Nasce il comitato sardo contro l’invio di armi, il riarmo e per una trattativa immediata

19 Maggio 2022

[red]

Si è tenuta il 16 maggio nella sede della CSS la prima riunione dei firmatari dell’appello “Comitato NO ARMI-Trattativa subito” per allargare il fronte di opposizione al riarmo, all’invio di armi e per la cessazione della guerra in Ucraina con la trattativa sotto l’egida delle organizzazioni internazionali preposte al mantenimento della pace nel mondo.

Hanno partecipato una quarantina di persona, e, in collegaento, esponenti di vari territori: Nuoro, Oristano, Carbonia, S. Antioco, Medio Campidano, Marmilla.
Ha introdotto l’incontro Andrea Pubusa, il quale ha svolto una breve relazione spiegando le ragioni del Comitato.

“Siamo di fronte ad una situazione straordinaria e ad un’urgenza assoluta. Dobbiamo mettere in campo tutte le nostre forze per contrastare un’isteria bellicista, mai vista in epoca repubblicana, dobbiamo opporci con decisione al riarmo e alla militarizzazione del dibattito pubblico e politico. Dobbiamo difendere sul campo la Costituzione, attaccata apertamente sopratutto nella libertà di manifestazione del pensiero e nelle preroative del Parlamento.
C’è una criminalizzazione del pensiero critico, c’è una censura nei confronti di chi non è per l’incremento della risposta armata ed è per una trattativa immediata. Il Presidente del Consiglio ha arrogato a sé e al Ministro della difesa le competenze sulla politica in relazione al conflitto Russia/Ucraina e non accetta di assumere gli indirizzi del Parlamento cui la Costituzione demanda le scelte politiche generali, sopratutto in una materia, la guerra, su cui la nostra Carta specificamante richiama e sottolinea la comptenza del Parlamento.

In questo modo il popolo italiano, che in larga misura è contro l’invio di armi e il riarmo e vuole iniziative di pace, viene messo ai margini, come avvenne già nella Prima e seconda guerra mondiale.
Ecco perché questa voce noi dobbiamo sollecitarla, organizzarla e farla sentire forte e chiara al governo e nel dibattito pubblico.
Ora, in Sardegna la risposta è debole, nei piccoli centri è quasi nulla, perché ii gruppi di compagni hanno difficoltà di organizzazione, non hanno supporti, mancano di riferimenti, non essendoci più partiti o organizzazioni politiche capaci di esprimere in particolare su questa questione della guerra un orientamento omogeneo.

Ecco, noi dobbiamo sforzarci col Comitato che oggi vogliamo varare di offrire un riferimento, di dare una sponda a queste realtà e metterle, per quanto è possibile, in movimento, dovremo lanciare una campagna in tutta la Sardagna.
E’ un’impresa molto difficile, ma abbiamo nel territorio dei nuclei di compagni che già si sono mobilitati, ad es. nel referendum del 2016, molti dei compagni di quella battaglia hanno già aderito a questa di oggi. Per il loro tramite vediamo come nella varie province e nella varie zone possiamo mettere in piedi la nostra campagna.

Sia ben chiaro questo Comitato non si sovrappone alle iniziative di associazioni che già si stanno muovendo e si muoveranno su questo fronte. Semmai, nei limiti delle nostre possibilità, cercheremo di dare una mano a chiunque si mobiliti in questa battaglia. Per questo le adesioni al Comitato sono individuali, anche se evidentemente ognuno di noi si porta dietro i rapporti e i legami che ha nelle situazioni in cui opera.
Dobbiamo dunque ora decidere se questa esigenza che vi ho rappresentato è reale, se il Comitato che sinteticamente vi ho poposto è utile e necessario, come lo organizziamo. Io penso che debba essere un organismo molto agile e snello con alcuni compagni che si assumano il compito di coordinare e tenere i rapporti coi territori.
Dobbiamo sollecitare i compagni del sassarese ad assumere una iniziativa analoga alla nostra onde rendere più adeguata ed incisiva la campagna nel Nord Sardegna.
Dovremmo stabilire le forme per lanciarlo, conferenza stampa o altro, e iniziare a lavorare ad alcune iniziative grosse nei capoluoghi di provincia e negli altri centri maggiori dell’Isola per raccogliere i compagni e dare un visibile segnale esterno”.
E’ seguito un intenso dibattito in cui sono stati affrontati i problemi politici e quelli organizzativi. E’ emersa una volontà di impegno unitario, pur nella varietà di accenti sui vari aspetti che la complessa vicenda bellica pone. Ora si farà il censimento delle forze nei territori, ci si propone di arrivare alla presentazione del Comitato e del suo programma e di avviare le prime iniziative.
Ecco l’appello che verrà sottoposto alla discusione, per poi porlo alla base delle adesioni.

Comitato NO ARMI-Trattativa subito

Noi condanniamo senza se e senza ma l’invasione dell’Ucraina. Putin dovrà risponderne al suo popolo e alla Storia.
Per porre fine al massacro abbiamo di fronte due strade: affidarsi alla forza delle armi o mobilitarsi con un’azione nonviolenta per una trattativa immediata e una soluzione diplomatica.
Pensiamo che le armi siano la risposta sbagliata. Il nemico più grande è la guerra, la pretesa di sconfiggere Putin con una escalation militare, scalzandolo dal potere, comporta innumerevoli morti, sofferenze atroci tra i civili e un futuro di miseria per una moltitudine di persone,, anche in Europa, Italia e Sardegna.
Più di tutto ci preoccupa il possibile impiego di armi nucleari, che rappresentano una minaccia per l’insieme della vita sulla terra e una possibile sentenza di morte per l’umanità.
La parola pace è censurata. L’informazione non esprime la varietà di posizioni presenti tra l’opinione pubblica. La maggioranza contraria all’invio di armi viene sistematicamente ignorata, anche dal governo e dal parlamento italiani.
Per i media non c’è alternativa alla guerra, che rappresentano come uno scontro tra buoni e cattivi, dove la somma degli orrori cancella il “chi, dove, come, quando e perché”. Il sangue delle vittime deve chiamare altro sangue per giustificare la necessità di una sconfitta definitiva dell’aggressore.
È ora di dire basta alle armi e di agire in maniera nonviolenta, a partire dall’accoglienza dei profughi di ogni guerra. Creiamo una comunità determinata a far sentire la propria voce contro l’invio di armi in Ucraina, contro il riarmo per una trattativa immediata. La nostra iniziativa è una protesta per opporsi alla deriva verso l’allargamento e il proseguimento del conflitto.
Intendiamo su questi obiettivi avviare una campagna in Sardegna, a cui tutti coloro che condividono l’obiettivo possono aderire e partecipare.

2 Commenti a “Nasce il comitato sardo contro l’invio di armi, il riarmo e per una trattativa immediata”

  1. Aladin scrive:

    Aggiornamento adesioni al 25 maggio 2022.
    Prime adesioni: Andrea Pubusa, Antonello Murgia, Luisa Sassu, Franco Meloni, Lucia Chessa, Gianni Fresu, Fernando Codonesu, Salvatore Lai, Giacomo Meloni, Mauro Tuzzolino, Rosamaria Maggio, Marco Mameli, Graziano Pintori, Nicola Melis, Gianna Lai, Marco Pitzalis, Carla Cossu, Marco Lostia, Raffaele Felce, Lorena Cordeddu, Piero Carta, Mariantonietta Pilia, Francesca Pubusa, Simone Angei, Riccardo Cardia, Carlo Marras, Lidia Roversi, Graziano Bullegas, Roberto Loddo, Paolo Pisu, Lorenzo Marilotti, Federico Melis, Emanuele Pes, Pino Calledda, Pasquale Alfano, Roberto Deiana, Roberto Piras, Mauro Tunis, Ninni Santus, Franco Nurzia, Martino Pani, Maria De Murtas, Maria Silvana Congiu, Paolo Zedde, Angela Multinu, Cecilia Lilliu, Maria Grazia Mele, Gianna Melis R., Adry Sanna, Maria Paola Lai, Carlo Gessa, Ennio Cabiddu, Amalia Trudu, Maria Elisabetta Angius, Annamaria Castaldi, Gianmario Bordicchia, Giorgio Borgini, Igna Colombi, Claudia Zuncheddu, Irma Ibba, Gisella Trincas Maglione, Dina Raggio, Rosalba Meloni, Lidia Roversi, Beatrice Massa, Giovannino Deriu, Mario Argiolas, Antonio Muscas, Tina Argiolas, Gianfranco Ghironi, Egidio Addis, Margherita Concas, Adriana Morittu, Susanna Sitzia, Andrea Giulio Pirastu, Letizia Calledda, Arnaldo Scarpa, Roberta Piacenza, Giuseppino Granara, Remo Ronchitelli, Rina Salis, Carlo Bellisai, Enrico Sanna, Antonio Contu, Marco Meloni Lai, Valeria Casula, Franco Dolia, Erminia Piera Biancini, Francesco

  2. Aladin scrive:

    Prime adesioni: Andrea Pubusa, Antonello Murgia, Luisa Sassu, Franco Meloni, Lucia Chessa, Gianni Fresu, Fernando Codonesu, Salvatore Lai, Giacomo Meloni, Mauro Tuzzolino, Rosamaria Maggio, Marco Mameli, Graziano Pintori, Nicola Melis, Gianna Lai, Marco Pitzalis, Carla Cossu, Marco Lostia, Raffaele Felce, Lorena Cordeddu, Piero Carta, Mariantonietta Pilia, Francesca Pubusa, Simone Angei, Riccardo Cardia, Carlo Marras, Lidia Roversi, Graziano Bullegas, Roberto Loddo, Paolo Pisu, Lorenzo Marilotti, Federico Melis, Emanuele Pes, Pino Calledda, Pasquale Alfano, Roberto Deiana, Roberto Piras, Mauro Tunis, Ninni Santus, Franco Nurzia, Martino Pani, Maria De Murtas, Maria Silvana Congiu, Paolo Zedde, Angela Multinu, Cecilia Lilliu, Maria Grazia Mele, Gianna Melis R., Adry Sanna, Maria Paola Lai, Carlo Gessa, Ennio Cabiddu, Amalia Trudu, Maria Elisabetta Angius, Annamaria Castaldi, Gianmario Bordicchia, Giorgio Borgini, Igna Colombi, Claudia Zuncheddu, Irma Ibba, Gisella Trincas Maglione, Dina Raggio, Rosalba Meloni, Lidia Roversi, Beatrice Massa, Giovannino Deriu, Mario Argiolas, Antonio Muscas, Tina Argiolas, Gianfranco Ghironi, Egidio Addis, Margherita Concas, Adriana Morittu, Susanna Sitzia, Andrea Giulio Pirastu, Letizia Calledda, Arnaldo Scarpa, Roberta Piacenza, Giuseppino Granara, Remo Ronchitelli, Rina Salis, Carlo Bellisai, Enrico Sanna, Antonio Contu, Marco Meloni Lai, Valeria Casula, Franco Dolia, Erminia Piera Biancini, Francesco Casula, Peppe Luisu Pala Melone, Efisio S

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