La premiata ditta s.p.a.

1 Marzo 2010

caria

Bruno Caria

Lui ce l’aveva detto fin dal 1994, quando è sceso in campo per salvare l’Italia dalla deriva comunista: “Gestirò il Paese come un’azienda”. Da allora ha iniziato a tagliare posti di lavoro a più non posso: insegnanti, impiegati, poliziotti, medici, ricercatori, ecc. Non si è salvato nessuno. Chi è rimasto in sella ha dovuto fare i conti con tagli sempre più pesanti. Nelle scuole ora manca pure il gesso per le lavagne e i bambini si devono portare da casa persino la carta igienica. La Polizia non ha la benzina per le auto di pattuglia. Gli impiegati non hanno neanche la cancelleria minima per lavorare. Poi sono arrivate leggi e decreti che consentono alla Protezione Civile di agire senza controlli e senza gare d’appalto. Lavori per centinaia di milioni di euro affidati per assegnazione diretta. Poi, visto che il gioco funzionava ed era redditizio si è deciso di calcare la mano. Affidare alla Protezione Civile non solo le emergenze ma anche l’organizzazione di grandi eventi: G8, Mondiali di Nuoto, festeggiamenti per l’Unità d’Italia, manifestazioni sportive di vario genere, ecc. Una pacchia! Qualcuno ne ha approfittato e sono state aperte delle inchieste. Logico che il passo successivo sarebbe stato lo smantellamento dello Stato, pezzo per pezzo, per trasformarlo in tante società per azioni ciascuna responsabile di un settore. Così pochi giorni fa è arrivata l’approvazione della Difesa Servizi Spa. La notizia è passata quasi sotto silenzio. Esattamente ciò che volevano i suoi propositori. Anche stavolta il blitz è arrivato di notte: come con lo scudo fiscale. Una “manina birichina” ha infilato nella Finanziaria un emendamento a sorpresa: la costituzione della Difesa Servizi Spa. Sembra un’aggiunta casuale: in realtà quella proposta ha già alle spalle una lunga storia di incursioni fallite (segno di profondi malumori anche nella maggioranza), e ha un potenziale futuro che potrebbe essere devastante per lo Stato. La proposta è semplice e descritta senza tante velature: “Ai fini dello svolgimento dell’attività negoziale diretta all’acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni strettamente correlate allo svolgimento dei compiti istituzionali dell’amministrazione della difesa e non direttamente correlate all’attività operativa delle forze armate, compresa l’Arma dei Carabinieri, da individuare con decreto del ministro della Difesa di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze… nonché delle attività di valorizzazione e di gestione, fatta eccezione per quelle di alienazione, degli immobili militari, da realizzare anche attraverso accordi con altri soggetti e la stipula di contratti di sponsorizzazione, è costituita la società per azioni denominata “Difesa Servizi Spa”, con sede in Roma. Il capitale sociale della società di cui al presente comma è stabilito in 1 milione di euro e i successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del ministro della Difesa, che esercita i diritti dell’azionista”. Siamo davanti ad una vera e propria società per azioni con azioni interamente sottoscritte dal Ministero della Difesa, ma con un vero consiglio di amministrazione, di nomine ministeriali, con uno statuto più o meno variabile. Di fatto la mossa toglie di mezzo tutte le attuali segreterie titolari della spesa militare: Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri. Tutti spazzati via dalla nuova società. Da quel consiglio d’amministrazione passeranno contratti di sponsorizzazione, compravendita immobiliare, conversione a nuovo uso di aree militari dismesse, penitenziari abbandonati, ecc. Tutto ciò che una volta dismesso veniva prima passato al Demanio o ai Comuni ora verrà gestito da questa nuova società che potrà affittare le aree a privati, trasformarne la destinazione d’uso, renderle edificabili, specularci sopra, ecc. Un potere enorme nelle mani di pochi, che potranno agire in regime privatistico, senza gare d’appalto e senza i consueti controlli normalmente previsti dalle strutture statali. Una torta che va tra i 3 e i 5 miliardi di euro l’anno solo come gestione ordinaria, senza contare le eventuali speculazioni. E’ da circa un anno che la Difesa tentava di inserire questa nuova norma in qualche provvedimento con l’appoggio tacito di qualche alto grado militare. I maligni dicono che già sei o sette alti ufficiali in libera uscita a febbraio punterebbero a passare dai ranghi militari alle poltrone del consiglio d’amministrazione della nuova società. Un incarico a vita, visto che non c’è limite di tempo. Il potenziale di questa società è però molto più alto di ciò che appare a prima vista (che è già tanto). Basti pensare a tutte quelle aree militari su cui è possibile installare impianti energetici, uno dei punti che ha sollevato maggiori obiezioni. Perché un conto è piazzarci sopra una centrale eolica allo scopo di riscuotere un lucroso affitto, altra cosa è consentire l’installazione di centrali nucleari o di termovalorizzatori inquinanti, aggirando tutti i controlli: basterà affiggere il cartello “area militare”. A quel punto sarà tutto secretato e non se ne saprà più niente. La nuova società potrebbe anche decidere, ad esempio, di realizzare una discarica di rifiuti, magari tossici, e nessuno avrebbe il potere di veto. In tal modo si risolveranno anche tutte quelle “fastidiose” proteste da parte di associazioni e comitati cittadini, che finora hanno consentito di limitare i danni ed evitare il proliferare di questi impianti. E in tema di privatizzazioni, almeno in senso giuridico, nel prossimo Consiglio dei Ministri sarà approvato il decreto legge che istituisce la Protezione Civile spa, con ancora maggiori poteri di prima. Così, dopo i Carabinieri ora privatizzeranno anche i volontari… Non c’è da stupirsi più di tanto: l’aveva detto no, che avrebbe gestito l’Italia come un’azienda!

1 Commento a “La premiata ditta s.p.a.”

  1. Vincenzo Chiagano scrive:

    L’articolo è ben fatto. Peccato che molti giornalisti hanno dimenticato che molti anni or sono diversi militari furono scoperti con le mani nella marmellata, ossia, avevono costituito dei fondi neri che venivano gestiti molto allegramente. Ora, con l’istituzione della Difesa Servizi SpA dobbiamo solo sperare che qualche militare cessi di fare l’omertoso e che faccia scoprire , in seguito, le grandi malafatte oppure dovremo attendere che succeda qualcosa e che un magistrato, che non guarda in faccia a nessuno, faccia sentire il tintinnio delle manette.

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