Per la coalizione centrosinistra è il momento delle scelte

24 Agosto 2023

[Roberto Mirasola]

L’approssimarsi della fine delle vacanze estive comporta, inesorabilmente, l’accelerazione delle scelte politiche che dovranno sciogliere i nodi tuttora irrisolti, primo fra tutti la scelta del candidato alla Presidenza della Regione.

Come nel 2019 in Sardegna le elezioni amministrative precederanno di poco le Europee dando, di fatto, un’importanza anche nazionale alla tornata elettorale. L’attenzione mediatica sarà forte ed è anche per questo che assume importanza la figura del candidato. Sappiamo che la disaffezione degli elettori è sempre più in aumento, una tendenza negativa che si protrae perlomeno dal 2004, così come si denota da uno studio dell’Istituto Cattaneo riguardante l’analisi della scorsa tornata elettorale.

Siamo lontani dalla partecipazione del 1990 pari all’85% degli aventi diritto al voto. Questo è un dato da cui partire se non si vogliono commettere i soliti errori. La coalizione del centrosinistra ha di fronte a se due scelte: o si decide per un cambio coraggioso nei volti da presentare agli elettori o si continua come nel passato. La seconda scelta non esclude la possibilità di vincere le elezioni ma renderebbe difficile governare senza una buona partecipazione.

La prima scelta invece, potrebbe portare una ventata di entusiasmo capace di coinvolgere chi ormai da troppo tempo si sente sfiduciato. Bisogna parlare alla “riserva democratica” che si fa sentire nei momenti difficili della nostra storia, non ultimo la vittoria al referendum contro la riforma Boschi/Renzi. Ci vuole un volto nuovo della politica sarda, competente tecnicamente, con esperienza politica, capace di parlare ai territori e al tessuto produttivo dell’Isola. Personalmente sono convinto che siano maturi i tempi per esprimere una candidatura femminile, una novità assoluta.

Le sfide da affrontare sono tante, e richiedono, come detto, competenze politiche e tecniche. Il PIL Sardo registra dati negativi e il triennio 2019-2023 potrebbe chiudere con un – 1,2% (dati Confartigianato, sole24ore), nonostante i dati positivi di Banca Italia, relativi però al solo 2022. L’accentuarsi dell’inflazione comporta un’incertezza sul futuro dell’economia nazionale, ma in modo particolare della Sardegna, questo perché il dato regionale è superiore a quello nazionale. Il governo regionale non è stato in grado di programmare la stagione turistica che ha subito un incremento dei prezzi delle strutture ricettive pari all’11,7% (dati Istat), con il conseguente rimpallo di responsabilità tra assessore competente e categorie associative.

Per non parlare dell’incremento dei prezzi dei biglietti aerei e navali da e per la Sardegna, che ha visto protagoniste le compagnie low cost con il governo nazionale e regionale incapace di arginare il fenomeno. Purtroppo, non scendono neanche i prezzi dei beni di prima necessità ponendo grossi interrogativi sulla capacità di tenuta economica delle famiglie visto che i salari rimangono invariati. Interrogativi accentuati dalla miopia dei governi di destra contrari all’introduzione di misure come il salario minimo e incapaci di comprendere il reddito di cittadinanza come misura di contrasto alla povertà. Misura che riguardava un gran numero di famiglie in Sardegna.

Sul fronte delle imprese la situazione non si prospetta facile, visto l’aumento dei tassi d’interesse e la conseguente difficoltà di accesso al credito. Incide inoltre la cronica mancanza di infrastrutture che rendono sempre più difficoltosa la circolazione delle merci oltre che delle persone. La strada statale 131 ne è un esempio negativo per il trasporto su gomme. Tutto il sistema dei trasporti va ripensato. Se Cagliari è sufficientemente collegata dal trasporto aereo, Sassari no, visto anche le ricorrenti problematiche con voli da e per Alghero. Manca tra l’altro un treno ad alta velocità che colleghi Sassari a Cagliari che consentirebbe di colmare, almeno in parte, questo gap.

Per non parlare poi dei problemi riguardanti la sanità, dove le politiche portate avanti negli ultimi anni (con responsabilità anche a sinistra), hanno depotenziato le strutture territoriali lasciando soltanto i grandi ospedali a Cagliari e a Sassari. Gli studi portati avanti dal CRENoS denunciano un incremento della mortalità, arrivato nel 2022 al 22%, dovuto a “una minore disponibilità del Servizio sanitario in termini di strutture, personale e prestazioni”. Importante, poi, la grave mancanza di personale ospedaliero che consenta di erogare un servizio medico adeguato.

Naturalmente questi sono solo alcuni degli esempi, che possono rendere l’idea della gravità in cui versa la Sardegna oggi.

Si comprende dunque l’importanza di avere presto una candidatura capace di affrontare le problematiche sopra riportate, e si comprendono anche l’importanza delle competenze tecniche richieste, così come non è superfluo ripetere che solo un segno di discontinuità con il passato può riaccendere l’entusiasmo necessario per vincere e governare.

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