffusa l’idea, anche vicino a Lei, che preferisca l’accondiscendenza alla dialettica. Eppure l’esigenza di governabilità impone la necessità di un confronto, anche serrato se necessario, all’interno dell’esecutivo senza che il ruolo di primus inter pares del Presidente venga ridimensionato.
Presidente, voglio proporLe altri due temi che ritengo importanti, riguardano il ruolo di pace che potrebbe svolgere la nostra isola e le questioni del lavoro. La Sardegna è invasa da basi militari, vengono continuamente condotte esercitazioni che devastano i nostri territori e danneggiano i nostri mari; non solo ma decine, forse centinaia di cittadini hanno subito gravi malattie a causa del materiale bellico che viene usato. Gli Stati più forti del pianeta rappresentano purtroppo il simbolo della sopraffazione e delle guerre. Eppure, appena si è parlato del G8 in Sardegna, è successo col governo Prodi, Lei ha accolto con entusiasmo questa eventualità. Questa decisione – sintetizzo con parole mie le sue affermazioni – rappresenta un riscatto per la nostra isola. Perché mai, Le chiedo io e, insieme a me, glielo chiedono tantissimi sardi? Perché dovremmo ospitare i capi di Stato dei maggiori paesi del pianeta con entusiasmo e al tempo stesso considerare questo evento un’occasione di riscatto della nostra terra? Non c’è un’incongruenza in questo atteggiamento? Presidente, teniamo la schiena dritta anche in questa circostanza e, quando verranno questi signori, diciamo loro che è ora che smettano di padroneggiare e se vogliono dialogare sul futuro del pianeta lo facciano negli Organismi internazionali universalmente riconosciuti. E rivendichiamo con loro e con il nostro governo il ritiro delle basi militari dalla nostra isola. Lei dirà che con la presenza dei G8 la Sardegna ha ricevuto dei finanziamenti con i quali sta realizzando opere pubbliche di primaria importanza. Non solo ma con questi investimenti si stanno creando anche occasioni occupative di cui abbiamo bisogno. Questa puntualizzazione è vera, ma il nostro riscatto, soprattutto quello delle fasce più deboli della popolazione, non può avvenire perpetuando una condizione di subalternità nei confronti chi detiene il potere, deve realizzarsi necessariamente attraverso una crescita politica e culturale. Ascoltiamo Vandana Shiva e lavoriamo assieme ‘per costruire sicurezza e rigenerazione basate sulla natura e su una visione condivisa verso il nostro futuro comune’.
E arrivo così al tema del lavoro. Negli ultimi decenni la Sardegna ha vissuto/subito la presenza dell’industria chimica. Tutti l’hanno voluta nell’illusione che comportasse il superamento dell’arretratezza e la crescita dell’occupazione. Non è andata così. Oggi resistono, continuamente minacciate, le ultime roccaforti del petrolchimico; offrono lavoro a migliaia di lavoratori che subiscono continui ricatti. Giustamente si fa di tutto per difendere l’occupazione residua ma si ha al tempo stesso la consapevolezza che questo settore interromperà l’attività produttiva fra non molto. Ecco, ciò che ancora manca nelle politiche del lavoro è la determinazione di destinare le risorse finanziarie della Regione alla crescita dell’occupazione secondo criteri che assicurino l’innovazione e la valorizzazione delle risorse locali, compresi il paesaggio e i beni culturali. Si parla ancora poco di riconversione ecologica dell’economia e si sottovaluta come la tutela ambientale possa e debba essere un obiettivo teso a modificare modi di produrre e a riorganizzare la vita sociale delle persone.
Eppure la crisi economica che sta coinvolgendo il nostro pianeta non si supera senza un radicale cambiamento delle nostre abitudini. Presidente, Lei a volte dà l’impressione di essere più interessato alle grandi opere e di sottovalutare gli interventi minori che però possono garantire una maggiore diffusione delle attività produttive e un radicamento nel territorio. Questi due aspetti del sostegno pubblico all’economia vanno bene se sono complementari, diventano dannosi se squilibrati.
Ecco, sarebbe importante che su tutti questi temi Lei operasse dei miglioramenti; in questo modo i tanti elettori incerti, anche a sinistra, potrebbero votare con un orientamento più chiaro e con la consapevolezza di non sprecare il voto.

11 Commenti a “Lettera aperta a Renato Soru”

  1. Silvio Pau scrive:

    Caro Marco, hai dimenticato il conflitto d’interessi. O anche tu sei convinto che Racugno lo risolve e Confalonieri no?
    E la qualità d’indagato di Soru? E’ una benemerenza per i candidati del centrosinistra ed un’intollerabile ignominia per quelli di centrodestra? Anche l’autocandidatura non mi sembra cosa da poco per chi ha combattuto le autocrazie della sinistra. E neppure il fatto che campagna elettorale, slogan e propaganda non siano frutto di un lavoro collettivo, ma di agenzie pubblicitarie finanziate con profusione dello stesso autocandidato (e dal gruppo nazionale di finanzieri di cui è parte). Autocandidato e autosufficiente. Comunque, vedrai, Soru, a stretto giro di posta, risponderà alla tua lettera.

  2. Francesco Cocco scrive:

    Quello del direttore è un articolo che all’ acuto contenuto unisce una lezione di metodo costruttivo fondato sul dubbio critico. . Ed è veramente tanto rispetto a certe posizioni che vedo emergere più da supporter calcistici che da persone che vogliono sforzarsi di capire in quale direzione stiamo andando.

  3. Luca A Sanna scrive:

    Ma cosa accade? Perchè il manifesto sardo non dice chiaramente di votare contro la destra ? perchè a 15 gg dal voto si sottilizza lasciando intendere che Soru e Cappellacci sono la stessa cosa?
    Ma da che parte state veramente?
    Quale obiettivo?
    Si può discutere anche in modo duro al momento giusto- ma in campagna elettorale a che serve evdenziare i difetti di Soru?
    Minimizzando per giunta quelli della destra.
    Cappellacci è un dipendente di Berl e propone cose terribili !!!!!!!!!!!!!!!!- ho paura che possa vincere perchè temo per il futuro di mio figlio.
    Ma davvero credete che questo vostro modo di agire possa aiutare la sinistra?

  4. Marco Ligas scrive:

    Penso che tutti i lettori del manifestosardo, e non solo loro, abbiano capito che questo quindicinale non ha niente da spartire con la coalizione del centrodestra e che non la voterà perché le sue posizioni sono lontane dall’idea di società basata sul diritto al lavoro, sulla giustizia sociale e sulla libertà (mi limito ad indicare solo questi aspetti). Luca A. Sanna ha invece qualche dubbio, ne ha il diritto e perciò discutiamo. Sbaglia però quando, nel passaggio dai suoi dubbi alle interpretazioni delle nostre posizioni, ci attribuisce affermazioni che non abbiamo fatto. Scusa Sanna, in quali circostanze abbiamo sostenuto che Soru e Cappellacci sono la stessa cosa? In questa accusa arbitraria che ci rivolgi colgo ancora quell’atteggiamento, che spesso abbiamo definito come ‘tifo da stadio’, a sostegno di un leader vissuto come salvatore e dotato di capacità demiurgiche. Noi pensiamo che nessun leader, da solo, abbia le capacità di cambiare le società. Questa ipotesi si può verificare soltanto quando molti uomini e donne si mettono assieme (in gruppi, formazioni, partiti, coalizioni) e assieme decidono cosa fare e come fare. Ti sembra che Soru stia seguendo questo percorso? No, e facendo così non aiuta coloro che sono ancora incerti nell’assumere una posizione favorevole alla coalizione del centrosinistra. Dal momento che sei giustamente preoccupato per il futuro di tuo figlio non limitarti a votare Soru ma chiedi anche di poter intervenire sulle scelte che Soru dovrà fare.

  5. Andrea Nurcis scrive:

    Io purtroppo non essendo più residente in
    Sardegna non potrò votare. In questo momento mi dispiace molto non poter più votare in Sardegna perché ritengo importantissimo, per il futuro della Sardegna e anche per lanciare un segnale significativo al governo nazionale, sostenere Soru.
    Mi pare che il pericolo di lasciare la Sardegna nelle mani di questa destra sia più distruttivo di qualsiasi errore o difetto che la politica di Soru abbia dimostrato in questi anni.
    Non credo che una posizione come la mia sia un problema di “tifo da stadio”.
    Comunque credo che la lettera di Marco sia molto importante perchè cerca un dialogo costruttivo e spero davvero che rispondano a tutte le domande poste.

  6. Federico Zitkowsky scrive:

    Non so se i contenuti della Lettera aperta di Ligas siano, nelle intenzioni dell’autore, da considerarsi esaustivi: ritengo però che, se le critiche fossero queste, l’invito a votare Soru dalle pagine del giornale dovrebbe essere forte e univoco, come invece non sembra essere.
    Autoritarismo e rapporti tra gli Organi di governo della Regione sono temi che, lasciatemelo dire, oggi, di fronte al rischio di una cancellazione di quanto di buono fatto dalla Giunta in questi anni, e penso alle leggi sul territorio, o all’opera di risanamento del bilancio intrapresa (che significa possibilità di indirizzare meglio risorse che per anni hanno finanziato solo il sottogoverno dell’isola), o di fronte alle soluzioni proposte dalla Destra per temi quali l’emergenza lavoro o il livello di istruzione della nostra società, debbono apparire nella loro giusta e concreta dimensione.
    In questa fase, nel momento in cui la scelta è netta, marcata e forte, tra frenare o finire nell’abisso berlusconiano, a nulla vale, se non a darsi le solite mazzate tafazziane, citare un conflitto di interessi o una indagine della magistratura che non possono essere lontanamente confrontate con quelle dell’avversario: perchè, come disse il Governatore durante una memorabile seduta in consiglio, in questa maniera diamo una mano a coloro che in questi anni hanno voluto far credere che i gatti sono solo grigi.
    Scrivetelo forte e chiaro, a Febbraio bisogna votare per Renato Soru.

  7. Giuseppe Mura scrive:

    Dichiarare il mio accordo con Marco credo sia superfluo.
    Mi preme, invece, fare due considerazioni.
    La prima: sarebbe interessante inviare la lettera a tutti i candidati del centrosinistra, e più particolarmente delle sinistre, e chiedere loro di esprimersi riguardo ai temi avanzati nella lettera aperta.
    La seconda: occorre dare un seguito post elettorale alle questioni poste dalla lettera, soprattutto nell’eventualità, auspicabile e da me attivamente perseguita, della vittoria del centro-sinistra. Occorre che questi temi continuino ad animare il dibattito e l’iniziativa politica nel dopo elezioni. Più l’iniziativa politica che il dibattito.
    Infine: non è maturo il tempo di iniziare una campagna per il ritorno, con le necessarie correzioni, al proporzionale?

  8. Maddalena Senis scrive:

    se continuiamo a pensarla come marco e tanti altri compagni non andremo
    da nessuna parte se non al nostro funerale ma anche senza REQUIEM. Vedette cosa sia meglio!!!!!! rimbocarci le maniche combattere con tutte le nostre forze o consegnarci al padrone berlusca che vuole solo un popolo di camerieri e giardinieri non penanti.
    Cosa lasciamo ai nostri figli?…….. Il nulla conditto con il nulla e amen…………..

  9. Roberto Mantoan scrive:

    vi scrivo da mestre nel nordest dove i padroni sono la lega e berlusconi, non fate passare cappellacci non ve lo meritate non se lo merita la Sardegna non se lo merita chi come me stima voi e la SARDEGNA TUTTA! Buona fortuna

  10. maria gaia castigliola scrive:

    Cari sardi,vi supplico, votate per chi volete,ma non votate per il centrodestra, guardate come hanno ridotto la Sicilia in 16 anni di dominio, quindi vi invito da siciliana disperata, a non cedere alle lusinghe del diavolo tentatore, cercate di salvare quello che di bello e pulito rimane nella vostra isola,difendetela contro qualsiasi tentativo di distruzione, il re eletto, che invece di governare l’Italia è butato da voi a fare campagne elettorali idiote e false,vi prende in giro non cedete alle sue lusinghe,gli uomini che propone sono coloro i quali faranno il suo gioco no i vostri interessi,la maggior parte è gente incapace e che vi deluderà,guardate i sindaci inetti di Palermo,Scapagnini di Catania,Messina, Trapani, quelli che si salvano sono pochissimi e guarda caso sono tutti di sinistra,anche se devo dire, che essendo minima la rappresentanza di sinistra della mia terra, i pochi politici, è genta onesta seria e in gamba,poichè non ancora corrotta,guardate l’Italia e poi giudicate,non votate ad occhi chiusi,ve ne potreste pentire.Tanti auguri una siciliana.

  11. Gianni Perra scrive:

    Cara Maria Gaia, hai centrato il problema e messo nella giusta luce un dramma che la Sardegna rischia di vivere: la ridicola (e costosissima per le tasche di tutti) presenza in Sardegna del presidente del Consiglio che sostiene con arrogante sfrontatezza il candidato del centrodestra ha un significato politico che va oltre le elezioni sarde: Berlusconi ha paura di Soru. Teme che la vittoria di Soru in Sardegna diventi un “biglietto da visita” che apre al governatore sardo le porte della politica nazionale. Se Soru vince nell’Isola sconfigge anche Berlusconi che tanto si è impegnato in Sardegna. Se lo sconfigge nell’Isola, può sconfiggerlo a livello nazionale dove Soru (che ha già tanti, riconosciuti requisiti, compreso l’acquisto dell’Unità) può diventare un’alternativa per la leadership del Pd. Non è fantapolitica e sarebbe utile meditare sull’importanza nazionale del voto in Sardegna e impegnarsi per evitare che il dramma che l’Italia attraversa si trasferisca in tutte le periferie consolidando lo strapotere del centrodestra. Aiutateci a evitare che ciò avvenga.

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