Spudorati interessi all’assalto del paesaggio
7 Maggio 2025[Stefano Deliperi]
Ecco, ci provano e ci riprovano. Il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, leader della Lega, ci ha provato e tuttora ci sta provando. Far fuori la tutela del paesaggio in Italia per accontentare le parti più becere del suo elettorato e i collegati interessi
Ci ha provato mediante un emendamento presentato dal deputato leghista Gianangelo Bof durante l’esame per la conversione in legge del c.d. decreto Cultura, il decreto-legge 27 dicembre 2024, n. 201.
Giustamente il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, titolare della competenza sul paesaggio, ha rispedito al mittentein malo modo (“Nel momento in cui deciderò di occuparmi di trasporti e opere pubbliche, chiederò a Salvini cosa pensa delle Soprintendenze … Fino a quel momento, se ne occuperà il ministero della Cultura”) la proposta indecente.
E la Lega ha ritirato l’emendamento, però annunciando una proposta di legge sul tema, che è puntualmente arrivata con la proposta di legge n. 1372 presentata al Senato della Repubblica dal sen. Roberto Marti e altri.
La Lega vorrebbe delegare il Governo per emanare norme che rendano il parere paesaggistico del Soprintendente (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) obbligatorio, ma non vincolante, inoltre “il parere del soprintendente deve essere reso entro il termine perentorio di quarantacinque giorni decorso il quale si intende formato il silenzio-assenso e l’amministrazione competente provvede sulla domanda di autorizzazione”.
In buona sostanza, la Lega pretenderebbe di rendere meramente consultivo il parere obbligatorio e vincolante della Soprintendenza sulle richieste di autorizzazione paesaggistica (art. 146, comma 5, del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), in palese contrasto con l’art. 9 cost. e la giurisprudenza costituzionale costante in materia.
Una proposta di legge – decisamente sulla stessa linea e demenzialità – era stata già presentata dalla sen. leghista Tilde Minasi per eliminare il vincolo paesaggistico in tutti i territori dei Comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti, cioè l’84,75% dei Comuni, cioè più del 60% del territorio nazionale.
Senza vergogna e, soprattutto, senza conoscenza del valore del territorio tutelato del Bel Paese solo per favorire privati interessi di bottega di piccolo o grande cabotaggio.
La battaglia per il paesaggio sarà lunga e difficile, va combattuta fino in fondo.
Stefano Deliperi è il portavoce del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)