Vestiamoci di vita. Sempre
17 Novembre 2025
[Valter Canavese]
Coincidenze? Troppo semplice, non lo sono le giornate ed ancor meno lo è la data del 15 novembre, giornata delle cure palliative e della IV edizione di Vestiamoci di Vita, curata dalla Associazione cui prende il nome e dà forza, colore movimento alle donne ribelli al tumore contro il quale intraprendono una lotta serrata.
Ribellione, si perché questo è il loro spirito, la loro vitalità e ribelle è la stessa dottrina delle cure palliative. Una ribellione che non ha la stessa declinazione dell’insorgere maschile ma vede una tenacia costante che non abbandona mai la ricchezza di essere donna. Allora si balla al piano terra dell’ospedale San Giovanni di Dio, in una cromia che attraversa tutti i colori dal nero della scoperta della malattia, dove queste farfalle sanno che saranno le curatrici di sé stesse, al vorticare di sette veli arcobaleno di una danza araba, fino al rosso tanghero della passione.
Ma, e questo è uno dei tanti piccoli miracoli di questa manifestazione, ci sono anche gli uomini che parlano lo stesso linguaggio che le donne gli hanno fatto scoprire; allora si improvvisano azzeccati ballerini sul motivo di “Man in Black” e si sconfigge il male ma con ritmo e sorrisi.
E’ così, perche se noi uomini, la maggior parte senz’altro, facciamo molti passi indietro e lasciamo spazio e sosteniamo le donne ne possiamo uscire più arricchiti.
Le farfalle sfilano truccate con attenzione ed equilibrio dal professionale team di Paolo e Fabio Fanti e avvolte dagli abiti di Viola Palmieri, che disegna su di loro tutta la bellezza che sprigionano, seguite nella danza, nella sfilata, dalla dottoressa Maria Cristina Deidda, anima mundi di questa manifestazione, il cui sguardo è la luce scomposta che le attraversa.
E ci sono i piccoli che sfilano, piccoli maghi piccole principesse, boccioli di vita del reparto audiologico. reparto dal quale proviene anche Matteo che con un impianto cocleare ha scoperto i suoni ed ha trasformato il tutto in tavole disegnate, ricche di pulsioni, di significato.
C’è uno spazio anche per le numerose e qualificate associazioni che accompagnano, con un sorriso, con l’assistenza con fila di tulipani, il percorso terapeutico di bambini, donne anziani.
Poi si ci sono tutte le rappresentanze politiche, mediche e sociali in prima fila; quasi tutti uomini che richiamano il suggerimento dei passi indietro, pur nel loro sostegno e partecipazione. Il rapimento delle persone non si distoglie da quelle donne, da quel passo a due di un ballo di salsa di quella splendida coppia, o quelle braccia tese verso il cielo quando alla fine tutte le modelle cantano “Quello che le donne non dicono” per loro e per le farfalle che sono volate più in alto ma mica distanti da loro. Sono con loro.
È stata una festa, lo è ancora adesso e ancora di più per il nuovo protocollo adottato dalla Regione per potenziare e rendere capillare la rete delle cure palliative.
Grazie colori di tutti i giorni.







