Storia di sopruso fascista a Monserrato nel 1925
3 Agosto 2025[Marco Sini]
L’Unità, il giornale comunista fondato da Antonio Gramsci, il 6 marzo del 1925 pubblica un articolo sulla Sardegna che riguarda anche Monserrato, episodio ripreso nel decimo capitolo dei Quaderni monserratini Numero Cinque curati da Marco Sini.
Cosa era successo? La Cooperativa Braccianti Monserrato, fondata nel 1919 dal socialista Mario Picciau organizzava il lavoro di circa 200 braccianti monserratini che prestavano la loro opera prevalentemente, ma non solo, alle Saline di Stato di Cagliari.
Mario Picciau era nato a Monserrato il 24 gennaio del 1898, era figlio di Raimondo e di Cabras Assunta.
Nel 1919 Mario Picciau è un militante del Partito Socialista Italiano e pochi mesi dopo della fine della Prima guerra mondiale costituisce a Monserrato una cooperativa di braccianti che nel giro di pochi anni conterà alcune centinaia di soci lavoratori.
La Cooperativa di braccianti, di cui Picciau è il presidente, presta la sua opera prevalentemente, ma non solo, alle Saline di Stato.
Nel 1921 Mario Picciau è uno dei fondatori della Sezione di Cagliari del Partito Comunista d’Italia.
Nel 1924, il 26 ottobre Picciau partecipa come delegato al Congresso clandestino regionale del PCd’I che si svolse sotto la presidenza di Antonio Gramsci. A quel Congresso con Mario Picciau c’erano altri tre monserratini: Pierino Musio, segretario della sezione di Monserrato, Raffaele Ariu (Ferroviere) e Emanuele Spiga.
Nel marzo del 1925 un Decreto del Prefetto fascista di Cagliari chiude e scioglie la Cooperativa Braccianti Monserrato, ne espelle il gruppo dirigente e li sostituisce con nuovi dirigenti fascisti e con un nuovo nome che viene dato alla Cooperativa: la rinominata “Cooperativa Farinacci”, dandole perciò il nome dell’allora segretario nazionale del fascio.
Mario Corona, antifascista monserratino arrestato il primo ottobre 1938 e condannato dal Tribunale Speciale fascista a 5 anni di carcere, nel suo libro “Ricordare non è peccato” accenna a questa storia e alla sua amicizia con Flavio Picciau, fratello di Mario.
Bruno Mulas, comunista nuorese compagno di Mario Picciau negli anni ’20, in una testimonianza, rilasciata nel 1983 nell’ambito di una rievocazione del congresso clandestino di Is Arenas con Gramsci del 1924 di cui erano stati partecipi, scrive che Mario Picciau “era emigrato in Piemonte per sfuggire alle persecuzioni dei fascisti nel 1925”. Mario Picciau è quindi costretto ad emigrare con la sua famiglia in continente, a Torino e Milano, e qui, pur controllato e vigilato dall’OVRA, creerà una iniziativa imprenditoriale nel settore delle costruzioni.
Anche quando rientra a Cagliari e a Monserrato durante il periodo fascista il suo nome compare nei rapporti dell’OVRA. Troviamo il nome di Mario Picciau nel 1937 in un gruppo di monserratini antifascisti tra i sorvegliati dall’OVRA, con lui Efisio Foddis, Antonio Pintus e Luigi Argiolas.
(cfr. “La tela del ragno-l’OVRA in Sardegna” di Alberto Vacca).
Il contenuto integrale dell’articolo su L’Unità del 6 marzo 1925 che pubblichiamo di seguito è presente anche da pagina 167 nel libro “Antonio Gramsci e la questione sarda” Antologia a cura di Guido Melis, Edizioni Della Torre del 1975.