La Grecia di SYRIZA

16 Gennaio 2016
Argyrios-Argiris-Panagopoulos
Argiris Panagopoulos

SYRIZA si prepara per una dura battaglia, una vera guerriglia contro i creditori che hanno commissariato il paese, convinto che può vincere la guerra con la società greca in piedi, ripristinando ed allargando i diritti massacrati dalle politiche ingiuste che ha imposto l’Europa neoliberista con il sostegno di Nuova Democrazia e Pasok.

SYRIZA e il suo governo cercando di rovesciare con la loro politica di alleanze gli equilibri europei e aprire lo spazio per una vera trasformazione della società e dell’economia greca.
Alexis Tipras durante la riunione del Comitato Centrale del partito il 12 e 13 dicembre 2015 ad Atene ha offerto il quadro generale della situazione internazionale ed interno mettendo anche gli obbiettivi di SYRIZA nelle prossime settimane di duri negoziati con le istituzioni europee e internazionali e da parte sua l’organo di gestione collettiva del partito ha preparato un vero diano di battaglia fino all’organizzazione del Congresso del partito la prossima primavera.
Tsipras nella sua relazione al Comitato Centrale del suo partito ha riconosciuto che questo momento ci troviamo in un scenario internazionale ed europeo composto e fluido e dove il suo governo è riuscito ad emergere come un fattore di stabilità, registrando successi all’interno e assumendo un ruolo di bilanciamento e di mediazione a livello internazionale.
Per il primo ministro greco il suo paese non rappresenta la “pecora nera” in Europa e nella regione grazie allo sfruttamento le dinamiche geopolitiche che hanno permesso al governo di SYRIZA di assume un ruolo e uno status di forza stabile che promuove la pace, la cooperazione, il dialogo in una regione ampiamente destabilizzata.
Di fronte ai di dirigenti di SYRIZA Tsipras ha presentato le iniziative più importanti del suo governo a livello internazionale partendo dal rafforzamento dei legami della Grecia con l’Egitto e la stabilizzazione della cooperazione trilaterale tra la Grecia, il Cipro, l’Egitto, le iniziative per la soluzione della questione palestinese, in prossimità della visita del presidente palestinese ad Atene e l’ovazione che ha avuto qualche settimana dopo dal parlamento greco che ha riconosciuto lo stato della Palestina sostenendo che deve avere i confini del 1967 con capitale la Gerusalemme est.
In questo quadro Tsipras senza “il lusso del compiacimento” ha rivendicato un politica estera attiva e multidimensionale trasformando la Grecia da parte dei problemi, a causa della crisi, in parte delle soluzioni con un ruolo da protagonista e non da osservatore per risolvere la crisi
umanitaria dei profughi, ricordando anche i tradizionalmente buoni rapporti con i paesi arabi e la cooperazione con Israele fino al ruolo di mediazione tra l’Unione europea e la Turchia, per la gestione del problema dei profughi.
Tsipras pero la messo il suo partito in allerta contro “i piani di circoli politici estremi che vogliono utilizzare questa destabilizzazione globale per i propri disegni, a proprio vantaggio”, come la recente discussione a vuoto per il trattato di Schengen e l’uscita della Grecia da questo mettendo nel suo mirino i grandi mezzi informazione in Grecia “che nella loro passione contro il governo… non esitando a minare gli stessi interessi del paese… indentificandosi con gli ambienti più reazionari d’Europa… l’oligarchia nazionale, che sembrano essere preoccupati per il processo di stabilizzazione del paese e del governo di SYRIZA”. Una volta smentita l’uscita delle Grecia da Schengen Tsipras la elogiato il lavoro svolto dal medico e viceministro per la questione di immigrazione e profughi Yannis Mouzalas “e specialmente dei semplici cittadini delle nostre isole per la gestione della crisi dei rifugiati con compassione ed efficienza”.
Per Tsipras sarà deluso chi aspetta “il fallimento del governo greco per attuare i propri piani per l’Europa delle due e tre velocità”, di un governo che lavora “per far emergere la persona umana, l’obbligo morale verso la crisi dei rifugiati e verso un’Europa che nel suo interno ci sono forze che stanno alzando muri e barbare recinzioni”. Il governo di sinistra lavora tra l’altro per garantire la stabilità politica, la coesione sociale all’interno del paese, dando battaglie per difendere i più deboli, nel quadro di un accordo difficile ma con una politica estera strategica, multidimensionale e attiva.
Nonostante il contesto stretto di bilancio e gli equilibri europei negativi Tsipras considera che la Grecia ha già ottenuto molto, prima di tutto per fermare il saccheggio sociale dei cinque anni precedenti, anche “se non vi è dubbio che il risanamento dei conti pubblici per il 2016 sarà il più difficile dei tre anni che abbia di fronte il suo governo, nel quadro del presente accordo”, mentre “la distribuzione del carico è ora in termini più equi”.
Non a caso il primo ministro greco considera che il suo governo “è riuscito ad alzare, con difficoltà e battaglie” quotidiane “uno scudo di protezione per i disoccupati, i pensionati, la classe media e i ceti più bassi”.
Tsipras, come il suo governo e il suo partito, considerano un vero successo il fatto che hanno salvato la prima casa delle persone che non possono pagare i mutui, visto che l’accordo fatto dopo dure trattative
protegge il 65% dei debitori morosi, che si avvicina al 90% per quelli con il redditi bassi e fine ai 35 mila euro annui, contro la dura posizione di partenza dei creditori che volevano una protezione al 16% e dei governi di Nuova Democrazia e Pasok, che avevano ereditato a SYRIZA una protezione delle prime case pari allo zero.
Con dure trattative il governo di Tsipras è riuscito ad imporre la sua iniziativa unilaterale per la regolamentazione del pagamento dei debiti allo stato in 100 rate, che ha dato un respiro all’economia e a migliaia di piccole e medie famiglie portando già alle casse dello stato oltre 1,2 miliardi.
Nello stesso momento sono allargati i programmi per l’occupazione, si sono razionalizzati e ampliati quelli combattere la disoccupazione, si sono rafforzati i programmi per l’assistenza per combattere la crisi umanitaria, si sono garantiti sussidi agli agricoltori che arrivano ai 1,2 miliardi e si è difeso con successo il carattere pubblico della società delle reti di energia elettrica ADMHE.
Per Tsipras e SYRIZA si è aperta la madre di tutte le battaglie che riguarda la riforma delle pensioni e la regolamentazione dei dediti rossi, due facce della stessa medaglia che permetterà veramente l’uscita del paese dalla crisi e l’incubo del commissariamento.
Tsipras mette la sfida per la riforma delle pensioni nel più alto livello, cioè la sostenibilità del sistema, attraverso “una lotta che abbiamo l’obbligo politico e morale di dare per il bene delle generazioni future” evitando il “pesante carico e doloroso taglio alle pensioni, come quelli che abbiamo visto negli ultimi cinque anni”.
Tsipras ha messo in evidenza le difficoltà dell’opposizione di Nuova Democrazia, Pasok e di tutto lo stato corrotto e clientelare che ha saccheggiato i fondi pensione con “il devastante taglio del debito PSI, con il taglio dei titoli greci, che fatalmente hanno colpito i fondi pensione, perché le banche sono state ricapitalizzate due e tre volte, ma i fondi pensione no… quelli che per cinque anno avevano progettato, in collaborazione con la troika, e hanno votato 11 diversi tagli orizzontali nelle pensioni principali e supplementari, portando alla loro riduzione vicino al 40%”.
Per ennesima volta Tsipras ha rivendicato il lavoro di SYRIZA e specialmente dopo l’accordo di luglio ripetendo: “Non siamo venuti qui per gestire la crisi, di coprire tutto sotto il tappeto, di buttare davanti la palla. Siamo venuti per risolvere i problemi, problemi cronici. E per risolverli con i termini di giustizia sociale, con un segno progressista, con un senso di classe… E ci riusciremo andando avanti, spiegando la verità
al popolo greco, e depositando il nostro piano strategico… Ripeto, non ci importa e non ci hanno dato fastidio né attacchi né calunnie, o la disinformazione. Abbiamo in programma, il nostro piano che ha un segno di classe e, nella misura in cui noi avremo, e abbiamo, dalla nostra parte la maggioranza del popolo greco, non abbiamo bisogno niente di più”.
SYRIZA deve dividere i suoi compiti in due cicli importanti.
Nel primo ciclo punta di creare un scudo di protezione delle pensioni, ristabilire la contrattazione collettiva e di combattere contro il lavoro nero. ripristinare la normalità democratica nel mercato del lavoro che è stato smantellato completamente negli ultimi cinque anni.
Un volta finito questo primo ciclo si deve cominciare per Tsipras la lotta più importante che riguarda la vera redistribuzione della ricchezza, “la vera lotta per la trasformazione sociale”, “che è sempre il nostro obiettivo strategico e il nostro orizzonte politico”, perché “la grande battaglia, la battaglia con l’oligarchia e neoliberismo, è ancora al suo inizio. Ed è davanti a noi”.
Tsipras rifiuta il massimalismo e il settarismo e lo ha detto in modo molto chiaro: “Sarebbe meglio presumibilmente una incursione eroica nel cielo? O un tentativo di passo dopo passo, per vincere piccole battaglie per uscire nella radura, e da lì, a condizioni migliori, per creare le condizioni di una redistribuzione più ampia e la protezione dei lavoratori e delle classi basse e medie?”.
Questo secondo ciclo di lotte per la redistribuzione della ricchezza e la trasformazione delle società greca si bassa su alcune condizioni, le prime delle quali sono la ripresa economica e la creazione di posti di lavoro. “La politica di Sinistra nei giorni nostri” la propone “solo chi configura condizioni di protezione sociale ai diritti politici e civili, in queste condizioni di disoccupazione senza precedenti, crea posti di lavoro, apre la strada per ridurre la disoccupazione, il ritorno a tassi di crescita con la tutela, naturalmente, del lavoro, i diritti sociali e l’ambiente”, ha detto Tsipras, aggiungendo che “vogliamo uno sviluppo fondato su fondamenta sociali stabili. Con la società e cittadini in piedi. Con il sostegno al reddito e la domanda attiva. Con la protezione della proprietà pubblica e dell’ambiente. Rafforzando le strutture dell’economia sociale. Proteggendo i diritti dei lavoratori e protezione dell’occupazione”.
Come però si possono raggiungere questi obiettivi in una Grecia devastata da cinque anni di politiche neoliberiste?
In primo luogo ripristinando la fiducia nel sistema bancario attraverso la ricapitalizzazione delle banche, che è costato al settore pubblico molto meno di quanto abbiano calcolato i creditori nel mese di luglio. Quello
che non si dice è che la ricapitalizzazione delle banche ha costato solo 5,43 miliardi, mentre l’accordo prevedeva fino ad un massimo di 25 miliardi. Questo significa un peso di meno di circa 19 miliardi sulle spalle del popolo greco, il 10% del Pil in meno debito rispetto a quanto era stimato a luglio.
Qui si devono sottolineare anche due altri importanti elementi, che i controlli dei capitali imposti per far inginocchiare il governo di SYRIZA dai creditori non hanno avuto il risultato devastante che aspettavano per finire con la “parentesi di SYRIZA”, perché la recessione invece di arrivare al 7% che aspettano all’inizio sembra essere fermata pari allo 0%. Allo stesso momento SYRIZA non ha visto la ricapitalizzazione delle banche come un “regalo” ai banchieri ma come una operazione per salvare i depositi bancari e i risparmi delle gente dai speculatori. La ricapitalizzazione delle banche è stata necessaria perché tutto il tempo precedente la politica che è stata seguita era una politica che ha caricato i debiti insolventi alle banche, la politica di austerità e della svalutazione interna. Solo negli anni del governo di Samaras le banche si sino appesantite di 53 miliardi di debiti insolventi. A alcuni anche prima che SYRIZA assumesse responsabilità di governo invitavano la gente di prendere i suoi soldi dalle banche. perché volevano montare questa trappola di soffocamento e la trappola della minaccia del collasso delle banche pe non fare riuscire le negoziazioni del governo con i partner. Le banche, quindi, erano già due volte ricapitalizzate in modo insufficiente, senza affrontare la questione critica, che è il risanamento dei prestiti rossi. Grandi depositari erano già facilitati di trasferire i loro depositi all’estero, e così, di conseguenza, la scommessa che ha assunto il governo greco luglio scorso, non è stata una scommessa per salvare né le banche in generale, né i banchieri, con i quali SYRIZA “non ha nessuna affinità particolare con loro”, ma è stata una scommessa per salvare la fortuna della gente comune, delle classi medie, dei piccoli e medi imprenditori, quelli che non hanno avuto fretta di portare i loro soldi nelle banche svizzere. “E questa è stata una scelta di classe e di segno politico”, ha detto Tsipras al Comitato centrale del suo partito.
Secondo il primo ministro greco “il successo della ricapitalizzazione delle banche è ovvio che ha messo alcuni in difficoltà in Grecia e in Europa, perché ritengono che con la stabilizzazione del sistema bancario greco hanno perso uno strumento di contrattazione e di minaccia contro il governo greco… riflette il recupero della fiducia nell’economia greca. Chi si aspetterebbe nel luglio scorso che il mercato privato, i investitori privati andavano ad investire 6,5 miliardi in queste banche?”.
La critica di Tsipras va oltre considerando che la ricapitalizzazione delle banche ha messo difficoltà anche alcuni fondi aggressivi, che avevano scommesso sulla prospettiva di liquidazione, il fallimento di quel processo, al fine di condurre alcune grandi banche sistemiche in un processo di liquidazione con l’obbiettivo di raddoppiare la loro partecipazione e il loro controllo su queste banche”.
Tsipras vede nella stabilizzazione del sistema bancario anche delle condizioni per avanzare il piano della ridistribuzione della ricchezza e di ricostruzione del paese, accompagnando alla stabilità del sistema bancario la lotta efficace contro la corruzione, il clientelismo e gli interessi intrecciati, la lotta contro l’evasione fiscale e la radicale trasformazione democratica della pubblica amministrazione.
Una volta finita la ricapitalizzazione delle banche e trovato l’accordo per i debiti rossi si apre per Tsipras la grande partita per la dilatazione del valore del debito greco al fine di riguadagnare l’accesso ai mercati, che “significa la capacità di recuperare di nuovo la nostra sovranità economica. E così di uscire lentamente, a poco a poco, da questa condizione di rinuncia di sovranità, con il duro commissariamento e i creditori sopra la nostra testa che vogliono negoziare tutte le scelte politiche del governo”. Inoltre Tsipras punta di uscire dal commissariamento molto prima dei tre anni della durata del nuovo programma di finanziamento firmato luglio scorso. La Grecia deve uscire dalla crisi con la società in piedi e preservando il carattere pubblico nei principali settori strategici dell’economia e lottando per proteggere i diritti sociali e politici.
Tsipras ha avvertito il suo partito che le stesse forze che si sono sentite a disagio con il successo della ricapitalizzazione delle banche, si sentiranno a disagio con i successi del governo su questi fronti. perché sono le forze che vogliono il fallimento di questo governo e con esso il fallimento del progetto politico per la trasformazione radicale della Grecia e il cambio degli equilibri in Europa a favore delle forze di lavoro. “Sono le forze politiche del neoliberismo estremo e dell’oligarchia economica europea. Sono le forze del fallito sistema politico e di potere in Grecia. Le forze di aggiustamento fiscale di classe, della svalutazione interna, della corruzione e del clientelismo”, ha detto Tsipras. Allora serve un partito che rivaluta la sua presenza politica e garantisce il suo ruolo nella società, non come un semplice ruolo di monitoraggio del lavoro del governo e di critica. Se la critica è ovviamente sempre non solo benvenuta, ma necessaria, serve anche un partito che può conquistare un ruolo di condivisione delle responsabilità e di legami organici con il governo. “Non per diventare parte dello stato e di cogestire di reti clientelari, come i partiti del vecchio sistema politico. Ma per assicurare la mediazione tra il governo e la società stessa. Con le esigenze e le aspettative della società. Con le certezze e i dubbi della società. Per lo più, i movimenti e le istituzioni della società”, ha aggiunto Tsipras. Quindi SYRIZA deve avere una presenza costante ed autonoma nei sindacati e nei quartieri, nei movimenti e nelle lotte, nei innovativi progetti di solidarietà e dell’economia sociale. nelle scuole e nelle università. nei luoghi di lavoro, per poter trovarsi dove le persone danno battaglia, la società sta in ansia e lotta per essere in grado di spiegare, informare e ascoltare. “La nostro popolo, quindi, conosce molto bene sia il bene che il male di questa società. Conosce l’umanità e solidarietà, ma conosce anche la corruzione e il gioco clientelare e che lo hanno orchestrato, chi lo hanno messo in piedi in tutti questi anni. Conosce l’azione collettività ma sa anche l’individualismo. Il popolo non è una singola cosa. È penetrato da contrasti e conflitti, storici, ideologici, politici. E il nostro ruolo è quello di raccogliere le idee e le pratiche giuste dentro il popolo e di offrire a loro lo spazio e il tempo di respirare e produrre risultati. Ma questo richiede dalla nostra parte preparazione ed essere pronti: dal punto di vista politico, ideologico, organizzativo”, ha detto Tsipras.
Di fronte alla organizzazione del prossimo Congresso del partito in primavere e al fine di coinvolgere le forze sociali che vuole rappresentare in questo processo il partito di Tsipras vuole iniziare una campagna con il titolo: “Dobbiamo far SYRIZA una questione nostra”, una questione di tutte le forze sociali che lo sostengono e sperano in lui. Cosi SYRIZ spera di trasformare il suo Congresso in un vivace laboratorio di dibattito politico. un avvenimento, che non riguarderà gli equilibri di saccheggio del potere del partito in sale chiuse e corridoi, ma dovrà riguardare la società stessa. Obiettivo di SYRIZA è di trasformare il suo Congresso una stagione non solo per la sinistra greca, ma per le stesse cause della sinistra radicale in Europa. “Il popolo greco, ma anche tutti coloro che combattono in Europa e in tutto il mondo contro il neoliberismo e la disuguaglianza sociale, costantemente hanno un occhio su di noi. Tutti coloro che lottano per un mondo di giustizia, democrazia e libertà stanno aspettando qualcosa da noi. Abbiamo il dovere di darli ragione. E sono sicuro che faremo tutto il possibile, noi combatteremo, daremo tutte le nostre forze per darli
ragione”, ha concluso Tsipras la sua relazione al Comitato centrale di SYRIZA il 12 dicembre del 2015.
La relazione di Tsipras ha condizionato come era naturale anche gran parte del dibattito durante i due giorni della riunione del Comitato centrale. Un fatto che si può osservare anche dalla risoluzione del massimo organo di gestione del partito.
Il Comitato Centrale di SYRIZA si è fermato a lungo sul contesto internazionale ed europeo considerando che stiamo percorrendo senza dubbio un periodo travagliato e instabile e che i prossimi quattro anni saranno un periodo critico per la Grecia, l’Europa, e forse per il mondo intero.
La destabilizzazione diffusa in Europa, ma anche nella nostra regione, contribuisce allo sviluppo di sindromi fobiche e scelte autoritarie. Il pericolo di una crescita della destra estrema è reale, come è stato dimostrato nelle recenti elezioni regionali in Francia e alle elezioni nazionali in Polonia, se le forze di sinistra, democratiche e progressiste non si scontrano in modo efficace con le politiche che portano le nostre società al collasso economico e sociale, con le logiche e le pratiche del razzismo e della xenofobia.
Il Comitato centrale di SYRIZA considera che l’atteggiamento del governo nei mesi precedenti e del movimento di solidarietà che si è sviluppato a favore della Grecia ha creato grandi rotture all’interno delle società europee, ma anche alle forze politiche dominanti in Europa. Questo sviluppo è dovuto alla lotta dura e persistente di SYRIZA e del popolo greco che ha creato le condizioni per la radicalizzazione delle forze sociali e politiche in tutta l’Europa.
“La formazione di un governo di coalizione della forze della Sinistra, il Blocco di Sinistra e il Partito Comunista Portoghese, e del Partito Socialista in Portogallo, che si oppone all’austerità e al neoliberismo, è il risultato degli sviluppi nel nostro paese”, scrive nella sua risoluzione il CC di SYRIZA, scommettendo che “le elezioni in Spagna… potranno cambiare la mappa degli equilibri politici”, ma avvertendo anche che “al di là delle frontiere europee, le sconfitte elettorali delle forze della sinistra e progressiste nelle elezioni presidenziali in Argentina e nelle elezioni nazionali in Venezuela rappresentano uno sviluppo particolarmente negativo che mette in pericolo il processo del cambiamento sociale e dell’ALBA in America Latina e permette agli Stati Uniti di riconquistare il loro ruolo economico e di regolamentazione geostrategica e interventista nella regione”.
La Conferenza dell’ONU a Parigi sul cambiamento climatico ha registrato un risultato relativamente positivo, anche se registra una significativa carenza data l’urgenza per la salvaguardia del pianeta.
Nelle stesso momento ci troviamo di gestire un’enorme crisi dentro la crisi, che allo stesso tempo rappresenta una sfida per l’intera Europa, come è la questione dei profughi che rivela il fallimento evidente della politica europea dominante tanto per affrontare il problema dell’immigrazione e del fenomeno dei rifugiati che per quanto riguarda la Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione europea. SYRIZA considera che allo stesso tempo, mette in luce la causa principale del problema che è la guerra e gli interventi militari degli Stati occidentali negli Stati arabi, che sono stati effettuati con il pretesto del consolidamento della democrazia, ma in realtà hanno come obiettivo di imporre meccanismi di sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche di queste aree. SYRIZA considera inoltre che “il cambiamento radicale della politica di immigrazione e il riconoscimento della crisi dei rifugiati come un problema europeo da parte del governo greco ha portato a sviluppi paneuropei e ha risvegliato le società europee, mettendo in evidenza la richiesta di una risposta veramente europea alla crisi in termini di responsabilità collettiva degli stati – membri dell’UE. Allo stesso tempo, tuttavia, la questione dei rifugiati è stata sfruttata da forze di estrema destra, che sostengono la ricostruzione di recinzioni e l’accettazione di una situazione di emergenza continua”. SYRIZA ha salutato con favore le migliaia di cittadini solidali, che ogni giorno stanno al fianco dei profughi, e sostiene un processo di reinsediamento strutturato direttamente dalla Turchia verso l’Europa e contemporaneamente il trasferimento per coloro che già sono entrati in Grecia e sono diretti ad altri paesi europei. SYRIZA crede che il passaggio sicuro per gli flussi di profughi è l’unico modo per proteggere la vita e per lottare contro il traffico illecito dei rifugiati e degli immigrati. A parte l’obbligo della Grecia di garantire il passaggio sicuro dei profughi al resto d’Europa, Atene deve assumersi la parte di responsabilità europea che merita e creare le condizioni di integrazione necessarie (tecniche e legali) di quei profughi assegnati alla Grecia, secondo l’accordo per il trasferimento e la ricollocazione, mentre la crisi dei rifugiati si aggiunge alla crisi economica e rafforza la divisione tra le forze progressiste e ultraconservatrici in Europa.
Secondo SYRIZA in Medio Oriente si minaccia la stabilità di intere nazioni, dopo l’irruzione del cosiddetto “Stato islamico”, che non potrà
essere affrontato con la recrudescenza dell’islamofobia e le teorie circa lo “scontro di civiltà”. Il governo greco, la Sinistra Europea, i movimenti sociali e le altre forze progressiste devono lavorare per un piano per la pace, la democrazia e la stabilità nel sud-est del Mediterraneo e del Medio Oriente allargato, mettendo come priorità immediate una condivisa roadmap di pace e di transizione democratica in Siria, un piano di isolamento della ISIS con protagoniste le forze della regione che combattono il fondamentalismo, la ripresa del processo di pace sulla questione curda, e il successo dei colloqui tra le comunità per la soluzione del problema di Cipro sotto l’egida delle Nazioni Unite e sulla base delle sue decisioni. Il governo greco esercita una politica estera multidimensionale a livello bilaterale e multilaterale, valorizzando il ruolo di intermediazione del paese, con l’obiettivo della stabilità, della convivenza pacifica e della risoluzione delle crisi aperte nella regione. Per quando riguarda la politica interna della Grecia il Comitato Centrale di SYRIZA considera nella sua risoluzione che la Nuova Democrazia, il PASOK e il Fiume si impegnano in una opposizione a buon mercato e populista, che non nasconde il proprio attaccamento al carro del neoliberismo e lo sforzo di accontentare gli interessi specifici dell’oligarchia e del clientelismo, non sostengono gli sforzi del governo durante i negoziati, rifiutano di opporsi alle cospirazioni dei circoli estremisti dell’UE che vogliono che la Grecia sia una colonia del debito dei creditori. Per quando riguarda il Partito Comunista di Grecia SYRIZA considera “che non è in grado di capire qual è il conflitto dominante nella società, che si gioca nella società, chi è contro chi. Non vede il conflitto tra i poteri forti e le forze che vogliono cambiare la società. Evita sempre di prendere la posizione che dovrebbe prendere e in modo sommario mette SYRIZA nello stesso fronte in cui si scontra”. SYRIZA, che si è trovato al governo per seconda volta, considera che nel corso degli ultimi sei anni è stato applicata in Grecia una politica di classe dura ed estrema per il consolidamento fiscale e la svalutazione interna. L’obiettivo di questa politica è stato la liquidazione dei diritti dei lavoratori e la creazione di una nuova accumulazione del capitale a discapito del lavoro. Allo stesso tempo, in nome del risanamento dei conti pubblici e del pagamento del debito sono stati commessi dei crimini contro lo stato sociale, gli ospedali, i dipendenti pubblici, i pensionati. SYRIZA ha messo in discussione questo progetto durante tutto il periodo dei negoziati e continua a metterlo in dubbio anche oggi. L’obiettivo di
SYRIZA è la profonda e radicale trasformazione del modello economico, produttivo e sociale del Paese. Con l’accento sul sostegno dei diritti e dei salari dei lavoratori, il sostegno attivo dell’occupazione, l’estensione dello stato sociale, la redistribuzione della ricchezza a vantaggio di coloro che sono colpiti dalla crisi, la protezione dell’ambiente. Obiettivi che senza dubbio presuppongono il rovesciamento radicale degli equilibri sociali e politici sia in Grecia che in Europa. Gli equilibri per il cambiamento richiedono impegno costante, mobilitazione sociale e la volontà politica per procedere in politiche di profondo cambiamento. Il Comitato Centrale di SYRIZA ha visto positivamente il fatto che è stata votata la legge sui mezzi di informazione, sono stati onorati gli impegni ed è stata approvata la legge per la rigenerazione del quartiere popolare di Drapetsona a Pireo cedendo il lungomare al governo locale, si è presentata la nuova legge sulle unioni civili che riguarda le coppie dello stesso sesso, si prepara un piano per 100.000 nuovi posti di lavoro da parte del Ministero del Lavoro, si ripianifica il programma dei fondi europee ESPA per soddisfare le urgenti esigenze sociali e di sviluppo, si delinea un nuovo programma pilota per la salute primaria, si i è ampliato il programma per affrontare la crisi umanitaria, si è cominciato il dialogo sociale nel campo dell’istruzione per una riforma globale del sistema, si tenta di risolvere i problemi diretti e maturi dell’economia rurale al fine di far rimanere oggi nella produzione la popolazione rurale, mentre si cerca di mitigare gli effetti degli impegni previsti nell’accordo, e la protezione generale dei piccoli agricoltori.
Inoltre il bilancio per il 2016, nonostante il quadro restrittivo prevede l’aumento della spesa sociale per di più di 800 milioni di euro rispetto al bilancio del 2015, si accelera il lavoro per migliorare i meccanismi di entrate fiscali e di controllo per combattere l’evasione fiscale e ad ampliare tutte le liste di evasori fiscali nuovi e vecchi, si deve rafforzare il controllo pubblico sociale delle banche per un servizio maggiore ai bisogni dell’economia e della società e si procedono le grande rotture e i cambiamenti nell’amministrazione pubblica che devono essere accelerati il prima possibile con l’obbiettivo di dare priorità ai servizi per i cittadini. Per SYRIZA la negoziazione e l’attuazione del programma parallelo dove diventare una questione per tutta la società e i suoi movimenti. SYRIZA dopo le elezioni ha proceduto alla sua ricostruzione, che era politicamente necessaria a causa dell’allontanamento di membri e dirigenti, ma anche per poter essere in grado di assumere i compiti del nuovo periodo. Dall’ultimo Comitato Centrale fino ad oggi si sono riunite tutti gli organi regionali e locali mettendo nell’ordine del giorno la discussione della risoluzione del Comitato Centrale e il completamento degli organi dei Comitati e coordinamenti regionali e locali e l’assegnazione delle responsabilità ai loro membri e la pianificazione dell’azione delle nostre organizzazioni a livello regionale e locale.
Completata la ricostruzione dei dipartimenti del partito, questi già hanno cominciato a contribuire con le loro elaborazioni nei rispettivi campi di attività. Si considera che il deficit che ha avuto SYRIZA nella funzionalità dei dipartimenti negli ultimi nove mesi ha privato il partito e il governo di elaborazioni e proposte teoriche e politiche. L’esperienza della precedente funzione dei dipartimenti dimostra che il partito non solo deve, ma anche che è in grado di contribuire positivamente alle scelte politiche del governo ed il coordinamento del partito e con il governo. Il partito deve dare un segno di una politica visionaria che può essere implementato al di fuori e al di là dell’accordo che è stato firmato a luglio.
Questo periodo inizia con l’iniziativa di rappresentanti greci ed internazionali di sindacati, di movimenti e organizzazioni per una campagna a livello europeo per ripristinare la contrattazione collettiva e a difesa dei diritti dei lavoratori intitolata «mayday».
La Gioventù di SYRIZA con il sostegno del partito ha proceduto alla sua ricostruzione. Il punto di partenza è stata la 2a Conferenza panellenica, l’elezione di un nuovo Consiglio Centrale e del nuovo segretario dell’organizzazione.
Se il 40% di giovani ha votato SYRIZA, il partito e l’organizzazione della Gioventù devono adattare la loro azione in un modo efficace per entrare in contatto con loro e per fare in modo che possano esprimere le loro preoccupazioni, le loro speranze e sogni.
SYRIZA considera che deve convincere le nuove generazioni che l’adesione alla sua sinistra, la loro partecipazione nelle battaglia che continua a dare per rovesciare le politiche di austerità è anche loro dovere, perché solo cosi i loro sogni possono trovare una giustificazione e diventar realtà.
Come è stato deciso nella penultima riunione del Comitato Centrale, insieme con le riunioni pre-congressuali di SYRIZA, sarà organizzata una campagna politica che rappresenterà il desiderio collettivo per una nuova “apertura” del partito nella società e nei suoi processi. Allo stesso tempo, sarà sottolineato il carattere internazionale della strategia di SYRIZA e l’importanza del nostro progetto per gli sviluppi europei. In un periodo in cui la Nuova Democrazia diventa preda dei antagonismi interni del suo partito, SYRIZA esce con un Congresso di aggiornamento della sua
strategia, della sua identità sotto le condizioni nuove, avvicinandolo verso la società e le sue esigenze, vedendo i cambiamenti in Europa.
Lo sviluppo organizzativo di SYRIZA passa attraverso l’approfondimento della funzione politica e l’azione esteriore delle sezioni dei militanti e attraverso il rafforzamento delle procedure collettive. È per questo che la campagna per il Congresso aspira ad avere un carattere più ampio dal invito di “diventare un membro di SYRIZA”, sottolineando la costruzione di un SYRIZA di massa, democratico, radicale e collettivo.
Inoltre, SYRIZA considera importante organizzare un grande incontro internazionale per l’Europa e le nuove sfide che si presentano per la Sinistra Europea e i movimenti (organizzata in comune con i Dipartimenti del partito di Politica Europea, Relazioni Internazionali, Politica Estera e l’Istituto Poulantzas). L’obiettivo di questo incontro europeo sarà evidenziare le principali politiche alternative e le strategie per superare questa politica dominante nell’UE e ulteriore allargamento dell’ ‘”Alleanza contro l’austerità” della Sinistra Europea con gli attori sociali e politici del più spettro progressista (Verdi, Socialisti, sindacati, movimenti, ecc.)
Per questo SYRIZA ha messo grande enfasi sulla partecipazione di relatori stranieri (rappresentanti di partiti, sindacati, movimenti, ecc.) in tutto lo spettro degli eventi della sua iniziativa, volendo che il Congresso di SYRIZA assume una importanza europea, con le sue risoluzioni e mozioni di fungere come punto di riferimento per Sinistra Europea e tutte le forze progressiste che ci guardano con vivo interesse.
L’obiettivo è di dimostrare che SYRIZA è un moderno partito radicale della sinistra, che non è chiusa su se stessa e sulle forme tradizionali di pratica e di partecipazione nella vita politica, ma diventa di massa nel tentativo di esprimere in modo più efficace la grande maggioranza sociale.

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