La Sardegna ha una legge di civiltà sul fine vita
17 Settembre 2025[red]
La legge sul fine vita è realtà: questa mattina la Regione Sardegna ha approvato la legge “Liberi Subito” sul suicidio medicalmente assistito, diventando la seconda Regione in Italia a dotarsi di una normativa in materia.
“Siamo grati alle Consigliere e Consiglieri della Regione Sardegna per avere approvato la nostra legge ‘Liberi Subito’, che definisce tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria. La Sardegna è così la seconda Regione, dopo la Toscana, a dotarsi di questa legge di civiltà, volta a impedire il ripetersi di casi di persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile”, hanno dichiarato Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente Segretaria nazionale e Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni.
“Le regole approvate in Sardegna consentono la piena attuazione della sentenza della Corte costituzionale ‘Cappato-Antoniani’, che ha legalizzato in Italia il cosiddetto ‘aiuto al suicidio’ a determinate condizioni. Il nostro obiettivo è ora quello dell’approvazione della legge ‘Liberi Subito’ in tutte le Regioni italiane, dove il ‘suicidio assistito’ è comunque già legale (in forza delle sentenze della Consulta), ma senza che ci siano garanzie su tempi e sulle procedure per le persone malate e i medici. Continueremo anche a aiutare le persone a fare luce sui diritti alla fine della vita attraverso il nostro ‘Numero Bianco’ 06 9931 3409, attraverso il quale diamo informazioni anche sul testamento biologico e sulle cure palliative. Proprio sul potenziamento delle cure palliative, sul quale siamo da sempre impegnati, siamo pronti ad allearci anche con chi si è battuto contro la nostra legge, perché il diritto all’autodeterminazione non è in alcun modo in contrasto col diritto alle cure”.
«Oggi la Sardegna scrive una pagina di civiltà che resterà nella storia della nostra Regione e del Paese. Con l’approvazione della legge sul fine vita restituiamo dignità, libertà ed equità a chi vive situazioni di sofferenza insostenibile, colmando un vuoto normativo che lo Stato continua a lasciare aperto», dichiara l’onorevole regionale Valdo Di Nolfo, tra i promotori della proposta.
Nel suo intervento in Aula, Di Nolfo ha sottolineato come «al momento non esiste nel nostro ordinamento alcun diritto esplicito a porre fine in modo volontario e dignitoso alla propria vita; al contrario, chi asseconda la volontà di un malato rischia di doverne rispondere penalmente». Da qui, l’urgenza di una legge regionale: «Non si può più tollerare che certi diritti, soprattutto quelli civili, siano effettivi solo per chi si può permettere lunghi e costosi viaggi all’estero. Abbiamo il dovere di garantire dignità e libertà di scelta anche a chi non ha risorse economiche».
Il consigliere ha inoltre ricordato che la Sardegna è una delle regioni con la più alta incidenza di SLA al mondo, e che «quando non esistono cure, allora scegliere di anticipare la propria morte, senza sofferenza e con dignità, diventa un diritto».
«La Sardegna si pone oggi all’avanguardia, diventando la seconda Regione in Italia – dopo la Toscana – ad approvare una legge chiara e regolata sul fine vita. È un atto di coraggio e responsabilità che parla di umanità e di civiltà», ha aggiunto Di Nolfo.
Infine, un ringraziamento all’Associazione Luca Coscioni «per l’instancabile lavoro che ha reso possibile questo risultato e per l’impegno costante nel portare avanti una battaglia di civiltà che oggi diventa realtà anche in Sardegna».
«Dedico questa legge alla memoria di Giovanni Nuvoli e di tutte le persone che hanno vissuto la sofferenza di non poter scegliere, morendo di fame di stenti. È a loro, e alle loro famiglie, che oggi restituiamo dignità e libertà», ha concluso Di Nolfo.
La sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani, garantisce l’accesso all’aiuto alla morte volontaria, il cosiddetto “suicidio assistito” nel nostro Paese, individuando determinate condizioni per la persona malata che ne faccia richiesta che devono essere verificate dal SSN(Servizio Sanitario Nazionale) Il Servizio Sanitario però non garantisce tempi certi per effettuare le verifiche e rispondere alle persone malate che hanno diritto di porre fine alla propria vita. Per questo motivo, nel rispetto delle competenze regionali, l’Associazione Luca Coscioni ha promosso a livello nazionale la campagna “Liberi Subito” con raccolta firme per proposte di legge regionali che garantiscano il percorso di richiesta di suicidio medicalmente assistito e i controlli necessari in tempi certi, adeguati e definiti.
La proposta di legge, promossa dall’Associazione Luca Coscioni in tutte le Regioni, si fonda sulla sentenza “Cappato – DJ Fabo” della Corte costituazionale, che ha depenalizzato l’aiuto al suicidio in casi ben determinati. Il testo prevede che il paziente venga preso in carico da una commissione multidisciplinare permanente che entro venti giorni dovrà verificare la presenza dei requisiti stabiliti dalla Corte attraverso una valutazione clinica e il parere del Comitato Etico. Una volta completata la verifica, la Regione dovrà garantire, entro sette giorni, il supporto tecnico e farmacologico necessario. L’intero percorso dovrà essere concluso entro un massimo di trenta giorni dalla richiesta. Inoltre, è garantita la gratuità delle prestazioni sanitarie collegate, senza costi aggiuntivi per il richiedente e senza nuovi oneri per il bilancio regionale.
Approvata (2) : Toscana, Sardegna
Raccolta firme in corso (1) : Trentino
Firme Depositate in attesa di convalida (1) : Umbria
Iter in corso di definizione (6) : Lazio, Campania, Sicilia, Liguria, Puglia e Molise
Rinvio in commissione (8): Emilia-Romagna, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Alto Adige e Valle d’Aosta
Proposte similari (2): Marche e Calabria
Da depositare nuovamente (1): Basilicata
*In Emilia Romagna e Piemonte la proposta di legge è stata rinviata in commissione. A seguito del cambio di legislatura, entrambe le Regioni potrebbero tornare a discuterne.