Orgosolo. Un passo indietro

16 Gennaio 2008

Orgosolo
Marco Ligas

È difficile dire qualcosa di nuovo che aiuti a capire ciò che è successo in questi giorni a Orgosolo. La violenza a cui abbiamo assistito sembra una ripetizione di cose già successe e commentate; per questo credo che anche oggi non sia facile orientarsi. Conosco questo paese da diversi decenni, gli amici e i compagni che ho frequentato mi hanno sempre messo in guardia dalle facili interpretazioni sulla comunità orgolese; bada – mi ripetevano – che quando pensi di aver capito si verifica qualche episodio che dimostra che hai capito ben poco. Per attenuare il mio disorientamento aggiungevano che anche loro trovavano difficoltà nonostante vivessero da sempre in paese. Eppure è necessario provare a capire perché dopo che succedono questi episodi non si può continuare a vivere nell’indifferenza o nella paura. In questo tentativo parto da alcune considerazioni fatte nei giorni scorsi dagli stessi orgolesi: ‘nelle relazioni di Peppino con la comunità orgolese probabilmente è riemersa una ferita non ancora rimarginata’, oppure ‘un isconcadu ha risposto in modo sproporzionato e criminale ad un rimprovero subito’, queste le supposizioni più accreditate sull’uccisione di Marotto. Qualcuno ne ha avanzato anche un’altra, seppure meno condivisa: ‘Peppino era un bravo sindacalista, lavorava con passione nel sindacato dei pensionati, chissà che qualche paesano non abbia ritenuto di essere stato escluso da qualche forma di assistenza a causa di un suo disinteresse’. E che dire dell’uccisione dei fratelli Mattana? Per la coincidenza col precedente, questo episodio è apparso ancor più sconcertante. Su di esso sono state avanzate due ipotesi: la prima si può sintetizzare così: ‘la comunità (questo ente indefinito) ha voluto punire con la stessa ferocia gli autori dell’omicidio di Peppino Marotto’; la seconda ha visto nell’omicidio dei due fratelli l’applicazione della vendetta barbaricina, consumata da chi in precedenza aveva subito un torto dagli stessi fratelli ed effettuata in concomitanza con l’omicidio di Marotto al fine di complicare le indagini. Non avendo alcuna attitudine verso l’attività investigativa, mi limito a qualche riflessione di altra natura.
Qualunque sia stato il motivo degli omicidi, appare evidente la riaffermazione del principio del farsi giustizia da sé. Con una aggravante perché chi ha ucciso ha travalicato le vecchie norme del codice barbaricino. Infatti, secondo le opinioni manifestate con cautela dagli stessi orgolesi, non ci sarebbero state in passato, da parte delle vittime, offese tali da giustificare reazioni così estreme come l’omicidio. Anche per questa ragione è riemersa nel paese la preoccupazione che possa riaprirsi una conflittualità pericolosa. Non dimentichiamo che, nello spirito del codice barbaricino, l’azione offensiva esercitata come vendetta alimenta un nuovo motivo di vendetta da parte di chi l’ha subita, soprattutto se esercitata in modo sproporzionato. Ma sicuramente oggi è opportuna una interpretazione più flessibile del complesso di norme di cui ha parlato Antonio Pigliaru. Flessibilità che però non significa superamento ma piuttosto adeguamento ai cambiamenti intervenuti anche in una comunità chiusa come quella orgolese. Una flessibilità che lascia ampi spazi di interpretazione a causa della sua imprevedibilità. Del resto è evidente come l’uccisione di Marotto esuli da qualsiasi norma di un codice appartenente al passato e relativo ad una comunità ristretta. Marotto rientrava nella categoria dei vecchi saggi del paese ai quali viene (o veniva) riservato un rispetto particolare per i meriti universalmente riconosciuti.
Forse, per capire meglio questi fenomeni, dovremmo soffermarci di più (e ci proponiamo di farlo prossimamente anche con un numero monografico del quindicinale) almeno su alcuni concetti: per esempio su quelli della balentia, del silenzio delle popolazioni e del rispetto delle regole. Soffermarci per capire e correggere interventi inadeguati. Nelle azioni del balente c’è stato sempre un eccesso di protagonismo, per un verso previsto e forse addirittura imposto dalle norme della comunità, per un altro verso esaltato in modo ingiustificato da molti intellettuali che hanno analizzato le comunità agro pastorali. I comportamenti ritenuti coraggiosi e audaci, ammesso che fossero giustificati all’interno di una comunità chiusa che aveva consolidato le proprie regole, col passare del tempo sono apparsi meno indispensabili e opportuni, soprattutto in seguito alle trasformazioni avvenute nel tessuto sociale e al processo di osmosi con le comunità più ampie. È in questo passaggio verso la modernità che sono cambiati diversi ruoli sociali e sono entrati in crisi soprattutto i comportamenti e le aspettative di molti giovani. Sono saltati i vecchi codici e al tempo stesso non sono diventati convincenti e praticabili quelli delle istituzioni. Queste, per quanto abbiano fatto qualche tentativo di apertura verso la società, non sono riuscite a modificare l’opinione delle comunità che le considerano ancora ostili e lontane dai bisogni delle popolazioni. È all’interno di queste relazioni difficili, caratterizzate sempre più frequentemente dall’anomia, che trovano alimento comportamenti trasgressivi sia con aspetti legati al passato sia con atteggiamenti più vicini alla cosiddetta modernità. Gli ultimi omicidi di Orgosolo nascono in questa realtà, dentro processi complessi, caratterizzati in primo luogo dall’inadeguatezza delle istituzioni che ancora oggi non riescono ad incoraggiare e a sostenere quelle iniziative produttive capaci di dare una stabilità alle deboli strutture economiche presenti nel territorio. A questa inadeguatezza si associa un atteggiamento spesso passivo delle popolazioni che attendono sostegni e aiuti, talvolta anche impossibili, da parte delle istituzioni. Vedi – mi diceva un compagno il giorno del funerale di Peppino Marotto – Orgosolo era un paese che più antistato non poteva essere, oggi molti si accontentano dell’assistenzialismo, sembra l’accettazione di un risarcimento, ma in questo modo non andremo lontano.

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