Agenzia della Conservatoria: storia e prospettive

16 Luglio 2014
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Stefano Deliperi

In queste settimane si parla parecchio dell’Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna, spesso con poca precisione. Proviamo a raccontarne un po’ di storia e cerchiamo di individuarne qualche prospettiva.

Le origini, i modelli. La proposta istitutiva di un organismo per l’acquisizione e gestione sostenibile dei litorali sardi venne avanzata fin dal novembre 2003 dalle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico onlus a Renato Soru, allora candidato della coalizione di centro-sinistra alle elezioni regionali 2004 ed entrò nel programma elettorale vincente come uno dei punti qualificanti della nuova politica ambientale.

I modelli sono il Conservatoire du littoralfrancese e, in minor misura,il National Trust inglese, istituzione pubblica nel primo caso ed associazione privata nel secondo che hanno dato buona prova nel tutelare e gestire estesi patrimoni terrieri litoranei. Il Conservatoire du littoral è stato istituito in Francia nel 1975. È un Ente pubblico a carattere nazionale, posto sotto la vigilanza del Ministero dell’Ecologia. Attua una politica di protezione e gestione degli spazi naturali, acquisiti mediante donazioni, prelazioni o espropriazioni. Attualmente (al 15 luglio 2014) gestisce 154.691 ettari, oltre 1.000 chilometri di litorali marini e lacuali, centinaia e centinaia disiti costieri, dei quali può definire utilizzi e modalità di gestione1. Il National Trust, istituito nel 1895 a Londra, invece, è una fondazione privata indipendente e senza scopo di lucro che ha l’obiettivo di preservare ambienti e paesaggi naturali e culturali. È riconosciuto dai governi di Gran Bretagna, Belgio e Germania e ha un patrimonio (l’1,5 % del territorio di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, di cui oltre 600 miglia di coste) costituito da riserve, aree costiere, paludi, giardini storici e aree rurali acquisite nel corso degli anni.

Sulla scorta di tali modelli, venne effettuata una vera e propria proposta organica per l’istituzione della Conservatorìa delle coste sarde, con il compito di promuovere acquisizioni al demanio regionale, con vincolo di destinazione, di terreni lungo i 1.850 chilometri di costa dell’Isola, anche attraverso sottoscrizioni pubbliche, lasciti testamentari, permute, comodati gratuiti da privati e da altri enti, e di tutelare questo importante patrimonio naturalistico e paesaggistico dai rischi ai quali è sottoposto. Secondo la proposta, la Conservatorìa potrà agire su più livelli: dovrà gestire i beni immobili costieri di rilevante interesse paesaggistico e ambientale facenti già parte del patrimonio e del demanio regionale, ma potrà anche acquisire i territori costieri dall’equilibrio ecologico più fragile o a rischio di degrado e compromissione sia attraverso accordi con Amministrazioni statali o locali o Enti pubblici, sia mediante donazioni, acquisti attraverso sottoscrizioni pubbliche, permute con privati. Nel caso di donazioni o lasciti testamentari, i terreni saranno acquisiti al demanio regionale con specifico vincolo di destinazione in favore della Conservatorìa. Dopo l’acquisizione, la Conservatorìa potrà attuare i lavori di ripristino naturale delle località e poi predisporre i piani di gestione: la cura delle attività gestionali potrà essere successivamente affidata ad Enti locali, a cooperative, società di servizi o associazioni ambientaliste che dovranno, comunque, assicurare l’accesso al pubblico.  

Nell’estate 2005 era stata consegnata al Presidente della Regione autonoma della Sardegna on. Renato Soru ed al Presidente del Consiglio regionale on. Giacomo Spissu la petizione popolare per la salvaguardia delle coste sarde promossa dagli Amici della Terra e dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sottoscritta da 3.515 aderenti, fra cui parlamentari europei (on. Monica Frassoni), l’intera direzione nazionale degli Amici della Terra (Rosa Filippini, Walter Baldassarri e Maria Laura Radiconcini), personalità della cultura (lo scrittore Giorgio Todde), personalità del volontariato attivo (don Ettore Cannavera), rappresentanti di associazioni ecologiste di tutto il Mediterraneo (Coordinamenti Friends of the Earth dell’Europa e del Mediterraneo, associazioni nazionali aderenti a Friends of the Earth di Francia, Spagna, Cipro, Israele, Palestina, Croazia, Tema Foundation della Turchia, Istria Verde della Croazia, N.T.M. di Malta, C 21 dell’Algeria, Green Action della Croazia, European Geography Association della Grecia, E.N.D.A. della Francia, Green Home del Montenegro, S.P.N.L. del Libano, Link di Israele, E.N.D.A. Maghreb del Marocco, Tunisian Front Organization della Tunisia, Ecomediterrania della Spagna, O.D.R.A.Z. della Croazia, A.P.E.N.A. della Tunisia, A.F.D.C. del Libano, R.A.E.D. dell’Egitto, Ceratonia Foundation di Malta, C.O.A.G. della Spagna, WWF – programma Mediterraneo dell’Italia, I.P.A.D.E. della Spagna, Forum della Laguna di Venezia dell’Italia, W.A.D.A. del Libano, Associazione per la Wilderness dell’Italia), ma soprattutto tanti comuni cittadini sardi, di tante altre parti d’Italia e numerosi stranieri.     

L’istituzione. Con la deliberazione n. 9/2 del 9 marzo 2005 la Giunta regionale istituiva, quindi, la Conservatorìa delle coste della Sardegna, quale Servizio presso la Presidenza della Regione con il compito, inizialmente, di coordinare la gestione delle aree più importanti sul piano ambientale dell’Isola e, in seguito a provvedimento legislativo, di acquisire al patrimonio pubblico e di gestire in un’ottica di governance i “gioielli naturalistici” costieri. Il nuovo istituto è visto quale uno dei “tasselli” fondamentali della nuova politica di tutela e di corretta valorizzazione del territorio costiero sardo, insieme al piano paesaggistico regionale – P.P.R. (il cui stralcio costiero veniva approvato con deliberazione Giunta regionale n.36/7 del 5 settembre 2006 e promulgato con decreto presidenziale n. 82 del 7 settembre 2006).

Rispettivamente con deliberazione Giunta regionale n. 36/1 del 26 luglio 2005edeliberazione Giunta regionale n. 49/6 del 28 novembre 2006venivano approvati il primo piano di attività (svolgimento di una conferenza sulla salvaguardia delle coste e censimento delle zone costiere appartenenti alla Regione autonoma della Sardegna ed ai suoi Enti strumentali) e il secondo piano di azione (art. 11 della legge regionale n. 4/2006, finanziaria 2006: stanziamento di 500.000,00 euro per il completamento del censimento ricognitivo delle aree costiere di proprietà regionale e degli enti strumentali, svolgimento delle attività propedeutiche per la realizzazione di progetti-pilota di gestione da inserire in apposito accordo di programma quadro ai fini dell’acquisizione di risorse di fonte C.I.P.E., predisposizione di modelli gestionali di sviluppo sostenibile e, specificamente, delle torri costiere sarde).

La legge finanziaria regionale 29 maggio 2007, n. 2 ha disposto (art. 16) la trasformazione del Servizio della Conservatoria delle coste della Sardegna in Agenzia regionale. La finalità è quella di avviare un processo dinamico di tutela, gestione e valorizzazione che tenga conto sia della fragilità degli ecosistemi e dei paesaggi costieri, sia della diversità delle attività e degli usi, delle loro interazioni e dei loro impatti. L’Agenzia nasce quale strumento per l’attivazione di queste politiche: la formula è quella già proposta per rispondere a temi non riconducibili all’ordinaria organizzazione dell’amministrazione regionale. La Conservatoria diviene Agenzia autonoma sotto tutti gli aspetti e ne sono organi il Comitato scientifico, il Direttore esecutivo e il Collegio dei revisori. Tutti nominati con decreto del Presidente della Regione. Il Comitato scientifico ha funzioni consultive e di supporto al Direttore che è il rappresentante legale. Il Direttore esecutivo è individuato tra i dirigenti dell’amministrazione e degli enti regionali. Si tratta della tanto attesa evoluzione di quella novità veramente interessante nel panorama nazionale delle attività amministrative in favore della salvaguardia e della corretta valorizzazione del patrimonio costiero viene dalla Sardegna.

Con la deliberazione Giunta regionale n. 44/24 del 31 ottobre 2007 veniva approvato lo statuto dell’Agenzia, stabilendone le funzioni, l’organizzazione amministrativa e il ruolo giuridico. Gli organi della Conservatoria sono il comitato scientifico, il direttore esecutivo ed il collegio dei revisori, tutti nominati con decreto del Presidente della Regione su conforme deliberazione della Giunta regionale.

Gli organi dell’Agenzia. A fine 2007 la Giunta regionale Soru ha nominato l’ing. Alessio Satta direttore esecutivo dell’Agenzia, i proff. Sandro Demuro e Ignazio Camarda, l’arch. Sandro Roggio quali componenti del comitato scientifico.

Il comitato scientifico produceva il documento “Fascia costiera come bene strategico comune della Sardegna” (febbraio 2009), finora unico atto d’indirizzo tecnico-scientifico dell’Agenzia.

Nel 2009 la Giunta regionale Cappellacci confermava l’ing. Satta direttore esecutivo dell’Agenzia e nominava l’arch. Giovanni Maria Campus, l’agron. Costantino Fadda, il dott. Giorgio Madau quali componenti del comitato scientifico.

L’attività dell’Agenzia. Inizialmente l’attività dell’Agenzia della Conservatoria delle coste si è limitata all’organizzazione di convegni, seminari, iniziative di sensibilizzazione (Coast Day 2007, Coast Day 2008, campagne di sensibilizzazione spiagge 2008-2009 e 2010, campagna “adotta una spiaggia sarda” del 2008, ecc.), ma nell’estate 2008 pubblicava un bando per la disponibilità all’acquisizione bonaria di aree costiere da tutelare (scadenza il 30 ottobre 2008), che, però, non riceveva successivamente adeguata disponibilità finanziaria regionale. Nel 2008-2009 anche la Regione autonoma della Sardegna – e l’Agenzia della Conservatoria delle coste per essa – entravano nel programma CAMP per l’elaborazione di un sistema di gestione sostenibile dei litorali.

La Giunta regionale, con la deliberazione n. 48/1 del 9 settembre 2008, conferiva alla gestione dell’Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna – in sinergia con le altre amministrazioni pubbliche competenti – l’Isola dell’Asinara, sede dell’omonimo parco nazionale, e una serie di torri costiere (Torre di Sa Scafa o della Quarta Regia di Cagliari; Torre del Prezzemolo di Cagliari; Torre del Poetto di Cagliari; Torre di Chia di Domus de Maria; Torre di Piscinnì di Domus de Maria; Torre de La Pegna di Alghero; Torre di Santa Maria Navarrese di Baunei; Torre di Capo Malfatano di Teulada; Torre del Budello di Teulada; Torre di Porto Scudo di Teulada; Torre di Capo Mannu o de Su Capu di San Vero Milis; Torre di Scala ‘e Sale di San Vero Milis; Torre di Sa Mora di San Vero Milis). Era il primo nucleo del patrimonio costiero, formalizzato con il passaggio concreto dal Servizio regionale demanio e patrimonio nel 2009.

L’1 marzo 2012, in attuazione della deliberazione della Giunta regionale 33/34 del 10 agosto 2011, veniva firmato il contratto di affidamento in gestione a favore dell’Agenzia Conservatoria delle Coste dei seguenti immobili, acquisiti al patrimonio regionale dalla Società Bonifiche Sarde il 21 dicembre 2011, che diventavano così aree di conservazione costiera:

* l’appezzamento di terreno (ricadente in zona H sottozona H1) di 127 ettari in località “Cala Sinzias”, “Calazziga” e “Punta s’Omini Mortu”, nel Comune di Castiadas (CA);

* l’appezzamento di terreno (ricadente in zona F e H di particolare interesse paesaggistico) di 209 ettari in località “Capo Ferrato” e “Monte Ferru”, nel Comune di Muravera (CA);

* l’appezzamento di terreno (ricadente in zona F1 – insediamenti turistici e attrezzature ricettive e H3 – salvaguardia assoluta ed ecologica) di 62 ettari in località “La Bramassa”, nel Comune di Alghero (SS);

* appezzamento di terreno (ricadente in zona G2 – parchi urbani e comprensoriali e H3 – salvaguardia assoluta ed ecologica) di 39 ettari in località “La Dragunara”, nel Comune di Alghero (SS).

Gli immobili ricadenti nelle aree di conservazione costiera affidate alla Conservatoria delle Coste potranno essere adibiti esclusivamente allo svolgimento dell’attività istituzionale dell’Agenzia, volta ad avviare un programma di salvaguardia, tutela e valorizzazione dei beni. Queste nuove aree di particolare rilevanza paesaggistica ed ambientale si aggiungono alle precedenti aree di conservazione costiera affidate in gestione alla Conservatoria delle Coste su cui sono in essere importanti azioni di riqualificazione ambientale e culturale: l’isola dell’Asinara (Porto Torres, SS) e i compendi di Is Mortorius (Quartu S. Elena, CA) e Mangiabarche (S. Antioco, CI).

Con la deliberazione n. 53/26 del 23 dicembre 2011, la Giunta regionale affidava ben tredici “siti dove sono presenti fari, semafori, torri costiere, immobili e infrastrutture di proprietà regionale … per la loro gestione al fine di provvedere all’elaborazione di un programma dettagliato per la loro valorizzazione, oltre che per assicurare la loro gestione curando anche eventuali procedimenti pubblici per l’affidamento in concessione degli immobili”. Tra gli immobili concessi in gestione alla Conservatoria delle Coste spiccano i fari di Santa Maria e Razzòli (La Maddalena), Capo d’Orso (Palau), Capo Mannu (San Vero Milis), Torregrande (Oristano) e le ex stazioni segnali e semaforiche di Punta Scorno (Isola dell’Asinara), Capo Sperone (Sant’Antioco), Capo Sant’Elia (Cagliari), Testiccioli (La Maddalena), Capo Figari (Golfo Aranci).

Le iniziative e le progettazioni su fari e stazioni semaforiche sono raccolte nel blog settoriale http://sardegnafari.wordpress.com/.

Il programma integrato di valorizzazione del patrimonio marittimo-costiero, approvato con deliberazione Giunta regionale n. 19/45 del 14 maggio 2013, prevede varie ipotesi di restauro e riutilizzo sostenibile di quindici fra fari, torri costiere e vedette. Grazie al progetto di cooperazione transfrontaliera MED-PHARES, chiamato a delineare – per la prima volta su scala internazionale – le strategie per conservare, recuperare e valorizzare i fari e le stazioni semaforiche del Mediterraneo, nella primavera 2014 vengono avviati i relativi interventi pilota di gestione sostenibile.

Il rapporto sul primo quinquennio di attività dell’Agenzia della Conservatorìa delle coste viene licenziato nel giugno 2014.

Il commissariamento. La Giunta Pigliaru, nonostante i programmi elettorali di rinforzo e rilancio2, con deliberazione n. 21/18 del 12 giugno 2014, ha disposto il commissariamento dell’Agenzia della Conservatoria delle coste in vista della successiva soppressione: l’unica motivazione espressa afferma che, “fermi restando gli obiettivi di salvaguardia e tutela dei delicati ambiti costieri, lo strumento operativo rappresentato dall’Agenzia Conservatoria delle Coste non si è dimostrato adeguato per il raggiungimento dei compiti statutari”. In realtà, come ha puntualmente osservato il blog di architetti Sard Arch, gli unici obiettivi statutari non perseguiti (esercizio del diritto di prelazione, acquisto, esproprio di terreni costieri) dipendono dal mancato indirizzo politico-amministrativo in proposito e dalla mancata provvista finanziaria necessaria. Infatti, né l’Amministrazione regionale Soru né l’Amministrazione regionale Cappellacci hanno mai dato indicazioni e soldi per acquisire terreni sul litorale.

Altra motivazione espressa è il risparmio che deriverebbe dalla soppressione dell’Agenzia e dell’internalizzazione delle attività in un servizio dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente. Spending review, come ha affermato l’Assessore Donatella Spano. Motivazione anch’essa debole, pur recentemente ribadita dal Presidente della Regione Pigliaru: con un contributo regionale pari a 10,602 milioni di euro in sei anni (2008-2014, in media 1,767 milioni annui), l’Agenzia ne ha utilizzato 4,071 in cinque anni (2008-2013) per investimenti e ha acquisito fondi comunitari grazie a vincite di bandi per 2,690 milioni di euro per la realizzazione di interventi gestionali. L’indice di performance è dato dal rapporto fondi comunitari + investimenti / spese correnti e per l’Agenzia è mediamente di 2,7: in sostanza, per ogni euro di stanziamento proveniente dal bilancio regionale l’Agenzia ne produce 2,7.

In vare occasioni nel corso delle ultime settimane gli esponenti della Giunta han parlato disinvoltamente di sospensione, volontà di riorganizzazione o di chiusura, segno di poca chiarezza di obiettivi, testimoniata anche dall’emanazione delPubblico avviso per manifestazione d’interesse per l’incarico di Direttore esecutivo della Agenzia Conservatoria delle coste della Sardegna” con scadenza proprio il 12 giugno 2014, il giorno del commissariamento.

In realtà, la Giunta regionale non può sopprimere direttamente l’Agenzia, visto che è stata istituita con legge regionale, di ovvia competenza consiliare.

Le operazioni di spending review effettivamente fruttuose nella galassia regionale possono benissimo esser avviate nell’ambito della miriade di società partecipate, come ampiamente argomentato dalle Sezioni Riunite della Corte dei conti per la Sardegna in sede di parifica del rendiconto 2013 della Regione autonoma della Sardegna (deliberazione SS.RR. Corte dei conti Sardegna, 4 luglio 2014, n. 1/2014/SSRR/PARI). Oppure iniziare dalla revoca dei i fondi per lo scempio ambientale e finanziario della diga di Monte Nieddu-Is Canargius e in un colpo solo risparmierebbe centinaia di milioni di euro. Meglio ancora evitando di finanziare tramite Sardegna Film Commissiondimenticabili capolavori del cinema come “E io non pago – L’Italia dei furbetti” con Jerry Calà e Valeria Marini.

C’è solo l’imbarazzo della scelta.

Le reazioni. Il commissariamento dell’Agenzia della conservatoria delle coste è stato fortemente contestato dalle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra, Italia Nostra, WWF e, da ultimo, F.A.I. Contrarietà è stata espressa da Federparchi, da imprenditori (come Daniela Ducato), scrittori (come Dacia Maraini), artisti (come Paolo Fresu), ambientalisti storici (come Fulco Pratesi), amministratori locali, ma soprattutto tantissimi semplici cittadini, segno del rilievo attribuito allo strumento di tutela e gestione dei litorali. Una petizione in proposito ha superato le mille adesioni.

La “svista” di Cala Sinzias. Solo grazie alla denuncia pubblica del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, ripresa dai mass media locali e nazionali, l’Amministrazione regionale Pigliaru è venuta a conoscenza della prima vendita di terreni costieri da parte di una società regionale a soli 15 giorni dal commissariamento dell’Agenzia: l’Agenzia regionale per l’attuazione dei programmi in campo agricolo e per lo sviluppo rurale (LAORE) lo scorso 27 giugno 2014 aveva posto in vendita oltre 5 ettari di terreni costieri a Cala Sinzias (Castiadas, CA) del patrimonio della Società Bonifiche Sarde s.p.a. in liquidazione. Prezzo a base d’asta di 350 mila euro, offerte minime in aumento di 1.500 euro entro il prossimo 31 luglio 2014 presso il notaio Roberto Onano di Cagliari.

Come si premurava di render noto nel bando, “si tratta di un area pianeggiante limitrofa al litorale marino della Località di Cala Sinzias, verso la parte a sud della cala, ed è interposta tra questo le aree del p.d.z turistico, ove sorgono diverse strutture sia residenziali che alberghiere anche di recente edificazione. L’ area si raggiunge facilmente da diverse strade sia comunali che provinciali della zona. La caratteristica principale è quella di essere interposta tra la zona residenziale turistica ed il litorale marino nella zona a sud della cala, che pertanto la rende essenziale per il raggiungimento del litorale dagli insediamenti turistici consentendo l’accesso incondizionato al litorale marino, nonché, suo interno, la realizzazione di infrastrutture per servizi ricreativi ed alla balneazione. Utilizzazione prevista nella certificazione urbanistica del PUC, e rilasciata dal Comune di Castiadas”.

L’Agenzia della Conservatoria delle coste sarde, nell’esercizio dellecompetenze di legge sui terreni costieri (per giunta pubblici, regionali) previsti dall’art. 16 della legge regionale n. 2/2007 e s.m.i. (indirizzi assegnati con ladeliberazione Giunta regionale n. 7/12 del 21 febbraio 2006), aveva espresso parere contrario all’alienazione e disponibilità all’acquisizione.

Inutile dire che le proteste, anche accese, sono fioccate. Si è addirittura costituito un seguito comitato popolare per la partecipazione all’asta pubblica.

Dopo il rapido intervento dell’Assessore regionale dell’agricoltura Elisabetta Falchi, il bando è stato oggetto di revoca. Il Presidente Pigliaru ha annunciato poi la costituzione di un Fondo unico per la tutela dei beni paesaggistici di pregio, con particolare attenzione per quelli costieri. Una svolta positiva? Chissà.

Le nostre proposte. La Sardegna è nota a livello nazionale e internazionale nel campo della gestione ambientale fondamentalmente per il suo buon piano paesaggistico e, in minor misura, proprio per la Conservatoria delle coste. Che cosa fare allora? Semplice, copiare i più bravi, come a scuola ha fatto ognuno di noi almeno una volta. L’Agenzia non va soppressa, va rilanciata facendole fare bene quello che fa in Francia il Conservatoire du Littoral: acquisire i terreni costieri pubblici di valore ambientale, comprare o espropriare i gioielli naturalistici privati, gestirli in un’ottica di salvaguardia e di gestione sostenibile, anche attraverso accordi con Enti locali, associazioni ecologiste, con l’utilizzo virtuoso di fondi comunitari. Pochi convegni, molta tutela concreta.

La Giunta Pigliaru ha un’ottima occasione per fare efficace salvaguardia delle coste e attivare un buon indotto economico-sociale: speriamo che voglia coglierla. Coraggio!

1 ecco un comunissimo esempio di sito appartenente alla rete del Conservatoire du Littoral, Le Domaine de la Palissade, 702 ettari nella Camargue, in Comune di Arles (Bouches-du-Rhône), zona umida costiera con cordone dunale, ricchissima di avifauna acquatica (ardeidi, fenicotteri, anatidi, ecc.), anfibi, cavalli, gestita da un consorzio fra Conservatoire ed Enti locali, visitata ogni anno da decine di migliaia di turisti, appassionati di natura, scolaresche.

2“…prevediamo di dare un nuovo ruolo alla Conservatoria delle Coste ed all’Arpas, dando piena applicazione alle norme che ne governano il funzionamento, così affermava solo pochi mesi fa Francesco Pigliaru nella sua vittoriosa campagna elettorale che l’ha portato a divenire Presidente della Regione autonoma della Sardegna.

 

 

1 Commento a “Agenzia della Conservatoria: storia e prospettive”

  1. Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna: un po’ di storia e prospettive. | Gruppo d'Intervento Giuridico onlus scrive:

    […] su Il Manifesto Sardo (“Agenzia della Conservatoria: storia e prospettive“), n. 173, 16 luglio […]

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