Populismo penale e sarkozyte

1 Dicembre 2009

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Pier Luigi Carta

Il populismo in Europa è un germe che non ha il suo unico focolaio in Italia. Anche i nostri cugini francesi ne sono affetti. Il magistrato Denis Salas e Pierre Mazeaud, denunciano il “populismo penale”, vedi “Sarkozyte”, instauratosi nella repubblica francese, che sta causando una grave insicurezza giuridica. Gli effetti sono evidenti: prigioni stracolme, crimine e violenza in aumento, gli angoli pullulano di telecamere di sorveglianza, radar su ogni trasporto pubblico, le microspie sono ormai costume e la sera circolano più volanti che cittadini. L’ideologia securitaria, unita alle nuove tecnologie digitali di schedatura e registrazione, può costituire una miscela di ispirazione totalitaria. O comunque liberticida. Dal 2002 molte leggi e decreti hanno creato un clima di controllo eccessivo. Un dossier del Canard enchainé, apparso questi giorni in Francia, descrive come i cittadini siano costantemente schedati e vigilati, e analizza le tappe per ridurre una società sotto stretta sorveglianza. Prima tappa: eleggere un capo di stato populista e ossessivo, Sarkozy l’ominocontrôleur, che comanda tutti i piccoli cugini del grande fratello, l’Intelligence francese, e che utilizza le sue energie per accrescere il “controllo”, sua parola d’ordine. Egli pretende di controllare i paradisi fiscali, i banchieri, i loro fondi privati, i loro bonus, i traders, i funzionari, i poliziotti e la popolazione civile. Nessuna legge per regolare i megastipendi ha ancora visto la luce, è stato nominato un controllore per vagliare le politiche delle sei principali banche francesi. Ma non ha potere di sanzione. Eletto presidente, Sarko ha esteso la sua influenza anche sulla giustizia, cercando di cancellare il giudice istruttorio, per sostituirlo col parquet – pubblico ministero – più facilmente assoggettabile al potere politico. Nel processo Clearstream si trova, per la prima volta, il presidente della repubblica, garante dell’indipendenza della giustizia, come parte civile in un processo dove il pubblico ministero è ai suoi ordini. La stampa è sotto perfusione economica e inchiodata nell’oligopolio, la televisione è nelle mani del capo dello stato e le sue apparizioni in tv sono incontinenti. Seconda tappa: proliferazione legislativa e potenziamento delle strutture di sorveglianza. Sarkozy è il ministro dell’interno che ha prodotto il più grande numero di leggi sulla sicurezza. Dal 2002 il parlamento francese ne ha votato più di 30, una bulimia legislativa che ha per obbiettivo la lotta all’insicurezza sociale e all’immigrazione clandestina, suoi cavalli di battaglia. Le reti televisive, che dal 1981 iniziavano ad affrancarsi dal cappio politico, sono nuovamente assoggettate ad esso; il presidente di France Télévision e di Radio France saranno nominati dal capo dello stato, e le imprese pubbliche saranno finanziate solamente dallo Stato o quasi. Per arginare internet, il média-monde, dall’Eliseo è stata diramata una rete per accendere un controfuoco in grado di contrastare il passaparola mediatico. L’UMP ha creato il primo sito di azione politica, destinato a fornire a Sarko un’armata di volontari pronti spianare la rete per le elezioni del 2012. Terza tappa: identificazione dei capri espiatori negli strati sociali sensibili e criminalizzazione del diverso. La legge del 2002, fondatrice del programma Sarkozy 2002, permette l’utilizzo del flash-ball da parte della polizia e l’accesso facilitato alle schede informatiche. Nelle leggi successive vengono inseriti provvedimenti come l’estensione del processo rapido e della detenzione provvisoria; anche per i tredicenni; l’aumento della reclusione di due anni e l’arresto per l’oltraggio alla bandiera e alla Marsigliese. Vengono inventati l’adescamento passivo e la mendicità aggressiva, assembramento in luogo pubblico e disturbo alla circolazione negli spazi privati; vengono aggravati i reati di imboscate e agguati contro l’autorità pubblica, utilizzo di passamontagna, ribellione e occupazione di edifici immobili. Nel 2003 gli immigrati ricevono un duro colpo: limitazione del diritto d’asilo, facilitazione dell’espulsione e aumento del tempo di detenzione fino a 32 giorni. Viene vietata l’esibizione di simboli religiosi a scuola. Nel 2006, affidandosi ad un sondaggio che riporta l’insofferenza del 63% dei verso gli immigrati, Sarko applica nuove restrizioni: la cancellazione del diritto alla carta di residenza dei 10 anni, dopo lungo soggiorno in Francia. Inoltre viene incrementato, per decisione del ministro della giustizia Pascal Clément, il controllo sulla validità dei matrimoni misti e vengono proposti i test DNA per le famiglie candidate al raggruppamento. Nel 2009 il ministro dell’immigrazione ha creato il delitto di solidarietà nei confronti dei clandestini, punito con 5 anni di prigione e 30 000 € di multa. La legge del 2004 inaugura la proliferazione cittadina di telecamere, microfoni nelle abitazioni private, grossi mezzi ai poliziotti infiltrati, pene aggravate per i delitti commessi in bande organizzate. Tale definizione comprende le organizzazioni sindacali e i manifestanti. Viene inserita la prigione obbligatoria per i recidivi, la limitazione del rinvio salvo dimostrazione della prova e viene invertito l’obbligo di motivare l’arresto con l’obbligo di motivare la libertà. Nel 2006 viene lanciata la guerra contro il terrorismo, che prevede la moltiplicazione della videosorveglianza, l’accesso della polizia antiterrorista ai dati privati, telefono, internet, conti bancari, documenti. Controlli d’identità potenziati, foto automatizzate con incrociatura con le schedature. Sanzioni penali appesantite e durata della detenzione provvisoria da 4 a 6 giorni. Tali disposizioni hanno legato la polizia al raggiungimento di risultati numerici e non concreti. Basta fissare prima il numero dei colpevoli e i poliziotti sono costretti a tampinare ogni libero cittadino. Le CRS devono effettuare almeno 85 controlli al mese per ogni unità, il numero di fermi (gardés à vue) tra i controllati dovrà essere dell’85% nel 2009 e 90% nel 2011; si dovranno raggiungere inoltre le 28 000 espulsioni all’anno. Il risultato? 600 000 fermi all’anno, più del 50% in 6 anni. Per Sarkozy la prevenzione perfetta consiste nel schiaffare la gente in prigione prima del reato; e adesso non gli rimane che smembrare la Commissione nazionale di deontologia e di sicurezza, bestia nera delle forze dell’ordine, che analizza i casi di esagerazione e di errore da parte della polizia. Di solito studia in media 150 dossier all’anno, e nel 2009 tale numero è già stato superato in agosto.

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