Niente bombas e cannones

1 Aprile 2017
Marco Ligas

Alcuni senatori di Forza Italia, Alicata Gasparri e Floris, hanno criticato, attraverso un’interrogazione parlamentare, i ministri della difesa Pinotti e dell’istruzione Fedeli, perché in un liceo di Olbia si è svolto un dibattito sul tema “Sardigna terra de bombas e cannones”. Lo scopo del dibattito, questa l’interpretazione dei senatori, era evidente: censurare la presenza delle basi e dei poligoni militari che si trovano nell’isola. Perciò hanno chiesto ai due ministri se ritengano ammissibile che all’interno delle scuole del nostro Paese vengano propagandate iniziative ritenute contrarie alle politiche militari dello Stato italiano.

Che dire di questa iniziativa di Forza Italia? Intanto va sottolineata la sacralità che questi senatori attribuiscono sempre alle strutture militari, ritenute comunque inviolabili indipendentemente dalle loro dimensioni e dagli obiettivi che possono raggiungere. È una vecchia prerogativa delle componenti nazionalistiche che riemerge periodicamente.

In secondo luogo è opportuno ricordare che la presenza delle basi o dei poligoni militari nei territori di un Paese non è di per sé una condizione che ne garantisca la difesa. Non a caso viene frequentemente interpretata e vissuta come occasione di tensioni e di conflittualità.

Ma al di là di queste considerazioni, certo non secondarie, ciò che i promotori dell’interrogazione hanno sottovalutato nella loro iniziativa parlamentare è la dimensione territoriale delle basi nell’isola, certamente non richieste né volute dal popolo sardo e diventate sempre più opprimenti. Insomma anche loro hanno eluso (anche il senatore Floris si è dimenticato?) un dato fondamentale: queste strutture militari sono estranee alla storia, alle aspirazioni e agli interessi dei sardi. Ed è all’interno di questa realtà che si fa strada, fortunatamente anche nelle scuole, il bisogno dell’informazione, del confronto e della crescita culturale delle giovani generazioni.

Certamente la Sardegna subisce ancora e in modo sproporzionato le conseguenze degli ultimi conflitti mondiali. Tuttavia è fondamentale ribadire che un’alleanza tra gli Stati, così come si è realizzata e poi consolidata attraverso la Nato, non può e non deve caratterizzarsi necessariamente con l’uso delle armi e la sottrazione dei territori alle popolazioni civili; al contrario, e in primo luogo, è necessario porre all’attenzione delle giovani generazioni valori come la solidarietà, una visione delle relazioni tra popoli basata sulla convivenza e il rispetto reciproco, la pace e la tutela dei diritti dei cittadini come la nostra Costituzione prevede

E allora, se queste considerazioni sono fondate, è così scandaloso che nelle nostre scuole si parli talvolta delle basi militari e si educhino i giovani i sardi al rifiuto di “bombas e cannones”? Non sarebbe forse opportuno che questi argomenti diventassero parte integrante di progetti educativi che abbiano nella scuola il protagonista principale?

I senatori che hanno presentato l’interrogazione sull’iniziativa del Liceo di Olbia certamente non sbaglierebbero se sollecitassero i ministeri competenti, anche l’intero Parlamento, a fare della scuola italiana un’istituzione capace di far conoscere alle giovani generazioni la storia del nostro paese e le modalità attraverso le quali è stata fondata la nostra Repubblica.

E soprattutto non sbaglierebbero se anziché mettere in discussione il progetto scolastico del Liceo di Olbia fondato sulla commemorazione de “Sa die de sa Sardigna”, si impegnassero essi stessi a realizzarlo.

Ma evidentemente lavorano per altri progetti, magari legati alle esperienze drammatiche del passato. Se è così conservino pure le loro nostalgie, noi dal canto nostro continueremo a lavorare nelle scuole e nella società perché nel nostro paese si consolidino gli obiettivi della pace e della democrazia.

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