Natale radioattivo

25 Dicembre 2009

Colmar2

Marcello Madau

E’ un Natale strano, plumbeo, che regala una tensione grave e sfuggente. Sarò stanco io,  ma le luminarie – che non mi hanno mai entusiasmato– mi sembrano ancora più lontane e spente.
Dobbiamo prepararci ad altre prove severe, trovare la forza del ragionamento e la linea intransigente della costruzione critica: una di queste prove sarà il nucleare, che un gruppo di qualche centinaio di persone fortemente interessate ad esso per realizzarne utili straordinari, sta cercando di imporre alla ragione e ad un paese diviso e stressato.
Il governo ha annunciato le prime misure, i parametri, i rimborsi. Ma non il nome dei siti, che verranno prudentemente scelti dopo le elezioni. E’ una prudenza comprensibile, perché la maggioranza degli italiani non vuole il nucleare, come non lo volle quando ebbe modo di respingerlo col referendum.
Si tratta di una scelta dissennata, nella quale la Sardegna corre gravi rischi. Ma essa non riguarda solo la Sardegna, piuttosto tutta l’Italia e non solo.
Non potremo quindi sentirci tranquilli evitando che in Sardegna si facciano centrali o si parcheggino scorie. Bisogna cercare unità con le altre popolazioni contro questa gravissima prospettiva.
Leggetevi (ecco il collegamento) il recente lucido parere di una persona competente in materia come Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica.
Auguri ai sardi, che sappiano unirsi nel respingere la scelta nucleare. Auguri alla sinistra, che riprenda una costruzione intelligente dell’opposizione. A tutti gli italiani perché riacquistino il senno perduto come nel popolo dei topi ingannato dal pifferaio di Hamelin.

2 Commenti a “Natale radioattivo”

  1. Angelo Morittu scrive:

    Intanto chiariamo che tra le forze politiche oggi presenti nel Parlamento Italiano nessuna o quasi è contraria per principio al nucleare. Mentre col solito trucco delle tre carte, sono state individuate ingentissime risorse per invogliare le amministrazioni locali ad accettare gli impianti, a questo punto sarebbe lecito e furbo capire cosa taglieranno per ammucchiare questa montagna di euri.
    Tutti quelli che non vogliono le centrali difendono le proprie peculiarità locali, ovvero non si va oltre la difesa del proprio cortile, e con queste premesse sarà davvero dura trovare una comune volontà di lotta contro questa scellerataggine.
    Anche in Sardegna esistono autorevoli voci contrarie, ma non si capisce perché, se costoro considerano la Sardegna terra d’Italia e quindi possiede i giusti requisiti per ospitare una centrale, dovrebbero appellarsi all’appeal turistico da tutelare, ma l’interesse generale dovrebbe essere ben superiore a qualsiasi suggestione da NIMBY!
    Il Francia esistono decine di centrali nucleari eppure il richiamo turistico di Parigi, Disneyland, Costa Azzurra, Provenza, etc etc, o le produzioni di eccellenza di vino, formaggi e quant’altro non sono minimamente influenzate dal fatto che la Francia abbia le centrali nucleari e anche la bomba atomica.
    Quindi io non credo e non mi fido di chi fa dichiarazioni tanto sciocche quanto infantili come opporsi col proprio corpo agli insediamenti nucleari, Berlusconi saprà “giustamente” ridicolizzare queste stupidaggini.

  2. Gianni Loy scrive:

    E’ molto vero!
    L’altra volta, quando persino l’Unione Sarda si fece promotrice dell’esposizone delle bandiere contro la localizzazione in Sardegna del cimitero nucleare, quando l’opinione pubblica si animo’, una volta scongiurato il pericolo di una localizzazione in Sardegna, tutto tacque. Ricordo che, nell’indifferenza, e nello stupore, generale, presentai in Consiglio comunale una mozione di solidarieta’ con il Comune che venne scelto in alternativa alla Sardegna.
    Neppure noi dobbiamo fare il gioco delle tre carte. Il problema e’ se fare le centrali o dove farle? Nel primo caso ci sto. Ma se il problema fosse, invece, soltanto dove farle, allora sarebbe onesto ragionare a tutto campo e studiare le convenienze, sul piano tecnico e non sulla base degli egoismi.
    Vedo il pericolo, enorme, persino che si spacci come una lotta progressista un volgare opportunismo.
    E’ questo lo snodo fondamentale. Io sono contro la costruzione di nuove centrali nucleari, non contro la costruzione di centrali nucleari in Sardegna!!
    Se non riusciremo a spiegare la differenza, anche se le nuove centrali le costruissero ad Arcore, sarebbe una sconfitta prima di tutto sul piano culturale.

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