Un mese per i diritti umani

1 Dicembre 2012
Roberto Loddo

“Per riprendere il filo della lettura del mondo c’è un solo modo: mettersi dalla parte delle vittime. Guardare il mondo, anche il nostro, con i loro occhi. Con gli occhi dei profughi, dei discriminati, degli incarcerati, degli affamati. Ma questo non è possibile se, anche solo per un attimo, non si condivide una parte della loro vita.”

(Dino Frisullo)


Il Mese dei Diritti Umani rappresenta un mese necessario per tutte le persone che non vogliono più sentirsi complici degli abusi e le violazioni della Dichiarazione universale dei diritti umani che ogni giorno in Sardegna migliaia di cittadine e cittadini  sono costrette a subire. La grande partecipazione e il successo di questo “Mese” è dato dalla connessione di numerose esperienze di lotta per l’affermazione dei diritti di cittadinanza. Il filtro dell’indifferenza e del silenzio è ben rappresentato da quel 60% dei giovani italiani che ignora la situazione drammatica in cui versano le cittadine e i cittadini privati della libertà. È quanto emerge da una ricerca presentata ieri al Salone della Giustizia, presso la Nuova Fiera di Roma, dal Forum nazionale dei Giovani. Un filtro che coinvolge anche gli organi di informazione. E’ infatti molto difficile riuscire a dare voce all’emarginazione e al disagio sociale. Le persone fragili oggi sono emarginate due volte. Da un lato le leggi ingiuste che criminalizzano le loro esistenze, dall’altro lato l’informazione parziale e distorta dei mass media.
Il silenzio è sopratutto istituzionale. Il comitato “Stop Opg”, promotore in Sardegna del “Mese dei Diritti Umani” ha posto al Ministro della Salute Balduzzi e all’assessore regionale alla salute De Francisci una domanda rimasta ancora oggi senza risposta: “chiudono gli ospedali psichiatrici giudiziari o riaprono i manicomi?” Il 21 novembre infatti il Ministro della Salute Balduzzi ha proposto alle Regioni il riparto dei finanziamenti per il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari. Si tratta di 174 milioni (117 per il 2012 e 57 per il 2013) finalizzati alla realizzazione e riconversione delle strutture, mentre lo stanziamento per il loro funzionamento e per l’adeguamento del personale ammonta a 38 milioni per il 2012 che saliranno a 55 milioni annui a partire dal 2013. Sembrano finanziamenti tutti destinati non ai progetti personalizzati ma alle strutture sostitutive gli attuali Opg. (i manicomietti). Nemmeno un euro per dimissioni, progetti terapeutico – riabilitativi individuali che permettano di eseguire la misura di sicurezza fuori dall’Opg.
Del pericolo della realizzazione di queste galere per matti in Sardegna se ne discuterà Lunedì 3 dicembre alle 16.00 a Cagliari, nell’aula consiliare di Palazzo Regio con la conferenza pubblica “Salute mentale, carceri e Opg”. Una conferenza  a cura del Comitato sardo Stop Opg e di tutte le organizzazioni aderenti al Mese dei Diritti Umani. Durante i lavori verrà inaugurata anche la mostra per i diritti umani “Dietro la rete” a cura di Francesco Armeni e Alessandra Spano, che hanno realizzato un reportage fotografico rappresentando persone private della libertà il cui unico delitto commesso è stato quello di abbandonare il proprio Paese trafitto e cercare fortuna presso un altro, vicino e più ricco.
Nella giornata di oggi, Sabato 1 dicembre alle 18.00, l’associazione culturale Il Paese delle Meraviglie, insieme all’Associazione 5 novembre e all’Asarp, organizza all’interno della Sala Cosseddu di Via Trentino, la proiezione della docu-inchiesta realizzata da Valentina Ascione e Simone Sapienza: “Just(ice) in Italy”, finalista premio Ilaria Alpi. Un viaggio esclusivo all’interno di alcune tra le realtà più problematiche del pianeta carcere in angoli remoti, in cui nessuna telecamera era mai entrata prima. Luoghi di tortura e sofferenza dove vivono stipate migliaia di persone, confinate oltre i limiti della legalità costituzionale. Le testimonianze dei detenuti, direttori, agenti, educatori, psicologi, cappellani e altri operatori da sole raccontano di una comunità penitenziaria sofferente e di un sistema ormai al collasso. All’iniziativa parteciperà la giornalista Valentina Ascione e Giuseppe Zoccheddu, direttore I.P.M. Quartucciu.
Non solo un mese di protesta ma anche un mese di proposta. Mercoledì 5 dicembre, nella Giornata Nazionale della Salute Mentale” alle Ore 11:00 a Cagliari, sotto il Palazzo del Consiglio Regionale, via Roma l’associazione dei familiari Asarp avvia una petizione popolare rivolta al consiglio regionale per l’attuazione di un piano regionale per la salute mentale che rispetti i diritti delle persone sofferenti mentali e delle loro famiglie.

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