Disarmare il lavoro

5 Novembre 2025

[Roberto Mirasola]

In questi giorni nelle sale si sta proiettando il film “la vita va così” ispirato alla nota vicenda di Ovidio Marras che impedì la costruzione di un resort di lusso sulla spiaggia di Tuerredda.

Il film sta riscuotendo un notevole successo, non solo per la bravura degli attori, ma per l’importante messaggio che trasmette a tutti noi. La denuncia che una terra non può essere ricattata per la fame di lavoro. Esiste una dignità del lavoro che appartiene a ciascuno di noi e che deve essere salvaguardata, ed i ricatti non sono mai lo strumento da utilizzare.

Il messaggio è ancora una volta attuale nella nostra terra e il ricatto si ripresenta una volta di più nel Sulcis Iglesiente. La RWM Italia S.P.A., azienda di proprietà della tedesca Rheinmetall con sede a Düsseldorf, come ben sappiamo dal 2010 ha attivato la produzione di bombe chiaramente indirizzate nei luoghi di conflitto sparsi nel mondo.

Una produzione quanto mai controversa diventata un caso internazionale già alla fine del 2015 quando il New York Times mise in risalto una relazione diretta tra le esportazioni e i bombardamenti dell’Arabia Saudita in Yemen. Oggi siamo arrivati tra le altre cose alla produzione di droni kamikaze in partnership con UVision, società israeliana che produce la famiglia di droni Hero. Sappiamo bene le terribili conseguenze dell’utilizzo di questi armamenti, ciò che succede a Gaza e negli altri teatri di guerra è sotto gli occhi di tutti.

Noi siamo da sempre contrari a un’economia di guerra che basa i suoi profitti sulla morte. Più gli scenari di guerra sono ampi più  aumenta l’offerta e la produzione di armamenti. La logica di mercato è molto semplice. Se le guerre cessano non vi è profitto. Quando si afferma che la fabbrica garantisce sviluppo e reddito, bisognerebbe capire di quale sviluppo si stia parlando.

Cosa vogliamo fare? Vogliamo scommettere sulla guerra e quindi investire? O vogliamo scommettere sulla pace e investire in un’economia sana che possa tutelare l’ambiente utilizzando energia pulita e creando finalmente uno sviluppo industriale deciso in Sardegna? Il lavoro deve essere tutelato e su questo siamo d’accordo, ma siamo sicuri che a garantirlo sia la Fabbrica RWM? Quante volte le grandi industrie hanno aperto le loro produzioni in Sardegna e in particolare nel Sulcis per poi smantellare tutto, lasciare un cumulo di macerie, scheletri di aziende e andar via lasciando i lavoratori a spasso? Quante vertenze abbiamo affrontato? E quante abbiamo intenzione di affrontarne?

Rheinmetall è una società tedesca che poco ha a che vedere con la nostra terra, i suoi utili prenderanno sempre la via di Düsseldorf. Di quale ricchezza stiamo dunque parlando? E quando finalmente i grandi teatri di guerra cesseranno chi gli impedirà di seguire l’esempio di chi l’ha preceduta? O vogliamo invece auspicare che le guerre anziché diminuire aumentino? E’ questa la nostra prospettiva?

Noi siamo con la Presidente della Regione  Alessandra Todde contro un’economia di guerra ed al fianco della CGIL rappresentata nel nostro territorio da Fausto Durante che chiede un piano industriale serio e non la nascita di un distretto di guerra, il lavoro deve essere tutelato e riconosciuto come un valore da perseguire ma dobbiamo impegnarci a disarmare il lavoro affinché ritorni alla sua dignità originaria.

Roberto Mirasola è il responsabile Pace di Sinistra Futura

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