Il Comune di Cagliari forza la mano

1 Aprile 2011

Stefano Deliperi

Com’era ampiamente prevedibile, la nota recente sentenza Cons. Stato, Sez. VI, 3 marzo 2011, n. 1366 non ha concluso definitivamente la pluridecennale “battaglia” di Tuvixeddu per salvaguardare e valorizzare correttamente la più importante area sepolcrale punico-romana (con emergenze alto-medievali) del Mediterraneo. I supremi Giudici amministrativi (vds. Il Manifesto Sardo, n. 94, 16 marzo 2011), ritenendo ampiamente motivata l’inclusione dell’area Tuvixeddu-Tuvumannu nell’ambito della tutela prevista dal P.P.R., hanno ricordato che “Resta stabilito, quanto alla concreta ed autonoma disciplina di salvaguardia, che la regolamentazione definitiva dell’area è rinviata ad un’intesa tra Comune e Regione, fermo che ‘all’interno dell’area individuata è prevista una zona di tutela integrale, dove non è consentito alcun intervento di modificazione dello stato dei luoghi, e una fascia di tutela condizionata’ (art. 48, comma 2, delle NTA)”. Il Consiglio comunale di Cagliari ha, quindi, prontamente risposto approvando (28 marzo 2011) la proposta di variante del noto intervento immobiliare sui Colli di Tuvixeddu e Tuvumannu (“Progetto di riqualificazione urbana e ambientale dei Colli di S. Avendrace”) presentata dalle Società Nuova Iniziative Coimpresa s.r.l. e Edilstrutture s.r.l. e già approvata dalla Giunta municipale con deliberazione n. 48 del 18 marzo 2011.
La variante – definita “non sostanziale” in quanto “non incide sul dimensionamento globale del piano e non comporta modifiche al perimetro, agli indici di fabbricabilità ed alle dotazioni di spazi pubblici o di uso pubblico” – modifica il piano attuativo del P.U.C. di Cagliari (deliberazione Consiglio comunale n. 114 del 10 ottobre 2000, P.I.A. CA 17 “Sistema dei Colli” relativo al parco archeologico-ambientale + piano attuativo allegato ad accordo di programma) con successive varianti “non sostanziali”, deliberazioni C. C. n. 41 del 7 luglio 2004 e n. 61 del 27 luglio 2010). La suddetta variante si sostanzia in:

*    trasferimento della volumetria prevista nel comparto F (zona catino di cava) ad altro comparto: il comparto F diverrebbe destinato a “verde pubblico” e/o “verde privato di uso pubblico”;

*  trasferimento ad altro comparto dei volumi delle unità edilizie E3 o-p (case a schiera), attualmente nella “collinetta” adiacente al parco, verso il comparto M (vicino Via Falzarego) di proprietà del Comune di Cagliari, attualmente destinato a “servizi connessi alla residenza”;

*  trasferimento e accorpamento dei volumi destinati a “servizi connessi alla residenza” attualmente individuati nell’area di proprietà comunale nel comparto M (vicino Via Falzarego) presso quelli già localizzati – in area di proprietà comunale – nel comparto A (Tuvumannu, zona Via Castelli);
*   modifica tipologia edilizia (villa) delle unità edilizie d, e, f, g, h, i, l, m, n del comparto E in quattro corpi di fabbrica compatti in linea, con altezza inferiore al costone del Colle di Tuvixeddu, da inserirsi in un nuovo parco privato a uso pubblico nelle aree della collinetta della polveriera e in quelle previste per la localizzazione delle ville;

*  ottimizzazione della dislocazione dei volumi del comparto D, destinati a “servizi generali” (zona G), attualmente concentrati nella Via Is Maglias (fronte Facoltà di Ingegneria), in parte da rilocalizzare in tre dei cinque corpi del comparto E2 (Piazza della Calceidrata), con assunzione di nuova destinazione d’uso “mista” del comparto D e del comparto E2 (residenze, servizi strettamente connessi alla residenza, servizi generali – uffici, negozi, ecc.). Si tratta, quindi, di una variante che contempla sostanziali modifiche di ubicazione di volumetrie e modifiche di destinazioni d’uso tali da richiedere nuova autorizzazione paesaggistica in variante al precedente “parere” paesaggistico rilasciato dall’Assessorato regionale pubblica istruzione, beni culturali – Servizio tutela del paesaggio n. 3015 del 27 maggio 1999 di approvazione dell’intero intervento immobiliare sui Colli di Tuvixeddu e Tuvumannu, tuttora oggetto di ricorso degli Amici della Terra n. 4444/2010 pendente davanti al Consiglio di Stato. Per sostenere le ragioni della bontà della variante la Società Nuova Iniziative Coimpresa s.r.l. ha sostenuto (nota prot. n. 71/11 del 14 marzo 2011) che “le soluzioni proposte sono state condivise con le parti istituzionali su citate (Mibac e Assessorato Regionale agli Enti Locali e Urbanistica)”. Il Comune di Cagliari ha prontamente avallato le dichiarazioni societarie, puntualmente smentite dalla Direttrice regionale per i beni culturali e paesaggistici Maria Assunta Lorrai con una durissima presa di posizione.  In poche parole, un falso grossolano. La variante approvata è, comunque, illegittima e non potrà avere le necessarie autorizzazioni ambientali. Infatti, l’intero compendio di Tuvixeddu-Tuvumannu è tutelato in gran parte da vincolo culturale, da specifico vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e rientrante nell’ambito di tutela del piano paesaggistico regionale. La “deroga” alla normativa e alle disposizioni del piano paesaggistico regionale per le zone C, D, G, F dei piani urbanistici comunali (P.U.C.) vigenti contenuta nel P.P.R. stesso (art. 15, comma 3°, delle norme di attuazione) può aver efficacia, però, solo per gli “interventi previsti negli strumenti urbanistici attuativi … approvati e con convenzione efficace alla data di adozione del” P.P.R. e non si estende alle successive varianti: non è legittimamente possibile spostare volumetrie dai comparti non autorizzati definitivamente ovvero effettuare mutamenti di destinazione d’uso di volumetrie. Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra hanno, pertanto, chiesto (23 marzo 2011) l’adozione di specifico provvedimento di revoca del citato “parere” paesaggistico n. 3015 del 27 maggio 1999, l’adozione di specifico provvedimento di diniego di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di cui alla variante e l’avvio delle procedure di intesa  per la disciplina definitiva dell’area, imperniata sulla salvaguardia del bene culturale, così come recentemente rammentato dal Consiglio di Stato. Sono stati interessati il Ministro per i beni e le attività culturali, il Presidente della Regione autonoma della Sardegna, l’Assessore regionale dell’urbanistica, il Direttore regionale per i beni culturali e paesaggistici, i Soprintendenti per i beni archeologici e per i beni paesaggistici, il Direttore del Servizio tutela paesaggistica di Cagliari, il Sindaco di Cagliari ed è stato informato il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari. Naturalmente saranno poste in essere tutte le necessarie azioni per preservare Tuvixeddu da un futuro di grigio cemento.   La “battaglia” sarà ancora lunga.

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