Tàtari città rivoluzionaria

2 Maggio 2024

[Cristiano Sabino]

Finalmente la Sardegna ha il suo monumento ai patrioti della Sarda Rivolutzione. Lo scorso 28 aprile, nel capoluogo turritano, è stato messo in posa e inaugurato, un monumento in Cor-Ten con base di calcestruzzo, che rende omaggio ai patrioti sardi della Sarda Rivolutzione nel luogo dove furono impiccati tra il 1796 e il 1802.

Il progetto è di vasta portata e coinvolge diverse associazioni, tre importanti scuole cittadine, i Gremi, il Comune di Sassari.

Tutto inizia una decina di anni fa con la rappresentazione teatrale di strada della Sarda Rivolutzione realizzata dal teatro S’Arza. L’evento si chiama “Primavere sarde”, assumendo il significato simbolico del risveglio popolare e civile durante il triennio rivoluzionario. Poi due anni fa, l’associazione Sa Domo de Totus ha iniziato ad interessarsi dell’area che ruota intorno a ciò che resta del Carmine Vecchio, nel quartiere di S. Giuseppe, perché si tratta di un incrocio di storie diverse assai rilevante per la storia di Sassari. Questa storia dimenticata è stata brillantemente ricostruita da Piero Atzori in una ricerca del 2021:“Sassari. Il Carmine e gli Angioyani. Per un giardino che racconti quattro secoli di storia”.

Qui Atzori ricostruisce la storia delle Forche del Carmine Vecchio, anche utilizzando le preziose testimonianze di Enrico Costa risalenti al 1885, nel suo primo volume “Sassari”. Costa racconta come otto patrioti sardi, seguaci degli ideali della “sarda Rivolutzione” capeggiata da Giovanni Maria Angioy, morirono sulle Forche di Sassari situate proprio di fronte ad un’importante scuola sassarese, il Liceo Artistico Filippo Figari, nell’attuale via Quarto, dietro piazza d’Armi. Le forche furono fatte ricostruire dal famigerato viceré dal pugno di ferro marchese di Rivarolo nel 1737 e rimasero in attività fino al 1856.

Il progetto di recupero dell’area e di questa memoria parte tre anni fa, con la pulizia di un piccolo lembo di terra privato parte del più vasto ex Orto Botanico, su cui diversi comitati vorrebbero far sorgere un giardino della memoria, anche legato alle vicende degli angioyani. Lo scorso anno invece, il progetto di Sa Domo de Totus e Assemblea Natzionale Sarda va ad integrarsi con quello di più lungo corso del teatro S’Arza e diventa uno solo. Così viene richiesto ufficialmente al Comune di Sassari di adottare l’area verde, in completo stato di abbandono e degrado, sita di fronte al liceo Artistico Filippo Figari, tra via Quarto e Largo Don Leonardo Carboni, dove effettivamente furono giustiziati i rivoluzionari repubblicani sardi. Si tratta di un fazzoletto di verde, con un albero di agrumi dove usualmente i ragazzi del liceo la mattina si fermano prima di andare a scuola. Un luogo che fino all’anno scorso era noto come “il pisciatoio” e che ora è diventato un giardino dedicato alla nostra rivoluzione nazionale. Il progetto viene patrocinato dal Comune e nasce l’idea di chiedere di intestare l’area a “Sa Sarda Rivolutzione”, cosa che l’associazione Sa Domo, per tramite del suo presidente Fabrizio Cossu, fa prontamente inviando una richiesta al Comune.

Alla fine arriva la risposta: l’area non si può intitolare perché già intestata, ma si può installare una targhetta o comunque qualcosa di tangibile in ricordo di quei fatti. Da questo momento in poi tutto si muove molto in fretta. Sa Domo contatta un docente del liceo, il prof. Vittore Loriga, che nel giro di pochi gironi butta giù un progetto assai più ambizioso di una semplice targhetta. Nel frattempo, parallelamente, andava espandendosi il rapporto con altre scuole, oltre al liceo artistico Figari, anche il liceo Classico, musicale e coreutico D.A. Azuni e il liceo Margherita di Castelvì, per un incontro con 400 studenti.

Nasce così la terza gamba del progetto “Primavere Sarde”, oltre all’adozione dell’area dove vennero impiccati gli angioyani, alla realizzazione del monumento alla loro memoria e alla messa in scena della rivoluzione per le vie di Sassari, si mette in cantiere “Sa Sarda Rivolutzione raccontata ai ragazzi”: un evento ricco di storia, teatro e musica per trasmettere alle nuove generazioni la memoria storia di un popolo sardo ribelle e capace di recepire e fare propri i movimenti storici storici più avanzati. Incontro che è stato celebrato con successo lo scorso 24 aprile all’anfiteatro di via Monte Grappa a Sassari, alla presenza di numerosi storici ed esponenti del mondo della cultura e che si è concluso con la rappresentazione teatrale della Rivolutzione a cura del teatro S’Arza.

Un altro avanzamento è stato certamente il coinvolgimento dell’Intergremio nel progetto nella persona di Fabio Madau, presidente appunto dell’Intergremio. Anche lo spettacolo curato da S’Arza infatti era incentrato infatti sul ruolo dei gremianti nei moti rivoluzionari.

Last but not least il coinvolgimento dei ragazzi del Liceo artistico per curare le grafiche del Crowdfunfing per finanziare le spese del monumento, totalmente autofinanziate (a proposito, per effettuare anche una piccola donazione basta cliccare qui https://sostieni.link/35679 ).

E così laddove regnavano degrado e oblio storico, ora, sotto l’egida di Sa Domo de Totus, Assemblea Natzionale Sarda, Collettivo Universitario Indipendente Bardana, Teatro S’Arza, Intergremio, COBAS Sardegna e il Liceo Figari, lo scorso28 aprile, davanti al totem realizzato dall’artigiano Corrado Desole,abbiamo presentato le ragioni di un progetto che è sulla buona strada per diventare ogni anno sempre più solido, popolare e diffuso.

In questa occasione solenne, sotto uno splendido sole e un cielo terso, ho avuto il piacere di condividere il microfon con il vice sindaco del Comune di Sassari Antonello Sassu, il presidente dell’Intergremio Fabio Madau, lo storico Federico Francioni, il ricercatore Piero Atzori e la scrittrice Franca Pirisi.

In piazza, oltre a tantissimi cittadini, anche un arco politico assolutamente trasversale. Questo va considerato un bene, perché il progetto ricostruire le dinamiche e le progettualità di quella che fu una vera e propria rivoluzione nazionale sarda, nel solco degli ideali internazionali dell’illuminismo e del contrasto all’antico regime e alla colonizzazione e non può essere un evento confinato entro un recinto identitario ed involuto, ma deve ambire a due obiettivi precisi: comunicare con gli studenti e gli insegnanti e diventare patrimonio civile e culturale della città e della Sardegna.

Per questo motivo abbiamo chiesto il patrocinio al Comune di Sassari e per questo motivo è un bene che in piazza fosse presente praticamente tutto l’arco del Consiglio Comunale, oltre ad una copertura mediatica di ampissimo respiro. Evidentemente il lavoro svolto ha fatto uscire Sa Sarda Rivolutzione dalle catacombe dei circuiti ristretti e, a Cagliari come a Sassari, oramai è diventato un fatto di realtà e di popolo che non è più possibile ignorare.

Ecco il testo bilingue (sardo e sassarese) che campeggia laddove i colonialisti vollero lo scempio dei nostri eroi nazionali, a futura memoria, per ridare vita a ciò che si voleva eliminare e obliare per sempre:

Giardinu de sa Sarda Rivolutzione

In sos annos 1796, 1797, 1802

in custu logu sunt mortos in sas furcas, pustis de àere gherradu pro sa Repùblica Sarda contra a su feudalèsimu, òmines de gabale: artesanos, cummertziantes, notàrios.

I’ l’anni 1796, 1797, 1802

In chisthu loggu

Ommini d’indillèttu, arthigiani, buttreàggi, nutai, chi abiani cumbattùddu contr’a lu feudaresimu e pa’ la Repúbrigga Sardha, murísini i’ li forchi.

Issos sunt / Eddi so:

ANTONI VIZZENTI PETRETTO,n. 29.7.1767, † 6.10.1796,

GIUANN’ANTONI MARELLAS,n. 23.10. 1752, † 29.3.1797,

FILIPPU SERRA, n. 24.1.1763, † 6.4.1797(?),

SARVADORE QUESSA, n. 19.6.1766(?), † 6.4.1797(?),

GASPARRU SINI,n. ca. 1771, † 22.4.1797,

GIUANNE PINTUS,TOPU,n. 31.7.1767, † 6.9.1797,

LUISI MARTINETTI,n. 30.1.1773, † 12.7.1802,

FRANCISCU ZILLOCU (CILLOCCO),n. 20.12.1769, † 11.8.1802.

Onore e memòria eterna

a custos màrtires de Sardigna

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