Le carceri stanno esplodendo

15 Agosto 2025
Carcere Uta, foto Roberto Pili

[Valter Canavese]

“Qui si muore di caldo ma la politica dorme con l’aria condizionata”. È passato un mese da quando Gianni Alemanno-ex sindaco di Roma, detenuto nel carcere di Rebibbia- lanciava questo appello, con tanto di lettura in Parlamento e prime pagine dei giornali.

Ora, a parte il carcere di Novara, collegio elettorale del sottosegretario Del Mastro, dove si è passati dalla rivolta dei detenuti nell’ottobre del 2024 alla dichiarazione dello stesso sottosegretario di “situazione serena” dell’istituto di pena,  corredato da un nuovo panificio da un’infermeria e corsi di formazione professionale, la situazione delle carceri continua a rimanere immobile, come l’aria calda nelle celle sovraffollate, e Novara non è esclusa anche se beneficerà di una nuova Garante per i detenuti.

Qua la Sardegna rimane Sardegna. Gli spazi, già affollati, a breve vedranno a Uta l’ultimazione di una nuova sezione per i detenuti ai sensi dell’art. 41 bis. a parziale collocazione dei 92 reclusi “spediti” nella nostra Regione.  Decisione presa da Roma senza coinvolgere in nessun modo la Regione, con in più lo sgarbo istituzionale, e sostanziale, della assenza del Provveditore regionale della amministrazione penitenziaria e dei direttori degli istituti penali alla riunione convocata all’indomani della decisione del Ministero.

Non c’è stata nemmeno la mossa formale di potenziare l’esiguo personale medico e sanitario o gli addetti alla sorveglianza. Silenzio. Nelle celle si deve continuare a patire il caldo, la carenza strutturale di cure. È un po’ la linea politica del sottosegretario Del Mastro, dove l’obiettivo di togliere il fiato ai detenuti del 41 bis si sposa con coerenza ammirevole di chi sa, pur condannato, quanto la sofferenza della pena induca a più miti consigli.

Alla fine  si è assistito ad una delle tante sostituzioni di presenza, che uno Stato deve a tutti i suoi cittadini, attraverso gli interventi delle associazioni. Domus de Luna ha infatti inviato 250 refrigeratori nel carcere di Uta. Gli altri? Nisba, nulla, in attesa di fantasmagorici investimenti previsti dal Pnrr per l’ampliamento delle carceri (ad oggi l’idea è quella dei container per risparmiare recuperare il tempo perso di attuazione e mantenere quello standard di calduccio d’estate e freschetto d’inverno).

I suicidi non dovrebbero essere un problema, basta tenere il conto. Sono 54 quest’anno. L’ultimo era un ragazzo di 17 anni. Per la maggior parte sono sotto i 30 anni, prima detenzione, in parte tossicodipendenti e malati psichici. Molti non dovrebbero essere in carcere ma ricadere nelle misure alternative previste dall’ordinamento penitenziario. Queste morti non peseranno a lungo sulla coscienza di nessuno, anzi il Ministro Nordio ha annotato come i suicidi in carcere siano sotto la media mensile. Magari si corre il rischio che anche per gli istituti di pena attui una sorta di trip advisor.

Di fronte ad un’affermazione così grave, corroborata da un’inerzia sul fronte di una situazione denunciata dalla Corte dei conti e dalle sentenze di condanna della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, il Coordinamento della Conferenza nazionale dei Garanti territoriale dei detenuti ha espresso il suo più profondo sconcerto per la “gravità inaudita” delle parole del Guardasigilli.

La Garante dei detenuti in Sardegna, Irene Testa durante la sua visita al carcere di Alghero ha dichiarato: “Alghero ha sempre rappresentato un modello per la Sardegna. Invece in un paio di mesi la popolazione è aumentata del 75% passando da 80 a 132 detenuti. Si sfolla da Roma, Lecce e dalla Calabria per riempire ancora le brande delle carceri sarde”

“A me non me fregano più a veni’ qua d’estate” Anna Magnani detenuta a Regina Coeli nel film “la Città dell’Inferno”

“Huye hombre, huye Corri uomo corri” Diario di un detenuto in Spagna, Jose Tarrio Gonzales

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