Privatizzare i profitti, socializzare le spese

1 Novembre 2010

deliperi

Stefano Deliperi

Ricordate quanto scritto su Il Manifesto Sardo (Emma, merixedda nazionale), n. 83, 1 ottobre 2010?   La Mita Resort s.r.l. del Gruppo Marcegaglia, titolare dell’ex Arsenale di La Maddalena trasformato in struttura alberghiera con annesso porto turistico grazie a cospicui fondi pubblici, sta portando avanti un’operazione dai contorni ancora poco chiari su 47 appartamentini da 75-80 metri quadrati l’uno (ne seguiranno altri 40) affacciati sui 503 posti barca del porto turistico. “È possibile partecipare alla realizzazione, in fase di ultimazione, con l’acquisto dei diritti di superficie per 40 anni sia di posti barca che di appartamenti/loft: l’attuale listino prezzi in prevendita, decisamente interessante, concretizza tutti i più rigorosi ed esigenti parametri di un ottimo investimento”, così ha scritto in numerosi messaggi a potenziali clienti la East Coast Yacht Brokers per pubblicizzarli.   Alle contestazioni La Mita s.p.a. aveva smentito e aveva parlato di “equivoco … semplificazioni linguistiche”. Eppure ancora oggi le società incaricate della commercializzazione di posti barca e servizi ricettivi si esprimono diversamente. Così la Sant’Andrea Real Estate Agency (del gruppo Gabetti s.p.a.):  “elegante e raccolta area residenziale di 87 appartamenti modulabili” . Così la East Coast Yacht Broker:  “Posti barca e residenze, qualora non fossero destinate a un uso privato e diretto, possono essere gestite dalla direzione del complesso per ospiti in transito”. Anche al recente Salone della Nautica di Genova sarebbero state fornite sulle R.T.A. abbinabili al posto barca informazioni radicalmente diverse da quanto giurato da Mita s.p.a, Stato e Regione autonoma della Sardegna: le residenze turistiche alberghiere diventerebbero private in quanto autonome rispetto all’hotel con le sue cento stanze extralusso, affittabili e rivendibili a terzi, sia pure per 39 anni.  A queste ambiguità si aggiunge anche la strana riservatezza che ancora copre le clausole del contratto, pur essendo Stato e Regione autonoma della Sardegna indubbiamente dei soggetti pubblici.    Non bisogna essere un genio del diritto per ipotizzare una sorta di multiproprietà o qualcosa di simile, in palese contrasto con il pur favorevolissimo affidamento in gestione. Ricordiamo come si è giunti alla situazione attuale e perché non è possibile che gli 87 loft siano utilizzabili privatamente. L’ex Arsenale di La Maddalena è diventato un hotel a 5 stelle con porto turistico grazie agli interventi programmati per la riunione G 8 poi spostata a L’Aquila. Una dei perni fondamentali del noto sistema gelatinoso.  Sono stati spesi 118.946.000,00 euro di soldi pubblici (48.400.000,00 euro per la ristrutturazione dell’Arsenale in albergo + 23.436.000,00 euro per la realizzazione di servizi connessi + 41.610.000,00 euro per l’adeguamento del bacino dell’Arsenale in porto turistico + 5.500.000,00 euro per il piano di caratterizzazione e la bonifica ambientale, dati Protezione civile).   Ancora non è finita: la bonifica ambientale riprenderà nei prossimi mesi. 227 mila metri cubi di volumetrie turistiche su un’area di 115 mila metri quadri, un porto turistico in posizione privilegiata.  Un affare unico. La gestione è stata affidata – per 40 anni – alla Mita Resort s.r.l. verso il pagamento di 31 milioni di euro e un canone annuale di 60 mila euro.  Una miseria. L’affidamento è stato effettuato dalla struttura di missione gestita dal sottosegretario alla Protezione civile (e direttore del Dipartimento della Protezione civile) Guido Bertolaso e successivamente il complesso è stato trasferito alla Regione autonoma della Sardegna.  La proprietà è della Regione autonoma della Sardegna non di altri. La Regione autonoma della Sardegna dovrà pagare quale proprietario ben 400 mila euro all’anno di sola I.C.I. Guido Bertolaso, coinvolto fino ai capelli, nelle note vicende giudiziarie relative al “sistema gelatinoso” e al carente disinquinamento a La Maddalena, ha annunciato un’infinità di volte le sue dimissioni dalle cariche pubbliche e, ovviamente, è ancora al suo posto. E ancora finirà, seppure indirettamente, per curare la prosecuzione della bonifica ambientale prevista nei prossimi mesi. Prima a S. Margherita di Pula, poi a La Maddalena, di seguito con l’ignobile speculazione edilizia di Malfatano, dove il preteso sviluppo turistico sta coprendo anche la nostra storia e l’amministrazione comunale di Teulada va a spendere 185 mila euro + I.V.A. per risolvere i problemi tecnico-amministrativi che possono sbarrare la strada a ruspe e mattoni, le condizioni favorevoli, eufemismo per non parlare di regali, sono sempre più evidenti. Emma Marcegaglia, duramente impegnata in sede confindustriale a fare gli interessi degli industriali, dovrebbe esser premiata con un bel 10 e lode per la sua capacità di fare i suoi interessi. La “colpa” però non è sua, ma di chi permette questo. Servirebbe uno scatto di orgoglio e di dignità.  Forse troppo per questi tempi.

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