Ospitone: un personaggio scomodo
23 Luglio 2025[Francesco Casula]
La Sardegna fenicia, cartaginese, romana, vandala, bizantina, qui mi fermo, per ora. E la Sardegna sarda?
Sembra che non esista. Pare che i sardi, siano sempre stati oggetti e mai soggetti di storia intendo, al massimo comparse: esclusa l’epoca nuragica e quella giudicale: di cui non a caso mai o quasi mai si parla, ad iniziare dai testi scolastici.
Ma ecco la trave su cui lo storico maniacalmente esterofilo e italiota inciampa: Ospitone. Di cui la storia ufficiale, non parla mai. Di più: secondo la storiografia ufficiale Ospitone non dovrebbe neppure esistere. È un frutto fuori stagione. Un fungo spuntato non si sa come perché e dove. Inspiegabile. Ci hanno raccontato del dominio cartaginese romano addirittura vandalo e cartaginese e poi esce fuori Ospitone. Che governa metà Sardegna se non di più.
Ci hanno raccontato delle fole: delle vere e proprie balle. Noi conosciamo Ospitone da un unico documento storico: una lettera del papa Gregorio Magno del maggio 594, a lui indirizzata, in cui è definito “dux Barbaricinorum”. In essa il Pontefice, a lui unico seguace di Cristo in quel popolo di pagani, chiede di cooperare alla conversione delle popolazioni barbaricine che ancora “vivono come animali insensati, non conoscono il vero Dio, adorano legni e pietre”.
Non si hanno notizie di un’eventuale risposta di Ospitone né sappiamo se lo stesso si sia impegnato nell’opera di conversione dei suoi sudditi.
Una cosa è però certa: la lettera del grande papa serve a illuminare la precedente storia della Sardegna: la presenza nell’Isola alla fine del 500 di un “dux barbaricinorun” mette radicalmente in discussione infatti numerose categorie storiografiche della storia ufficiale, sconvolgendola. Ad iniziare dalla visione di una Sardegna conquistata, vinta e dominata, dai Cartaginesi prima e dai Romani e Bizantini poi.
In questo luogo comune inciampa persino il grande storico tedesco Theodor Mommsen che in “Storia di Roma antica”, parla di una “Sardegna vinta e dominata per sempre” dopo la sconfitta di Amsicora nel 215 a. C. da parte del console romano Tito Manlio Torquato. Seguendo pedissequamente lo storico romano Tito Livio che aveva utilizzato persino la stessa locuzione verbale.
Se così fosse, perché continuano incessanti le rivolte dei Sardi, soprattutto barbaricini, per secoli, con i massicci interventi militari romani?
Se fosse stata vinta e dominata per sempre che significato avrebbe nel 594 la presenza e coesistenza in Sardegna di un “dux barbaricinorum”, Ospitone appunto e di un dux bizantinorum, Zabarda, di stanza a Forum Traiani (Fordongianus), che proprio in quel momento tentava di concludere la pace con i Barbaricini?
Evidentemente la parte interna della Sardegna, pur vinta e conquistata aveva comunque conservato, resistendo, fin dal dominio romano, una sua indipendenza o comunque una sua autonomia, politica ma anche economica e sociale e persino culturale, nonostante l’imposizione della lingua latina che prenderà il posto della vecchia lingua nuragica.
E non si tratta di una parte interna circoscritta e limitata alle civitates barbariae intorno al Gennargentu: ma ben più vasta e con precise caratteristiche politiche, sociali ed economiche. Ecco in proposito l’autorevole opinione del più grande storico medievista sardo, Francesco Cesare Casula: ”Dalle parole del pontefice si evince che, al di là del limes fra Roméa e Barbària le popolazioni avevano un proprio sovrano o duca e che quindi erano statualmente conformate almeno in ducato autonomo se non addirittura in regno sovrano. Infine, si ricava che malgrado fosse trascorso tanto tempo, le genti montane continuavano ad “adorare” le pietre, cioè i betili, permanendo nell’antica religione della civiltà nuragica. Purtroppo, non sappiamo da quando esisteva questo stato indigeno e quanti anni ancora durò dopo Ospitone né dove fosse esattamente collocato.
Noi personalmente riteniamo che fosse esteso quanto la Barbària romana, segnalato al centro ovest dall’opposto presidio di Fordongianus e dal castello difensivo bizantino di Medusa, presso Samugheo; a sud dal confine religioso fra la cristianissima Suelli, piena di Chiese e di simboli paleocristiani e la pagana Goni, nel basso Flumendosa, con le schiere di suggestive pietre fitte campestri”. (Dizionario storico sardo, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2003, pagina 1132).
Un territorio immenso, dunque, probabilmente metà Sardegna se non più, era sotto il governo di Ospitone. Su questo “regno” di Ospitore gli storici tutti o quasi tacciono continuando a parlare di dominio bizantino in Sardegna dal 534 fino addirittura, al 900. Perché?
Ma perché Ospitone è ingestibile, è inspiegabile all’interno del becero paradigma storiografico della “Sardegna vinta e dominata per sempre”. Per questo, semplicemente lo si cancella. Perché mette in discussione e in crisi le inveterate certezze della storia ufficiale.