Costa Smeralda2, non abbiamo anelli al naso

16 Febbraio 2013
Stefano Deliperi
Come ormai ampiamente noto, è stato presentato in queste ultime settimane da Società immobiliari controllate dalla Qatar Holding e dagli stessi amministratori regionali e locali – in particolare il Presidente della Regione Ugo Cappellacci e il sindaco di Arzachena Alberto Ragnedda – il complesso programma di interventi turistico-edilizi nella Costa Smeralda (Arzachena).
Gli interventi proposti possono esser così  sinteticamente elencati: trasformazione di n. 27 stazzi in altrettante residenze stagionali (ville) con le procedure di cui alla legge regionale n. 4/2009 e s.m.i. (piano per l’edilizia), restyling della piazzetta e di altre strutture di Porto Cervo nonchè dei quattro Hotel “storici” (Pitrizza, Romazzino, Cala di Volpe, Cervo Hotel & Conference Center) già oggetto del “Programma di riqualificazione del sistema ricettivo alberghiero Costa Smeralda” (deliberazione Consiglio comunale Arzachena n. 29 del 27 maggio 2010, convenzione del 28 maggio 2010) ai sensi della legge regionale n. 4/2009 e s.m.i. (piano per l’edilizia), due nuovi alberghi, ville extra-lusso (numero non conosciuto), un “parco acquatico” a Liscia Ruja, un kartodromo, servizi, ecc.
Il programma di interventi, allo stato, risulta in palese e disinvolta violazione del piano paesaggistico regionale, ma sono giunte le scontate assicurazioni per le necessarie deroghe da parte del Presidente della Regione Cappellacci e confermate dal Sindaco di Arzachena Ragnedda.
Alla faccia e a spese dei sardi.
Sarà pure quella panacèa per la disoccupazione e la strada per il benessere economico-sociale, come vogliono farci credere, tuttavia l’inizio non è stato di particolare effetto.
In fila come tanti cammelli in carovana, sono recentemente giunti all’Ufficio tecnico del Comune di Arzachena sono stati presentati ben 27 progetti per trasformare caratteristici stazzi galluresi (tanto amati, a parole, dagli amministratori di Arzachena, diversi dei quali vincolati) in esclusive ville con piscina da destinare alla clientela internazionale.
Sono ventisette richieste in base a quel piano per l’edilizia (la legge regionale n. 4/2009 e s.m.i.) che finora ha dato corpo quasi solo a interventi speculativi.
Inoltre, dalle prime simulazioni progettuali presentate, i quattro-cinquecentomila metri cubi di nuove volumetrie saranno realizzati anche in aree di elevato valore ambientale e paesaggistico: da Monte Zoppu a  Liscia Ruja, a Razza de Juncu.
Dura e tesa al rispetto della legalità, la prima azione legale delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, Amici della Terra e Lega per l’Abolizione della Caccia, le quali hanno inoltrato (6 febbraio 2013) uno specifico ricorso alle amministrazioni pubbliche competenti e alla Commissione europea avverso l’emanazione di autorizzazioni amministrative in favore del complesso di interventi proposti dalla Qatar Holding in assenza dei necessari e vincolanti procedimenti di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale.
E’ stato naturalmente chiesto l’annullamento in via di autotutela delle eventuali autorizzazioni già concesse.
Infatti, il complesso unico di interventi viene presentato all’esame delle amministrazioni pubbliche competenti a pezzi, per singole parti, in violazione del necessario esame unico nei procedimenti di valutazione ambientale strategica (direttiva n. 2001/42CE) e di verifica di assoggettabilità a valutazione di impatto ambientale (2011/92/UE).
Ma c’è un elemento di novità, forte, importantissimo.
Sono gli stessi galluresi i primi a nutrire notevoli perplessità (per usare un termine benevolo) sul progetto della Costa Smeralda 2.
“Ad Arzachena … sta prendendo forma anche un comitato del no ad investimenti che stravolgano gioielli paesaggistici quali Liscia Ruja e Monti Zoppu. Il tam tam viene propagato attraverso Facebook e gli animatori non appartengono ad una precisa area politica, perché tra loro si contano anche simpatizzanti del centrodestra”, segnala Francesco Giorgioni, giornalista sempre attento alle vicende della sua Gallura.
Non solo, in prima persona – con notevole coraggio civile – affrontano gli aspetti del progetto e chiedono “quale ricaduta economica, al di fuori di un breve periodo per realizzare le opere, può portare al territorio?”
Per non parlare di chi, giustamente, vuole informarsi di tutte le reali intenzioni degli investitori.
Inizia a esserci un clima diverso, di maggiore consapevolezza, nei confronti di una proposta che comporta il solito consumo di territorio speculativo.
Non c’è più l’accettazione acritica del “modello Costa Smeralda”, che comunque in cinquant’anni non ha dato – e non potrà mai dare – equilibrata crescita economico-sociale duratura al territorio dov’è insediato: “ormai si parla di due, tre mesi” di stagione turistica, di “posti di lavoro prettamente stagionale … e con ruoli di sola manovalanza”.
Non abbiamo gli anelli al naso.
E’ ora che anche il singolo cittadino dica la sua, perché l’ambiente e il paesaggio sono di tutti noi.
Sono già centinaia e centinaia i messaggi di protesta contro questa nuova, ennesima, operazione immobiliare speculativa pervenuti al Ministro per i beni e attività culturali Lorenzo Ornaghi, al Presidente della Regione Ugo Cappellacci, al Presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo.
Chi volesse esprimere la propria opinione in proposito trova tutte le informazioni necessarie al link (rimbocchiamoci le maniche).
La Sardegna ha le sue leggi e la sua pianificazione paesaggistica.  Vanno rispettati perché tutelano il nostro ambiente e il nostro futuro.
Chi avesse a cuore la propria Terra e il proprio futuro ora si dia da fare, domani può essere tardi.

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