Onde anomale europee

16 Novembre 2008

Protesta degli studenti italiani in Spagna
Riceviamo e pubblichiamo da
Anomalous wave, Gruppo studenti italiani a Madrid

Oggi, 14 Novembre 2008, la protesta si è diffusa nell’Europa intera. Nelle città di Madrid (ore 12, Plaza de la Villa/istituto italiano di cultura), Valencia , Bruxelles (ore 15, Rue Emile Claus/ambasciata italiana), Parigi (ore 9.30, Bd Emelie Augier 5/ambasciata italiana), Istanbul, Copenhagen (ore 12, Amalienborg slot/residenza dell’ambasciatore), Granada, Berlino (ore 13, Pariser platz/ambasciata italiana), Lione (ore 14, rue de Commandant Faurax 5/consolato italiano), Anversa, Siviglia, Londra , Lisbona, Birmingham, Stoccarda, Aarhus (ore 14, dalla stazione centrale al consolato italiano), Palma de Mallorca, Almeria, Barcellona, abbiamo manifestato il nostro dissenso contro la legge 133, articoli 16 e 66, e la legge 137.
La nostra voce e la nostra rabbia vogliono essere cassa di risonanza per la mobilitazione studentesca nel nostro Paese, che ha raggiunto livelli che difficilmente potranno essere ignorati nel futuro prossimo.
Siamo studenti di età, classe sociale ed idee politiche differenti, con in comune la voglia di costruire ed acquisire, attraverso una riflessione comune, una precisa coscienza e conoscenza politica degli avvenimenti che stanno facendo dell’Italia un esempio negativo in tutto il mondo.
Il 6 agosto 2008 il decreto legge n°112 25 giugno 2008 è stato discusso e convertito nella legge n° 133, parte della bozza per la finanziaria 2009, senza concertazione alcuna con le parti sociali coinvolte..
La protesta ha coinvolto anche studenti non italiani, che avvertono gli ultimi avvenimenti del nostro paese come una tendenza che coinvolge tutta l’Europa.
Negli ultimi decenni, si è assistito a dissestamenti economici che sono stati affrontati tagliando la spesa pubblica per lo stato sociale, privatizzando servizi e risorse comuni.
La nostra è una battaglia politica che si muove al di fuori della sfera dei partiti. A-partitica, dunque, ma non a-politica.
La nuova situazione economica ci sta coinvolgendo ed è nostra responsabilità difendere il diritto allo studio che non deve essere sacrificato in nome della crisi.
La consapevolezza del nostro agire, d’altra parte, si riscontra anche nel legare questa lotta ad un ragionamento più ampio che ci porta
Analizzando la legge 133 abbiamo incontrato la necessità di riflettere sul malfunzionamento generale dell’attuale sistema universitario, facendo un percorso che coinvolge il Decreto Bassanini del 1997, la Riforma Zecchino del 1999 e la Riforma Moratti del 2004.
Ribadiamo la necessità di intensificare la mobilitazione in ogni angolo d’Europa per un completo ritiro del provvedimento e la costituzione di una protesta strutturata e consapevole, che sia anche luogo di elaborazione e costruzione di un’Università differente da quella presente e passata.
NOI NON VOGLIAMO ESSERE MERCIFICATI!
L’Università che vogliamo è uno spazio realmente pubblico, dove ogni forma di critica e analisi siano ammesse e dove non esistano meccanismi di esclusione sociale.
L’Università italiana per cui lottiamo dovrà promuovere una ricerca libera, estranea a interessi particolaristici, lobbistici e privati, ed essere luogo di socializzazione di un sapere che supera i confini tra accademia e società, tra università e metropoli, per essere ricchezza sociale comune. L’accesso alla ricerca dovrà essere liberato da ogni dinamica nepotistica e clientelare e si dovranno valorizzare l’impegno, la creatività e le capacità critiche più che il conformismo intellettuale e l’obbedienza ai dogmi delle varie discipline.

L’Università del futuro deve trovare in questo movimento i mille laboratori della sua sperimentazione.

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