Un Sit-in per difendere la resistenza del popolo curdo

20 Febbraio 2019
[red]

Domani, giovedì 21 febbraio, alle ore 9.00, la Rete Kurdistan della Sardegna ha convocato una mobilitazione di fronte al Palazzo di Giustizia di Cagliari per dire no alla persecuzione della solidarietà con chi lotta contro il terrorismo. Un Sit-in per difendere la resistenza del popolo curdo, le unità di difesa popolari e l’attivista sardo Luisi Caria. Pubblichiamo il comunicato della rete (red).

Nel settembre 2018 a Nuoro e a Cagliari, la polizia entrò nelle case di tre militanti sardi, solidali con la resistenza kurda e con chi ha combattuto e combatte il terrorismo nella Federazione del Nord della Siria, per eseguire una perquisizione personale e delle loro abitazioni ed infine sequestrare computer, telefonini ed altri supporti telematici.

L’incredibile accusa era quella di collaborare col terrorismo, ed era diretta proprio a chi il terrorismo lo contrasta quotidianamente e l’ha combattuto anche sul terreno di guerra, rischiando la propria vita, assieme alle unità popolari dei kurdi e dei popoli del territorio. Le proteste e le attestazioni di solidarietà furono tante da farci credere che l’azione potesse finire in archivio, quale esperimento mal riuscito e da non ripetere.
Invece, all’inizio dell’anno nuovo, in quel di Torino viene presa un’altra iniziativa poliziesca, assurda, paradossale e fortemente preoccupante data l’arroganza con la quale viene giustificata: la richiesta della Sorveglianza Speciale per cinque torinesi che, come era ben noto, si erano recati nel Kurdistan siriano per portare in vari modi la loro solidarietà e combattere l’ISIS.

Il Tribunale di Torino ha già esaminato la richiesta ed ha rinviato l’udienza decisiva al prossimo mese di marzo.
Ora è all’attenzione del Tribunale di Cagliari un’altra incredibile richiesta del Questore di Nuoro Massimo Colucci per la Sorveglianza speciale per l’indipendentista Pierluigi Caria, su cui lo stesso Tribunale dovrà decidere Giovedì 21 febbraio. La richiesta è desunta dall’essere egli indagato per il reato di cui all’art. 270bis c.p. (l’articolo generico che ha motivato la precedente perquisizione della sua casa ma, basta essere indagati?), dall’essersi dimostrato elemento pericoloso (perché?) nonché frequentante pregiudicati per reati di terrorismo e associazione sovversiva (chi?). Molte domande e per ora nessuna risposta. Ma sappiamo che la sorveglianza speciale è una misura preventiva che si applica prima, e dunque senza, che si commetta un reato. Proprio come si faceva durante il fascismo!

Su chi e perchè abbia promosso le farse ci siamo posti degli interrogativi e ancora ci interroghiamo.
Di sicuro, almeno sul piano propagandistico, queste mosse sviliscono il valoroso impegno della resistenza kurda, impegnata nella costruzione di una società egualitaria e nella lotta contro il terrorismo dell’ISIS, particolarmente in area siriana, favoriscono le minacce di invasione del territorio nord siriano da parte dell’esercito turco del dittatore Erdogan, aumentano il clima repressivo in Italia e criminalizzano tutto il movimento di lotta anche in Sardegna, dove ora viene mandato un duro avvertimento perfino ai pastori in lotta: saranno repressi nei loro presidi e nelle loro manifestazioni di protesta!
Ma in Sardegna come in Kurdistan, la resistenza continua e le lotte per il rispetto del lavoro, per la difesa della terra, per la liberazione dal colonialismo e per la civiltà, continueranno!

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